Con la Riforma fiscale 2021 è in arrivo anche la fatturazione elettronica obbligatoria per i forfettari? Come è ben noto, questo è un periodo in cui il mondo delle istituzioni si sta interrogando su quali riforme dare al paese, in una pluralità di settori. Non solo lavoro, pensioni, ammortizzatori sociali e giustizia, ma anche ovviamente riforma fiscale. In particolare, come segnalato dai principali osservatori del mondo delle tasse, a breve dovremmo assistere all’estensione dell’obbligo di fattura elettronica anche ai forfettari.
Ricordiamo che per regime forfettario si deve intendere un particolare regime fiscale per le partite IVA individuali che consente di fruire di diverse semplificazioni fiscali e contabili. Il regime forfettario è stato introdotto da una legge ad hoc nel 2014.
Tecnicamente, il regime forfettario consiste in uno dei regimi fiscali sostitutivi dell’IRPEF al quale possono avere accesso i titolari di partita IVA che, se in possesso dei requisiti previsti dalla normativa, possono sfruttare una tassazione agevolata del 15 %, che si abbassa al 5% per le nuove attività.
Ciò che qui preme ricordare è che dal 2022 la riforma fiscale potrebbe aprire le porte alla fattura elettronica anche per coloro che sfruttano questo regime di favore e che al momento non ne sono obbligati. Vediamo qualche ulteriore dettaglio.
Riforma fiscale 2021: cosa prevede
Come appena accennato, abbiamo di fronte una novità che probabilmente verrà messa in campo a partire dal prossimo anno. Al momento, l’assetto normativo vigente prevede l’obbligo di fatturazione elettronica per la maggior parte dei privati dal primo gennaio 2019; ma è pur vero che non riguarda le piccole partite IVA. A queste ultime, come è ben noto, si applica il cd. regime forfettario, il quale al momento implica l’esclusione dall’obbligo citato.
In verità la notizia dell’estensione non è di ieri: è circa un biennio che gli ‘addetti ai lavori’ ipotizzano una possibile estensione dell’obbligo di fatturazione elettronica. E se finora la proposta sembrava destinata a rimanere tale, adesso la concretizzazione pare essere quasi certa.
Insomma, come opportunamente osservato dagli esperti in materia fiscale, alla luce di tutte le novità in arrivo con la riforma fiscale, dalla riduzione dell’IRPEF ai tagli all’IRAP, sembra proprio questo il momento più idoneo per apportare anche questa modifica alla platea dei destinatari dell’obbligo di fatturazione elettronica. Tra l’altro in questi giorni è molto chiacchierata la probabile riforma del catasto, che introdurrebbe un diverso meccanismo di calcolo delle tasse sulle proprietà immobiliari.
D’altronde, ben sappiamo che la riforma fiscale risponde anche a quelli che sono gli obiettivi di cui al PNRR. In buona sostanza, è opportuno sfruttare l’occasione per apportare quante più novità possibili al sistema fiscale italiano che, come ben noto, è per molti versi antiquato e farraginoso.
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Fatturazione elettronica per i forfettari: atteso l’ok delle istituzioni UE
A questo punto vi è però da fare una importante precisazione: infatti, l’obbligo di usare il meccanismo della fattura elettronica anche da parte dei forfettari ha bisogno dell’autorizzazione UE. Serve insomma il via libera da parte della Commissione Europea, circa l’estensione dell’applicazione della disciplina sulla fatturazione elettronica, anche alle piccole p. IVA. Ciò in ragione del fatto che si tratta di una deroga alla disciplina comunitaria in materia di IVA.
Inoltre, non bisogna dimenticare questo aspetto: nel caso vi sia dal 2022 l’effettiva estensione della fatturazione elettronica, anche i forfettari saranno tenuti ad operare i dovuti adeguamenti a livello tecnologico. In pratica, le cose si complicano un poco: vero è che l’Amministrazione finanziaria mette a disposizione dei possessori di partita IVA un software gratuito; ma è altrettanto vero che nella maggior parte delle situazioni pratiche, gli interessati saranno di fatto costretti a fare riferimento a software di mercato. Ciò all’evidente fine di articolare e spedire le fatture elettroniche in modo più agevole e rapido.
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E’ da rimarcare altresì che l’accesso e la permanenza nel cd. regime agevolato dei forfettari è condizionata ad un tetto massimo di ricavi o compensi per le p. IVA fissato in 65mila euro.
Concludendo, la fatturazione elettronica in Italia è stata prevista per gli operatori economici a partire da alcuni anni, nella specifica finalità di combattere l’evasione fiscale in materia di IVA. In concreto, la fattura elettronica è una fattura in formato digitale e per ‘fatturazione elettronica”, il legislatore fa riferimento all’iter con il quale sono gestite le fasi di:
- emissione;
- spedizione;
- tenuta
- e conservazione digitale del documento di fatturazione elettronica.