Sul discusso sussidio denominato ‘reddito di cittadinanza’ che, fin dalla sua introduzione alcuni anni fa, ha sempre spaccato e diviso formazioni politiche e opinione pubblica, potrebbe presto incidere una novità degna certamente di nota.
Se è vero che negli ultimi mesi, grazie ai decreti varati dall’Esecutivo Draghi, il reddito di cittadinanza – insieme al reddito di emergenza – ha ricevuto nuova spinta ed è stato, in qualche modo, potenziato, è altrettanto vero che appare un’esigenza per molti, quella di apporre alcune significative modifiche alle regole relative a questo sussidio. Infatti, nella cronaca non sono state affatto rare – anche in questi ultimi mesi – le notizie relative ad abusi per quanto attiene alla percezione di questo beneficio, erogato ogni mese.
Ebbene, prossimamente le regole relative all’ottenimento del reddito di cittadinanza potrebbero cambiare, e non sarebbe la prima volta. Lo ha recentemente reso noto alla fonti di informazione il ministro del Lavoro Andrea Orlando, che non a caso vuole ‘reimpostare’ le attuali politiche attive del lavoro; apponendo correzioni sostanziali anche verso il meccanismo dell’assegno di Stato rivolto a disoccupati e famiglie in difficoltà, che fu ‘cavallo di battaglia’ della campagna elettorale del M5s qualche anno fa.
Insomma, se è vero che il reddito di cittadinanza è stato rilanciato anche per aiutare le persone in difficoltà economica causa pandemia, è vero che da più parti è sentita l’esigenza di rivedere alcuni aspetti dell’istituto. E l’intervento in programma godrebbe anche del favore del Presidente del Consiglio Mario Draghi, da sempre scettico su come è impostato ora il meccanismo di re-inserimento e avviamento al lavoro.
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Reddito di cittadinanza: quale potrebbe essere la novità?
Onde prevenire fenomeni di abuso, il piano Orlando vedrebbe la previsione ed introduzione di una nuova condizione di accesso per ottenere – e conservare nel tempo – il reddito di cittadinanza.
In buona sostanza, il Ministro vuole combattere le critiche che vedevano al centro i percettori del reddito di cittadinanza; accusati spesso di stare sul divano e intascare al contempo i soldi del sussidio. Altre critiche di queste settimane hanno riguardato gli operatori del settore turistico, che hanno puntato il dito contro i percettori del RdC; i quali preferirebbero restare senza un’occupazione, piuttosto che accettare un contratto di lavoro stagionale.
Ebbene, in base al meccanismo pensato dal Ministro Orlando, il reddito di cittadinanza sarebbe conservato; ma scatterebbe la condizione per la quale il percettore dovrà nel tempo seguire corsi di aggiornamento e/o formazione; obbligatori per poter continuare a percepire il sussidio. Ovviamente ciò in attesa di trovare nuovamente lavoro, grazie anche alle strutture operanti a livello locale, che servono a favorire l’incontro tra domanda ed offerta di lavoro.
In altre parole, cambierebbe non poco per il reddito di cittadinanza e per i percettori del beneficio erogato mensilmente. Infatti, chi è titolare della card reddito di cittadinanza dovrà, in attesa di trovare un lavoro, proseguire a studiare; o comunque continuare la formazione teorica e pratica. Ciò attraverso corsi che permettano non soltanto di affinare le proprie competenze; ma anche di allargare le proprie conoscenze. In definitiva, grazie al nuovo meccanismo di RdC per il percettore aumenterebbero le chance di trovare un lavoro.
Le finalità alla base del nuovo meccanismo del RdC: ecco quali sono
La scelta di modificare in modo radicale il meccanismo di percezione del reddito appare condivisibile; specialmente se pensiamo al grave problema rappresentato dai cosiddetti ‘neet‘, ossia coloro che non sono impegnati nello studio; né nel lavoro; né nella formazione. Si stima che al momento in Italia ci siano oltre 2 milioni di giovani, tra i 15 e i 29 anni, che non studiano e non lavorano e il nostro paese ha il negativo primato di essere il primo in Europa per il numero di neet (20,7%). Ecco perchè urge trovare una soluzione, intervenendo anzitutto sul reddito di cittadinanza.
Il Governo, ed in primis il Ministero del Lavoro, ritiene dunque che sia da attuare una riforma ulteriore del reddito di cittadinanza. Ciò per rispondere ad alcune esigenze particolarmente sentite. Anzitutto, il nuovo RdC servirebbe ad aumentare le chance di occupazione grazie ai percorsi di formazione. In seconda battuta, è innegabile che il nuovo meccanismo contribuirebbe a rendere minori i tempi di attesa; e terrebbe comunque impegnata la persona disoccupata con ore di studio e di frequenza ai corsi. Inoltre, la riforma porterebbe ad un sicura diminuzione della percentuale dei ‘neet’ in Italia, al momento davvero troppo alta.
Tanti i giovani senza diploma: occorrono nuovi percorsi formativi
Non deve stupire infatti che in un recente intervento, il Ministro del Lavoro Andrea Orlando, abbia rimarcato che quasi un terzo dei percettori di questo contributo versato da parte dell’Istituto di previdenza, non possiede un diploma di scuola superiore. Ciò di fatto impedisce a molti di trovare nuove chance occupazionali, in quanto senza qualifica o senza conoscenze da spendere nel mondo del lavoro.
Concludendo sul tema delle novità in arrivo circa il reddito di cittadinanza, le previsioni ci dicono che questo sussidio potrebbe cambiare già dal prossimo mese. Anche perchè, in corrispondenza con l’approvazione del Recovery Plan italiano da parte della UE e con l’arrivo della prima tranche di aiuti europei, il nostro paese dovrà intraprendere quel percorso di ‘allineamento’ agli standard imposti dalla UE per l’ottenimento degli aiuti stessi, nel corso del tempo. Ci riferiamo ovviamente agli obiettivi di cui al programma “NextGenerationEU“. Ecco perchè la riforma del reddito di cittadinanza è solo un tassello di una più grande riforma del lavoro, che prevede anche il potenziamento dei discussi centri per l’impiego.