Benvenuti in questa guida dedicata all’inflazione, un fenomeno economico di fondamentale importanza. L’inflazione, pur potendo sembrare un argomento complesso, rappresenta un elemento chiave nell’ambito finanziario e nell’economia reale di qualsiasi nazione.
In questo documento, affronteremo una panoramica esaustiva sull’inflazione, definendo il concetto, analizzandone le cause e gli effetti, e presentando strategie per affrontarla in modo proattivo. Speriamo che questa guida possa fornirvi una comprensione più approfondita sull’inflazione e come essa influisce sul vostro patrimonio finanziario. Analizziamo la questione in dettaglio.
Inflazione: la definzione
L’inflazione è un aumento generale e sostenuto del livello dei prezzi dei beni e dei servizi in un’economia durante un periodo prolungato. In altre parole, rappresenta la diminuzione del potere d’acquisto della valuta, poiché con la stessa quantità di denaro è possibile acquistare meno beni e servizi rispetto al passato.
L’inflazione può essere causata da vari fattori, tra cui un aumento della domanda, costi di produzione più elevati, politiche monetarie espansive o eventi economici straordinari, e può avere un impatto significativo sulle decisioni finanziarie delle persone e sulle economie nazionali.
Come funziona l’inflazione
Nelle economie di mercato i prezzi dei beni e servizi possono aumentare o diminuire nel corso del tempo. Ciò che identifica l’inflazione è un rincaro di ampia portata, che non coinvolge soltanto singole di voci di spesa.
A causa dell’inflazione diminuisce il valore della moneta nel tempo. In sostanza, con un euro, si acquistano oggi meno beni e servizi rispetto al passato.
In questi casi si utilizzano due valori:
- Il valore nominale rappresenta quanto teoricamente vale il denaro;
- Il valore reale quantifica quanti beni e servizi si possono acquistare con una determinata somma.
I 100 euro che il cittadino possiede avranno, dopo un anno, lo stesso valore nominale. Ciò che cambia, ad esempio con un’inflazione al 5%, è il valore reale. Per acquistare la stessa quantità di beni e servizi di un anno prima sarà necessario sborsare 105 euro.
Quanti tipi di inflazione esistono?
In base all’aumento dei prezzi si parla di:
- Inflazione strisciante, con un tasso inferiore al 5%;
- Inflazione galoppante, se il tasso è superiore al 5% ma inferiore al 20%;
- Iperinflazione, con un tasso superiore al 20%.
Un esempio di iperinflazione è quello della Germania nel corso degli anni Venti del secolo scorso. Dall’agosto del 1922 al novembre del 1923 il paese registrò un tasso medio inflazione pari al 32% mensile.
Quali sono le cause dell’inflazione?
Due sono le cause alla base dell’inflazione:
- Inflazione da domanda;
- Inflazione da costi.
L’inflazione da domanda si registra ad esempio nelle fasi di picco di un ciclo economico, quando l’eccesso di domanda di beni rispetto all’offerta porta il comparto produttivo ad aumentare i prezzi dei beni stessi.
La seconda causa dell’inflazione si verifica a fronte di un aumento del costo dei fattori produttivi, tale da comportare, a cascata, un aumento dei prezzi di beni e servizi.
Perché si parla di inflazione buona e cattiva?
Molto spesso di sente fare una distinzione fra inflazione buona e cattiva. Qual è la differenza?
Inflazione buona
L’inflazione tenuta sotto controllo comporta, grazie all’aumento dei prezzi, un miglioramento in termini di Prodotto interno lordo (PIL), indicatore che esprime il valore dei prodotti e dei servizi realizzati all’interno di uno Stato sovrano, in un determinato arco di tempo.
In questi casi, di conseguenza, ad un aumento dell’inflazione corrisponde una crescita economica del Paese, caratterizzata da:
- Una robusta domanda di beni e servizi;
- Occupazione elevata.
Inflazione cattiva
L’inflazione cattiva nasce dal lato dell’offerta, con un aumento dei prezzi figlio, ad esempio, di un rialzo del prezzo dell’energia. In questi frangenti all’aumentare dell’inflazione si accompagna una frenata della crescita economica.
Come si può regolare l’inflazione
Il controllo dell’inflazione nel rispetto della soglia individuata dalla Banca centrale europea al 2% avviene di norma con una modifica dei tassi di interesse.
Aumentando i tassi crescono i costi associati ai prestiti, spingendo così i cittadini a risparmiare piuttosto che incrementare la spesa.
In questo modo, diminuendo la domanda di beni e servizi, si metterebbe un freno all’aumento dei prezzi, se non addirittura innescando una diminuzione degli stessi o una situazione di stallo.
Come viene calcolata l’inflazione
In Italia è l’Istat (Istituto Nazionale di Statistica) a rilevare mensilmente il prezzo di un paniere di beni e servizi, il cui prezzo complessivo viene confrontato con quello dell’anno precedente. Il tasso di inflazione altro non è che la variazione in termini percentuali del prezzo.
L’inflazione è misurabile secondo tre indici:
- L’indice dei prezzi al consumo per l’intera collettività (NIC), con cui si considerano, complessivamente, i consumi delle famiglie presenti in Italia;
- L’indice armonizzato dei prezzi al consumo (IPCA), il cui obiettivo è restituire una misura dell’inflazione comparabile a quella degli altri stati membri dell’Unione europea, in base ad una struttura concettuale, tecnica e metodologica comune (dal 2012 è stato introdotto anche l’indice IPCA – TC a tassazione costante, il quale utilizza gli indici di prezzo al netto delle variabili delle imposte indirette come Iva, accise ed altre tipologie di tassazione su prodotti specifici);
- L’indice dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati (FOI), si basa sui consumi delle famiglie con un lavoratore dipendente non operante nel settore agricolo.
Cos’è il paniere Istat
Il paniere è uno strumento introdotto in Italia nel 1928, utilizzato dall’Istat per rilevare i prezzi al consumo di beni e servizi prevalentemente acquistati dal complesso delle famiglie e, sulla base di questi, calcolare l’inflazione.
Se dall’introduzione al 1998 la metodologia di calcolo si è basata sull’applicazione dello stesso paniere di prodotti per un certo numero di anni (dal 1928 al 1998 ne sono stati utilizzati nove), dal 1999 si è passati ad una base mobile di calcolo.
Di conseguenza, per meglio adattarsi all’evoluzione e ai cambiamenti in materia di beni e servizi acquistati il paniere viene aggiornato a dicembre di ogni anno per il calcolo dell’inflazione nell’anno seguente.
L’evoluzione storica dei consumi ha comportato il passaggio dai 59 prodotti (divisi in cinque capitali di spesa) del periodo 1928 – 1938 (in cui figuravano ad esempio l’inchiostro nero per scuole e i pennini) ai 1772 prodotti del 2022, divisi in dodici capitali di spesa. Tra le nuove abitudini di spesa degli italiani (con riferimento al paniere 2022) si segnalano:
- Poke take away;
- Friggitrice ad aria;
- Sedia da pc;
- Tappetino da ginnastica;
- Download di film;
- Streaming di contenuti musicali;
- Psicoterapia individuale;
- Saturimetro;
- Test sierologico covid-19;
- Tampone molecolare covid-19;
- Tampone rapido covid-19;
- Test covid-19 antigenici fai da te.
Al contrario, sono usciti dal paniere i compact disk e l’hoverboard.
Il paniere ponderato
Un’altra tipologia di paniere è quello ponderato, in cui l’aumento dei prezzi di beni e servizi ha un’incidenza proporzionale all’importanza che gli stessi rivestono nei consumi della collettività.
Ad esempio, con riferimento all’anno 2022, il peso attribuito (per il calcolo dell’indice NIC) al capitolo di spesa “Prodotti alimentari e bevande analcoliche” è 18,3676%, mentre quello di “Bevande alcoliche e tabacchi” è il 3,4038% o ancora “Abbigliamento e calzature” con il 6,3855% e “Servizi ricettivi e di ristorazione” con il 9,3754%.