Gli interessi legali derivanti dall’accredito dei contributi figurativi arretrati in caso di riliquidazione della pensione, spettano a decorrere dalla domanda amministrativa e non dal momento della liquidazione della pensione originaria. È dunque ammesso il riconoscimento retroattivo ma solo a partire dalla data in cui il pensionato presenta domanda al ministero, non da quella di inizio del trattamento previdenziale.
A stabilirlo è la Corte di Cassazione con la sentenza n. 4745 dell’8 ottobre 2018; laddove il ricalcolo della pensione avvenga in base a una richiesta di riconoscimento di contributi figurativi, la prestazione dipende dalla presentazione di una specifica domanda. Più precisamente la riliquidazione della pensione si calcola a partire dal 120esimo giorno dalla presentazione della domanda, in caso di accoglimento.
Calcolo interessi su arretrati pensione INPS: la vicenda
La vicenda riguarda un pensionato INPS che il 24 febbraio del 2000 aveva fatto richiesta alla Commissione Ministeriale per le provvidenze ai perseguitati politici antifascisti o razziali; questo comportava il riconoscimento della contribuzione figurativa per il periodo dal 1938 al 1945. Periodo in cui egli era stato perseguitato in quanto di origine ebraica ai sensi della L. n. 96/1955.
La Corte d’Appello di Milano, con sentenza n. 969/2012, riformando la pronuncia del locale Tribunale, ha parzialmente accolto la domanda del pensionato. L’INPS, infatti, dovrà corrispondere la rivalutazione e gli interessi a far data dal proprio pensionamento del 1981; questo per le differenze di pensione derivanti dal nuovo calcolo in suo favore.
Il riconteggio della pensione è avvenuta dal 7 luglio 2006; tuttavia, gli interessi da corrispondere sugli arretrati partono solamente dal 7 ottobre 2003. Il pensionato, al contrario avanzava gli interessi fin dalla data di decorrenza della pensione, ossia dal 01/01/1981; mentre l’INPS li aveva accreditati solo dal 2003, ovvero dal momento in cui aveva ricevuto gli atti.
Interessi su arretrati pensione INPS: la sentenza
Ebbene, la sentenza stabilisce che, in effetti, l’interpretazione dell’INPS è stata troppo restrittiva, ma non riconosce il diritto agli arretrati fin dal 1981. Si limita a farlo dal momento della presentazione della domanda, ovvero dal 2000. Infatti, gli interessi legali sugli arretrati di pensione dovuti a titolo di ricalcolo spettano dalla domanda amministrativa e non dal momento della liquidazione della pensione originaria.
In particolare, gli ermellini partono dai principi della Corte di Cassazione (sentenza 1569/1981); questa stabilisce che il riconoscimento della contribuzione figurativa e la consequenziale riliquidazione della pensione a far data dalla sua decorrenza originaria, si impone all’INPS di comportarsi come se i contributi siano presenti dall’inizio.
Pertanto, la Corte di Cassazione ha stabilito che gli interessi sulle mensilità di pensione arretrate, nel caso di specie, decorrono a partire dalla domanda di presentazione dell’istanza amministrativa, vale a dire dal 24 febbraio 2000.
Per concludere, la Suprema Corte afferma che al pensionato gli interessi sul dovuto si calcolano dallo spirare del 121° giorno dalla presentazione della domanda; e non dal centoventunesimo giorno successivo al pervenire della pratica all’Ente come aveva, invece, stabilito l’INPS. Quindi, un pensionato che presenta domanda di riconoscimento dei contributi arretrati, ha diritto al ricomputo della pensione conseguente a partire dal 120esimo giorno dalla presentazione della domanda (sempre che la richiesta venga accolta).