Si avvicina la data nella quale si dovrà versare l’acconto IMU. La deadline da rispettare quest’anno è il 17 giugno 2024: il 16 è una domenica. Ma quali sono le regole in vigore quest’anno per il pagamento dell’imposta?
A regolamentare l’applicazione dell’IMU, almeno per il 2024, è l’articolo 1, commi da 738 a 779, della Legge 160/2019, meglio nota come Legge di Bilancio 2020. Norme che sono ancora valide per quest’anno.
L’IMU deve essere versata dai soggetti, anche quando non sono residenti in Italia, che risultano essere possessori di un immobile nel nostro paese (ossia fabbricati, aree fabbricabili o terreni agricoli). L’imposta deve essere versata dai proprietari o, in alternativa, dai seguenti soggetti:
- titolari del diritto reale di usufrutto, uso, abitazione, enfiteusi, superficie;
- genitore assegnatario dell’immobile della casa familiare;
- concessionario nel caso di concessione di aree demaniali;
- locatario per gli immobili concessi in locazione finanziaria dal momento della consegna e per tutta la durata del contratto.
L’IMU deve essere versata per tutti gli immobili, ad esclusione di quello utilizzato come abitazione principale.
IMU, cos’è l’abitazione principale
Prima di addentrarci nel calcolo dell’IMU da versare è necessario soffermarsi un attimo sul concetto di abitazione principale. Su questo immobile, infatti, i proprietari o i detentori di un qualsiasi altro diritto reale non devono versare l’imposta.
Benché, nella maggior parte dei casi, si affermi che l’IMU non si paga sulla prima casa, non è proprio così. In realtà l’imposta non deve essere versata sull’abitazione principale. Un immobile, per essere classificato come tale, deve essere in possesso di una serie di requisiti:
- l’immobile deve costituire il luogo di residenza del contribuente. Il diretto interessato, in altre parole, deve aver registrato presso l’Ufficio anagrafe del Comune la propria residenza in quel determinato immobile. Non è sufficiente essere in possesso di una residenza nello stesso Comune, cosa che, invece, sarebbe sufficiente per ottenere le agevolazioni previste dal bonus prima casa;
- in quello stesso immobile ci deve essere anche la dimora abituale del contribuente. Non è sufficiente, infatti, avere una residenza formale, è necessario vivere realmente nell’immobile per la maggior parte dell’anno. Per verificare che questo requisito sia rispettato, il Comune potrebbe farsi consegnare, per esempio, le bollette delle utenze domestiche, dalle quali dovranno risultare dei consumi effettivi.
Nel caso in cui dovesse mancare anche uno solo di questi requisiti, l’immobile risulterebbe soggetto all’IMU. Il Comune, inoltre, avrebbe diritto a recuperare l’imposta che non è stata versata nel corso degli ultimi cinque anni.
Leggi anche: IMU seconda casa: come calcolarla e scadenze
Come calcolare la base imponibile
Quali sono i parametri sui quali calcolare l’IMU? La rendita catastale è il punto di partenza per andare a calcolare la base imponibile degli immobili registrati al catasto. La rendita catastale deve essere rivalutata del 5%. Il risultato che si ottiene da questa operazione deve essere moltiplicato per un coefficiente che è strettamente legato con la categoria catastale di un determinato immobile.
Proviamo a fare un esempio, così tutto diventa più chiaro. Se un immobile, che appartiene alla categoria catastale A/1, ha, per esempio, una rendita pari a 1.000 euro, la base imponibile deve essere calcolata come segue:
(1.000 x 1,05) x 160 = 168.000 euro.
I coefficienti specifici relativi alle varie categorie catastali sono i seguenti:
- A (esclusa A/10): coefficiente 160;
- A/10: coefficiente 80;
- C/1, C/2, C/6 e C/7: coefficienti rispettivamente 55 e 160;
- C/3, C/4 e C/5: coefficiente 140;
- D (esclusa D/5): coefficiente 65;
- D/5: coefficiente 80.
A questo punto siamo arrivati solo a metà del nostro percorso. Una volta che è stata determinata la base imponibile del nostro immobile è necessario calcolare l’IMU andando ad applicare l’aliquota specifica che gli compete e che viene determinata dal Comune.
IMU, l’abbattimento della base imponibile
I contribuenti hanno la possibilità di accedere ad una serie di agevolazioni, che permettono loro di risparmiare qualcosa quando devono pagare l’IMU. La Legge di Bilancio 2020 ha introdotto la possibilità di ottenere alcuni sconti sulla base imponibile, nel momento in cui i contribuenti sono in possesso di determinati requisiti, che sono i seguenti:
- si ottiene una riduzione del 50% nel caso in cui si fosse proprietari di immobili storici, artistici e per quelli che sono stati concessi in comodato gratuito tra genitori e figli;
- è possibile ottenere una riduzione del 50% per un immobile di proprietà di un pensionato residente all’estero;
- è previsto lo sconto del 25% sulla base imponibile per gli immobili che sono affittati con contratto a canone concordato.
Come e quando pagare l’IMU?
L’Imu si paga tramite il Modello F24 e l’imposta annua può essere divisa in due rate di pari importo oppure in una rata unica pari al 100%.
Per il 2024 le scadenze per il pagamento rateale sono le seguenti:
- acconto da versare entro lunedì 17 giugno
- saldo da versare entro lunedì 16 dicembre.
La soluzione in un’unica rata va pagata entro lunedì 17 giugno.
Il codice tributo relativo all’IMU da inserire nel modello F24 è il seguente: codice tributo 3918, ovvero “IMU – Imposta municipale propria per altri fabbricati – Comune”.
Cosa succede se si paga l’IMU in ritardo
Il termine ultimo per pagare l’IMU è il 17 giugno 2024. Questa è una data molto importante da rispettare: andare oltre questo termine significa, purtroppo, mettere in conto anche una sanzione. Il cui ammontare è determinato dal ritardo con cui si paga l’imposta.
Chi dovesse versare in ritardo l’IMU può ricorrere al ravvedimento operoso, che permette di sanare la propria posizione riducendo al massimo le sanzioni da versare.
Nel caso, per esempio, che si procedesse a sanare la propria posizione entro 10 giorni dalla data di scadenza, è prevista una sanzione pari all’1% dell’importo dovuto. Nel momento in cui il versamento avverrà dopo i 14 giorni, le percentuali sono le seguenti:
- per le regolarizzazioni effettuate tra il 15° ed il 30° giorno: 1,50%;
- per le regolarizzazioni effettuate tra il 31° ed il 90° giorno: 1,67%;
- per le regolarizzazioni effettuate entro il termine di presentazione della dichiarazione IMU per l’anno fiscale 2024: 3,75%;
- per le regolarizzazioni effettuate entro l’anno fiscale 2025: 4,29%;
- per le regolarizzazioni effettuate oltre la dichiarazione per l’anno 2025, ma prima che arrivi la contestazione dell’infrazione: 5,00%.