Nel 2025, il bonus mamme lavoratrici si espande, prevedendo l’esonero contributivo non solo per le lavoratrici dipendenti a tempo indeterminato, ma anche per le lavoratrici con contratto a termine (escludendo solo le lavoratrici domestiche) e le lavoratrici autonome titolari di partita IVA (anche se qui ancora non sono definiti i limiti).
Questa nuova misura di sostegno, introdotta nel disegno di legge di Bilancio 2025, si propone di favorire le madri che svolgono attività lavorativa anche in modalità diverse dal lavoro dipendente. Nel 2025, la misura spetterà ancora anche alle lavoratrici con almeno 2 figli (e non più 3 come prevedeva la norma di cui all’articolo 1, comma 180, della legge 30 dicembre 2023, n. 213). Andiamo quindi a vedere come funziona, a chi spetta e quali sono le novità.
Bonus mamme lavoratrici esteso a più categorie di lavoratrici
Il nuovo esonero contributivo riguarda, oltre alle lavoratrici dipendenti (escluse le lavoratrici domestiche), anche:
- Lavoratrici autonome;
- Imprenditrici in contabilità ordinaria e semplificata;
- Titolari di reddito di partecipazione, purché non abbiano optato per il regime forfettario.
Inoltre per quanto riguarda le lavoratrici dipendenti il bonus potrà essere fruito anche da chi ha un contratto a tempo determinato a differenza del 2024.
Questo allargamento della platea risponde all’obiettivo del Governo di supportare una varietà più ampia di donne lavoratrici e di promuovere la natalità.
Requisiti di reddito e modalità di accesso per le partite Iva
Per beneficiare del bonus nel 2025, le madri lavoratrici devono avere un reddito imponibile previdenziale non superiore a 40.000 euro annui, ma non devono aver optato per il regime forfettario. L’esonero è destinato anche nel prossimo anno alle madri con almeno due figli e sostituirà l’attuale incentivo contributivo in scadenza alla fine del 2024.
L’entità dell’esonero 2025 per le autonome non è ancora definita; sarà un decreto interministeriale, da adottare entro 30 giorni dall’entrata in vigore della nuova legge, a stabilire l’importo e le modalità di attuazione del beneficio.
Come per il precedente esonero, anche nel 2025 il contributo pensionistico delle beneficiarie resterà invariato, preservando la cosiddetta aliquota di computo delle prestazioni pensionistiche. Questo significa che l’esonero non influirà negativamente sui diritti pensionistici futuri delle lavoratrici.
Bonus mamme per le dipendenti nel 2025
Il bonus mamme lavoratrici per le dipendenti del 2025 si rivolge a chi ha un contratto a tempo indeterminato, ma anche a termine, sia nel settore pubblico che privato, escludendo però il lavoro domestico. Il beneficio è riservato anche nel 2025 alle lavoratrici con almeno 2 figli di cui il più piccolo con età sotto i 10 anni. La precedente modifica della misura del 2024 che escludeva le madri con due figli, non sarà rinnovata.
Per attivare l’esonero contributivo, la lavoratrice deve informare il datore di lavoro del numero di figli a carico e fornire i loro codici fiscali, oppure può effettuare la comunicazione direttamente all’INPS tramite l’app “Utility esonero lavoratrici madri”.
L’agevolazione è valida dal 1° gennaio 2025 fino al 31 dicembre 2026, con una fruizione mensile. Pertanto, le lavoratrici devono richiedere l’esonero ogni mese in cui intendono beneficiarne.
Come comunicare i dati dei figli all’INPS
L’INPS, tramite la circolare n. 27 del 31 gennaio 2024, ha introdotto l’app “Utility esonero lavoratrici madri” per facilitare l’accesso al bonus mamme.
Questa applicazione consente alle lavoratrici con almeno tre figli di inviare i codici fiscali e i dati anagrafici dei propri figli direttamente all’INPS, senza dover coinvolgere il datore di lavoro. La soluzione mira a rendere la procedura più rapida e autonoma, permettendo alle lavoratrici di monitorare facilmente la propria situazione contributiva.
Riepilogo bonus mamme lavoratrici 2025
- Destinatarie: lavoratrici dipendenti, autonome, imprenditrici e partecipanti, escluso il regime forfettario.
- Requisiti: madri con almeno due figli e reddito imponibile annuo ≤ 40.000 euro.
- Misura dell’esonero: ancora da definire; limite massimo annuale di 300 milioni di euro.
- Aliquota pensionistica: invariata, senza impatto sui contributi pensionistici.
Questa riforma rappresenta un passo in avanti per supportare le madri lavoratrici, in particolare le autonome e le titolari di partita IVA.