Presentare la dichiarazione dei redditi tramite modello 730 è un obbligo di legge per molti contribuenti in Italia, principalmente per lavoratori dipendenti e pensionati in determinati casi. Per farlo è necessario avere a disposizione una serie di documenti che attestano la situazione reddituale di un determinato anno, ma non solo.
Sia che si faccia il 730 precompilato, sia che si opti per il 730 tramite CAF e altri intermediari, ci sono infatti diversi documenti che comprovano le spese effettuate che danno diritto a delle detrazioni fiscali, oppure che determinano specifici pagamenti o versamenti al fisco. Ricordiamo però che ci sono dei vantaggi sul controllo dei documenti nel caso di 730 precompilato senza modifiche, come vedremo in questa guida.
L’Agenzia delle Entrate potrebbe infatti avviare dei controlli sulle dichiarazioni inviate negli anni precedenti: in questi casi può essere necessario avere tutta la documentazione per fornire dei chiarimenti. In linea generale è consigliato conservare la documentazione il più possibile, ma vediamo nello specifico quali sono le regole.
Per quanti anni conservare la dichiarazione dei redditi
Partiamo con il vedere qual è il periodo di tempo consigliato per conservare per intero la dichiarazione dei redditi. Ricordiamo che grazie al cassetto fiscale del contribuente e alla piattaforma online dell’Agenzia delle Entrate è molto più semplice visionare e conservare i modelli 730 presentati.
In linea generale, come indica l’Agenzia delle Entrate, tutta la documentazione va conservata per almeno 5 anni dal momento in cui viene presentata:
“In ogni caso, il contribuente deve conservare la documentazione relativa ai dati indicati nel modello fino al 31 dicembre del quarto anno successivo a quello di presentazione della dichiarazione.”
Rientrano in questi parametri le Certificazioni Uniche rilasciate dai datori di lavoro o dagli enti pensionistici, fatture, ricevute e scontrini per le cui spese sono state previste delle deduzioni o detrazioni di imposta, copia del contratto di mutuo o affitto nel caso sia attinente, ricevute di bonifici e così via.
Per fare un esempio pratico, presentando la dichiarazione dei redditi con modello 730 nel 2024, quindi con riferimento ai guadagni del 2023, la documentazione va conservata almeno fino al 31 dicembre 2029, per rispondere ad eventuali controlli fiscali. Di seguito vediamo un elenco dei documenti da conservare.
Conservazione delle Certificazioni Uniche
Le Certificazioni Uniche (CU) vanno ad indicare al fisco quanto ha effettivamente guadagnato in un anno un lavoratore dipendente, collaboratore autonomo oppure un pensionato. Questi documenti vengono rilasciati ogni anno dai datori di lavoro e dagli enti pensionistici, per cui il contribuente deve prima di tutto accertarsi di riceverli.
Le CU vanno quindi presentate al momento della dichiarazione (anche se in linea generale chi ha una sola CU non è obbligato a fare la dichiarazione dei redditi) e vanno conservate per almeno 5 anni per i dovuti controlli.
Modello 730: fatture e scontrini per le spese sanitarie
Una voce importante che può essere inserita in CU riguarda le spese sanitarie sostenute durante l’anno, ovvero per visite mediche e per acquistare farmaci per sé oppure per familiari a carico.
Presentando quindi fatture e scontrini è possibile ricevere una detrazione del 19% se si è speso più di 129,11 euro durante l’anno. Questi vanno poi conservati con tutti i dati specifici per eventuali controlli.
Anche gli estratti conto bancari presentati in sede di dichiarazione dei redditi sono importanti da conservare, non solo al fine dei controlli fiscali, ma anche per eventuali altre necessità.
Modello 730: spese per la casa
Sempre nell’ottica di ottenere delle detrazioni fiscali, è possibile presentare diversi documenti al fisco che riguardano le spese sostenute durante l’anno per la casa. Vi rientrano qui ad esempio:
- Spese per il canone di affitto: è utile conservare la documentazione che riguarda il contratto di affitto e le mensilità corrisposte su cui si ha diritto a delle detrazioni;
- Spese per il mutuo: è possibile ottenere delle detrazioni anche sugli interessi del mutuo sulla prima casa: in questi casi è consigliato conservare, successivamente all’invio del 730, il contratto per il mutuo e prova dei pagamenti mensili;
- Spese per ristrutturazioni e riqualificazioni: vi rientrano tutti i documenti che interessano lavori svolti sugli immobili secondo i diversi bonus proposti dallo stato. Alcuni esempi sono: l’asseverazione ENEA, visto di conformità, fatture e ricevute che riportano le spese sostenute, l’eventuale documento di consenso dei proprietari di immobili, delibere dell’assemblea condominiale, il documento che attesta l’inizio dei lavori, autorizzazioni e documentazione ASL.
Ogni agevolazione richiede per l’accesso determinata documentazione: si consiglia di conservarla per più anni successivamente alla presentazione del modello 730, in vista di eventuali controlli mirati.
Per fare un esempio, chi accede ai bonus per ristrutturare casa e percepisce le quote di detrazione fiscale in 10 anni, dovrà conservare tutti i documenti per 5 anni a partire dall’ultima quota.
Per fare un altro esempio, il certificato di prestazione energetica ha una durata di 10 anni prevista per legge, per cui si consiglia di conservarlo almeno per questa durata.
Modello 730: spese per familiari a carico
Con la dichiarazione dei redditi spesso di presentano anche documenti che attestano le spese sostenute per familiari a carico. Pensiamo ad esempio ai costi legati alla scuola, alla formazione e all’università, o ancora quelli per visite mediche dei propri figli o congiunti.
Sono incluse anche le spese funebri e i costi per attività sportive dei figli, costi per il trasporto pubblico o erogazioni liberali. Per poter accedere alle detrazioni tutti i pagamenti devono avvenire in modo tracciabile: da qui il contribuente può conservare scontrini e ricevute per almeno 5 anni.
Anche se questo è il periodo minimo di conservazione, si consiglia di avere sempre a disposizione traccia di tutte le informazioni inserite nel modello 730 anche per più anni. Anche i documenti relativi alle assicurazioni, la cui spesa può garantire il diritto alle agevolazioni fiscali, sono importanti da conservare.
Come conservare i documenti del Modello 730
Oggi molti sistemi si sono digitalizzati, inclusi quelli che servono a comunicare i propri redditi al fisco: è nato infatti il 730 precompilato, anche con procedura semplificata, che snellisce i passaggi e velocizza le comunicazioni.
Con questo strumento è più facile tenere tutto sotto controllo, accedendo alla propria area riservata del portale dell’Agenzia delle Entrate. Tuttavia è consigliato scaricare tutti i documenti online e conservarli anche al di fuori della piattaforma.
Controlli documenti per il 730 precompilato
Chi presenta il 730 precompilato – sia direttamente sia tramite il sostituto d’imposta – senza modifiche o con modifiche che non influenzano la determinazione del reddito o dell’imposta, non sarà soggetto a controlli documentali sugli oneri indicati nella dichiarazione, forniti all’Agenzia delle Entrate da soggetti terzi.
Se invece il contribuente modifica il 730 precompilato il controllo documentale sarà effettuato sugli oneri modificati rispetto alla dichiarazione precompilata, limitatamente ai documenti che hanno determinato tali modifiche. Le agevolazioni sui controlli, nel caso di presentazione diretta del 730, si applicano anche se il contribuente utilizza la nuova modalità di compilazione semplificata, disponibile nell’area web dedicata.
È importante ricordare che i controlli documentali possono comunque riguardare i dati comunicati dai sostituti d’imposta tramite la Certificazione Unica (CU) e rimane sempre fermo il controllo della sussistenza dei requisiti soggettivi necessari per usufruire di detrazioni, deduzioni o agevolazioni.
La dichiarazione precompilata è considerata accettata anche se il contribuente effettua modifiche che non incidono sul calcolo del reddito complessivo o dell’imposta, come ad esempio la variazione dei dati della residenza anagrafica senza cambiare il comune del domicilio fiscale, l’indicazione o la modifica dei dati del soggetto che effettua il conguaglio, oppure l’indicazione o la modifica del codice fiscale del coniuge non fiscalmente a carico.