Gli incentivi Resto al Sud non sono una novità di quest’ultimo periodo: introdotti dall’art. 1 del decreto legge n. 91 del 2017 (relativo alle Disposizioni urgenti per la crescita economica nel Mezzogiorno), detti contributi sono stati finalizzati a favorire nuove iniziative libero professionali e la creazione di nuove imprese, da parte di giovani imprenditori, nelle regioni del Mezzogiorno, ossia Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna e Sicilia. Comprese nel beneficio in oggetto, anche le aree del cratere sismico del Centro Italia – Lazio, Marche, Umbria.
In estrema sintesi, ricordiamo che gli incentivi Resto al Sud – promossi dall’Agenzia governativa Invitalia a copertura del 100% delle spese ammissibili – si suddividono in contributi a fondo perduto e finanziamenti bancari. Questi ultimi vanno rimborsati entro 8 anni dall’erogazione.
E’ chiaro l’obiettivo da un lato, di supportare chi intende ‘mettersi in proprio’ e dall’altro, di spingere a scommettere sulle regioni meridionali, per permettere al Sud una sorta di rinascita dal punto di vista occupazionale e produttivo.
Recentemente, l’ultima legge di Bilancio ha ampliato la platea dei beneficiari degli incentivi Resto al Sud. Vediamo più nel dettaglio che cosa è variato.
Resto al Sud 2021, requisiti: come cambia il requisito anagrafico
Anticipiamolo subito: la novità di cui alla legge di Bilancio 2021, sugli incentivi Resto al Sud, riguarda il requisito anagrafico di chi vuole accedere alla misura.
In un primo tempo, la normativa prevedeva l’età massima degli aventi diritto al beneficio, pari a 35 anni. Di seguito, con la legge di Bilancio 2019, si decise di estendere la platea dei beneficiari, allargando gli incentivi anche agli under 45.
Con il recente provvedimento di fine anno, il legislatore ha inteso proseguire nella direzione di sostenere l’imprenditoria nel meridione, giacchè gli incentivi Resto al Sud sono ora riservati altresì agli under 56. Insomma, non serve più essere giovani per poter contare su questo contributo, rilevando invece lo spirito imprenditoriale di chi decide di scommettere con una nuova attività autonoma nel Mezzogiorno.
Finalità di rilievo è anche quella di sostenere – con contributi a fondo perduto – gli over 50, ovvero una delle categorie che sta avendo maggior disagio sul mercato del lavoro, per effetto di pandemia e lockdown che ne è derivato.
Quali sono le iniziative imprenditoriali che si giovano della misura?
Occorre a questo punto distinguere le iniziative imprenditoriali che sono destinatarie del programma di incentivi Resto al Sud, promosso da Invitalia. Ebbene, i benefici in oggetto riguardano le iniziative mirate:
- alla fornitura di servizi alle imprese e alle persone;
- alla produzione di beni nei settori industria, artigianato, trasformazione dei prodotti agricoli, pesca e acquacoltura;
- ad operare nel settore turistico.
Le attività agricole e commerciali sono invece escluse dalla rete di finanziamenti dati dagli incentivi Resto al Sud.
Svariati gli scenari entro cui far valere queste misure di sostegno all’attività imprenditoriale e libero-professionale. Tra essi, ricordiamo qui i progetti avviati da donne; le iniziative mirate a favorire lo scambio intergenerazionale; le iniziative di ex-dipendenti che si associano tra loro, per costituire una nuova impresa; le nuove attività create da dirigenti in esubero. Come si può notare, almeno sulla carta, i margini di applicazione degli incentivi Resto al Sud sono davvero ampi.
Chi ha diritto ai finanziamenti per il meridione?
Ricapitoliamo dunque quali condizioni bisogna rispettare – oltre alla tipologia di attività esercitata – per poter accedere ai contributi citati:
- avere un’età compresa tra i 18 e i 55 anni (modifica apportata dalla legge di Bilancio 2021);
- non essere già titolari di attività imprenditoriale in esercizio alla data del 21 giugno 2017 – giorno di entrata in vigore del D.L. n. 91/2017 summenzionato;
- essere residenti, alla data della presentazione della domanda, nelle regioni del Mezzogiorno suddette, oppure trasferirvi la residenza entro i termini fissati (60 giorni dalla comunicazione del buon esito dell’istruttoria o 120 se residenti fuori dall’Italia), mantenendola per tutta la durata degli incentivi Resto al Sud accordati;
- non avere un rapporto di lavoro a tempo indeterminato per tutta la durata del contributo;
- essere beneficiari, negli ultimi 3 anni, di ulteriori misure a livello nazionale a sostegno della libera iniziativa imprenditoriale.
Come sopra accennato, gli incentivi Resto al Sud riguardano sia contributi a fondo perduto; sia finanziamenti erogati da istituti di credito. Ora, in virtù dell’ampliamento del fondo perduto, che è stato innalzato al 50%, le misure di sostegno possono coprire il 100% delle spese di startup o di sviluppo d’impresa, con un finanziamento che può essere pari ad un massimo di 200mila euro, in ipotesi di società di 4 soci. Numeri certamente interessanti, che potrebbero spingere non poche persone a tentare l’avventura imprenditoriale nel Mezzogiorno.
Concludendo, ricordiamo che le domande per accedere agli incentivi Resto al Sud possono essere presentate dagli interessati, soltanto attraverso il web, collegandosi alla piattaforma Invitalia. La valutazione della richiesta avverrà in ordine cronologico di arrivo, entro comunque 60 giorni dalla presentazione, in modo da garantire a tutti un feedback in tempi relativamente brevi.