Le misure dell’ultima manovra trovano applicazione anche in tema di pensioni minime e assegni sociali. Si tratta delle novità normative entrate in vigore all’indomani dell’approvazione definitiva della legge di Bilancio 2024, e dunque operative dal primo gennaio scorso.
Gli importi delle pensioni minime e degli assegni sociali crescono in ammontare, per effetto della rivalutazione piena delle somme più basse e sulla scorta delle percentuali di perequazione automatica disposte, in modo definitivo per lo scorso anno e provvisoriamente per quest’anno, tramite il cd. l’indice dei prezzi al consumo Istat.
Vediamo insieme quanto aumenteranno le pensioni minime e gli assegni sociali 2024. Come saranno determinate le nuove soglie?
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Pensioni minime e assegni sociali 2024: il contesto di riferimento
Non pochi si chiedono quale sia il meccanismo con cui scatta la variazione – al rialzo – degli importi di questi trattamenti. Precisiamo anzitutto che di riferimento è la circolare Inps n. 1 del 2 gennaio scorso, con cui l’istituto di previdenza dettaglia le novità in tema di rinnovo delle pensioni, delle prestazioni assistenziali e delle prestazioni di accompagnamento alla pensione per l’anno 2024.
Ebbene, con l’appena citata circolare, Inps descrive le operazioni di perequazione necessarie per il pagamento delle prestazioni previdenziali e assistenziali nel 2024. Infatti, nel documento di prassi sono indicate nel dettaglio tutte le attività compiute da Inps e le singole tabelle con gli importi.
Per comprendere le novità 2024, e quindi l’attuale contesto di riferimento, occorre ricordare quanto segue:
- nel corso dell’anno passato, l’indice di rivalutazione applicato in via provvisoria a partire dal primo gennaio 2023 corrispondeva – com’è noto – al 7,3%, ma è stato poi incrementato di un ulteriore 0,8 per raggiungere l’8,1%, attraverso il decreto ministeriale del 20 novembre scorso, in tema di perequazione automatica delle pensioni;
- il conguaglio, vale a dire l’incremento delle pensioni per differenza tra i due indici, assegnato ogni mese e con arretrati quantificati dal primo gennaio 2023 è stato eccezionalmente anticipato alla mensilità di dicembre 2023, con il decreto-legge n. 145 del 18 ottobre scorso. Ciò nella finalità di salvaguardare, per quanto possibile, il potere d’acquisto delle famiglie contro i rischi di erosione rappresentati dall’inflazione.
Ecco perché già lo scorso mese, le pensioni minime toccavano un ammontare pari a 567,94 euro ed un totale annuo corrispondente a 7.383,22 euro.
Di quanto aumentano le pensioni minime e gli assegni sociali nel 2024
Attenzione perché, dal primo gennaio scorso, il decreto ministeriale del 27 novembre scorso ha disposto l’indice provvisorio di perequazione anno 2023, nella percentuale pari al 5,4 – salvo conguaglio in sede di perequazione per l’anno successivo.
Ciò significa che, a partire dallo scorso primo gennaio, l’importo dei trattamenti è ulteriormente aumentato ed in particolare:
- le pensioni minime, rivolte a coloro che hanno lavorato e versato contributi nella loro carriera lavorativa, sono salite a quota 598,61 euro mensili (ed ammontare annuo pari a 7.781,93). Si tratta però di un dato provvisorio in quanto dovrà essere confermato l’indice di rivalutazione previsto per quest’anno;
- gli assegni sociali, rivolti invece a coloro che hanno un reddito inferiore alle soglie ogni anno fissate dalla legge e che si trovano in situazioni di difficoltà economica acclarata, avranno nel 2024 un importo – anch’esso provvisorio – pari a 534,40 euro mensili (ed ammontare annuo pari a 6.947,33 euro).
Ricordiamo altresì che, per il 2024, l’età per accedere all’assegno sociale è pari a 67 anni, proprio come per la pensione di vecchiaia. In Italia, onde avere diritto a quest’ultima, oltre al requisito anagrafico occorre aver raggiunto almeno 20 anni di contributi. Tuttavia, chi non ha mai versato contributi e non può ricevere la pensione – neanche quella minima – può richiedere all’Inps l’assegno sociale.
Pensioni minime 2024, quali novità dalla legge di Bilancio
L’indice di rivalutazione per le pensioni minime mira a garantire che anche le pensioni e i trattamenti più bassi siano adeguati alle variazioni dei costi della vita. In particolare, è utile ricordare che la manovra 2024 ha disposto l’applicazione del 100% della rivalutazione per i trattamenti pensionistici complessivamente uguali o al di sotto di 4 volte il trattamento minimo Inps, ovvero 2.271,76 euro, con percentuali gradualmente in diminuzione al crescere del reddito da pensione.
Non solo. La legge di Bilancio 2023 aveva fissato un ulteriore aumento, quantificato in via eccezionale sulle annualità 2023 e 2024, per le pensioni di ammontare uguale al di sotto del trattamento minimo Inps. L’entità di questo specifico incremento è pari all’1,5% per l’anno passato – ma è del 6,4% per i soggetti di età uguale o maggiore di 75 anni – e al 2,7% per l’anno in corso. Tutte queste operazioni di rivalutazione sono svolte da Inps, proprio a seguito delle modifiche di cui alla legge. Ecco perché, insieme alle operazioni di rivalutazione delle pensioni, si è provveduto a riconoscere anche detto aumento innalzando le pensioni minime a 614,77 euro per l’anno in corso. Ed è dunque corretto affermare che le pensioni minime nel 2024 aumentano di circa 50 euro rispetto all’anno scorso (567,94 euro mensili).