Bonus 600 euro e contributo a fondo perduto sono cumulabili fra di loro? Con risposta ad interpello numero 104 dell’11 febbraio scorso l’Agenzia delle Entrate ha fornito chiarimenti in merito a questo dubbio.
In particolare l’istante, che svolge un’attività di lavoro autonomo, chiede di conoscere il parere dell’Amministrazione Finanziaria per sapere se il cosiddetto bonus 600 euro per le partite IVA previsto dal decreto Cura Italia Dl 18/2020 è cumulabile con il contributo a fondo perduto previsto dal Decreto Ristori Dl 137/2020.
Ecco i dettagli nell’interpello dell’Agenzia delle Entrate, il cui testo completo è disponibile in fondo a questa pagina.
Il Bonus 600 euro è cumulabile con il contributo fondo perduto?
Il caso sottoposto al Fisco riguarda un libero professionista il quale aveva beneficiato in prima istanza del bonus da 600 euro previsto dal Dl Cura Italia. Lo stesso bonus era considerato non cumulabile con il contributo a fondo perduto previsto dal Decreto Rilancio e infatti il contribuente vi aveva rinunciato.
Nello specifico, l’articolo 27 del Dl Cura Italia prevedeva una indennità per il mese di marzo 2020, pari a 600 euro
«ai liberi professionisti titolari di partita IVA attiva alla data del 23 febbraio 2020 e ai lavoratori titolari di rapporti di collaborazione coordinata e continuativa attivi alla medesima data, iscritti alla Gestione separata di cui all’articolo 2, comma 26, della legge 8 agosto 1995, n. 335, non titolari di pensione e non iscritti ad altre forme previdenziali obbligatorie […]».
Il Decreto Rilancio invece prevedeva che non avevano diritto al Contributo a Fondo Perduto
«i contribuenti che hanno diritto alla percezione delle indennità previste dagli articoli 27, e 38 del decreto legge 17 marzo 2020, n. 18, convertito, con modificazioni, dalla legge 24 aprile 2020, n. 27».
Contributo a fondo perduto Dl Ristori
Ora si chiede se fosse possibile per lui richiedere il nuovo contributo a fondo perduto previsto dal primo Decreto Ristori, Dl 137/2020, sempre per far fonte alle gravi perdite avute da determinate categorie di operatori economici in conseguenza della pandemia da COVID-19.
Specificatamente il contribuente si riferisce alla norma del Dl Ristori che stabilisce che
«è riconosciuto un contributo a fondo perduto a favore dei soggetti che, alla data del 25 ottobre 2020, hanno la partita IVA attiva e, ai sensi dell’articolo 35 del decreto del Presidente della Repubblica 26 ottobre 1972 n. 633, dichiarano di svolgere come attività prevalente una di quelle riferite ai codici ATECO riportati nell’Allegato 1 al presente decreto. Il contributo non spetta ai soggetti che hanno attivato la partita IVA a partire dal 25 ottobre 2020».
Qual è il parere dell’Agenzia
Per l’Agenzia delle Entrate la risposta è affermativa. Infatti tale il contributo a fondo perduto introdotto dal Dl Ristori è stato previsto in favore dei soggetti maggiormente colpiti dall’emergenza da COVID-19 a fronte di nuovi e diversi requisiti.
La disciplina infatti prevede espressamente rinvio all’applicazione, in quanto compatibili, delle disposizioni di cui ai commi da 7 a 14 dell’articolo 25 del Dl 34/2020, nei quali non è vi alcun riferimento al divieto di cumulo.
Conclusioni
Pertanto il richiedente può beneficiare del contributo a fondo perduto in oggetto; ma deve essere sempre in possesso degli altri requisiti previsti dalla norma, infatti la Risposta ad interpello non prevede alcuna specifica verifica.
Risposta Agenzia delle Entrate ad interpello numero 104 del 11/02/2021
Alleghiamo infine il testo completo dell’interpello ad oggetto del presente articolo.
Interpello AdE 104/2021 (160,9 KiB, 310 hits)