Per chi si trova in una situazione di disoccupazione, l’INPS mette a disposizione diverse forme di sostegno al reddito, e tra queste è prevista anche una particolare indennità per coloro che lavorano nel settore agricolo. La disoccupazione agricola è infatti una particolare forma di sostegno erogata dall’INPS a coloro che rientrano in determinate categorie di lavoratori.
La disoccupazione agricola viene corrisposta in base a specifici requisiti, comporta un’erogazione economica a favore del disoccupato e spetta per un numero uguale alle giornate lavorate, con limite di 365 giorni.
Di particolare importanza sono le tempistiche entro cui fare domanda: chi si trova in disoccupazione dopo aver lavorato nel settore agricolo, ha tempo fino a marzo dell’anno successivo per richiedere questa indennità. Ma vediamo nel dettaglio a chi spetta e come funziona nel 2023.
Cos’è la disoccupazione agricola
La misura prevista dall’INPS è una indennità economica versata a favore dei lavoratori del settore agricolo che si trovano senza occupazione. Possono accedervi i lavoratori dipendenti e soggetti equiparati, secondo l’appartenenza a determinate categorie, come vedremo tra poco.
Questa indennità è simile alla Naspi o alla DIS-COLL, che viene corrisposta a chi ha perso involontariamente il proprio lavoro. In questo caso può essere richiesta da chi ha perso il lavoro in ambito agricolo, e la cifra massima che si può ricevere come aiuto economico per il 2023 è di 1.222,51 euro.
A stabilire questo limite massimo ogni anno è l’INPS in base alle rivalutazioni fatte dall’Istat, e quest’anno tali calcoli hanno tenuto conto dell’inflazione che è aumentata nel paese nell’ultimo periodo.
Come vedremo tra poco, non tutti possono richiederla, perché è necessario aver svolto un lavoro con relativi contributi versati per almeno 102 giornate nel 2023. Per ciò che riguarda l’entità del sostegno, viene erogato con le seguenti modalità:
- 40% della retribuzione per gli operai a tempo determinato del settore agricolo che hanno perso il lavoro, nel rispetto dei requisiti previsti dalla misura;
- 30% della retribuzione per gli operai a tempo indeterminato del settore agricolo che hanno perso il lavoro, nel rispetto dei requisiti previsti dalla misura.
L’importo quindi non è uguale per tutti, ma varia in base al numero di giornate lavorate effettivamente nel corso dell’anno. Vediamo chi può accedere alla misura.
Chi può accedere alla disoccupazione agricola
Possono accedere alla misura i lavoratori del comparto agricolo, in base ad alcuni specifici requisiti. Per chi è in disoccupazione, ma opera in altri settori, l’INPS predispone misure diverse, come la Naspi. Vediamo qui di seguito chi può accedere alla disoccupazione agricola 2023:
- Operai agricoli, lavoratori a tempo determinato, che sono iscritti agli elenchi dei lavoratori agricoli dipendenti;
- Operai agricoli, lavoratori a tempo indeterminato, che sono stati assunti o licenziati durante l’anno, con eventuali periodi di mancata occupazione al di fuori del contratto;
- Piccoli coloni;
- Compartecipanti familiari;
- Piccoli coltivatori diretti con iscrizione agli elenchi nominativi che integrano fino a 51 giornate tramite versamenti volontari.
Per poter chiedere questa prestazione all’INPS, bisogna fare attenzione agli eventuali casi di esclusione dalla misura: si perde l’accesso se non si rispettano i termini massimi per la presentazione della domanda, oppure se si è iscritti ad una gestione autonoma o alla Gestione Separata INPS per tutto l’anno, o se l’attività autonoma supera quella dipendente.
Non è possibile chiedere l’indennità per i lavoratori che ricevono una pensione diretta, dal 1 gennaio dell’anno della prestazione, oppure per i lavoratori che in via prevalente hanno lavorato in altri settori.
Questa misura, al pari di come accade per la Naspi e la DIS-COLL, viene garantita a chi perde involontariamente la propria posizione lavorativa, per cui sono esclusi tutti coloro che si dimettono per via volontaria (ad eccezione di chi si licenzia per giusta causa o per le lavoratici madri).
L’indennità inoltre non è rivolta ai lavoratori che sono cittadini extracomunitari dotati di permesso di soggiorno che svolgono un lavoro di tipo stagionale.
Requisiti da rispettare per la disoccupazione agricola
Oltre a individuare le categorie specifiche di beneficiari della misura, l’INPS specifica anche quali sono i requisiti importanti che gli interessati devono rispettare.
Fondamentale è l’iscrizione agli elenchi nominativi dei lavoratori agricoli dipendenti, per l’anno di riferimento della domanda (ad esempio, una domanda presentata nel 2023 entro marzo si riferisce alla situazione del 2022).
In alternativa i beneficiari devono essere stati impiegati a tempo indeterminato solamente per una parte dell’anno, cumulando dei periodi di mancata occupazione. Inoltre è necessario che i beneficiari abbiano almeno due anni di anzianità nell’assicurazione contro la disoccupazione involontaria, e almeno 102 giornate contributive versate, tra l’anno a cui si riferisce il sostegno e l’anno precedente.
Va ricordato inoltre che in alcuni casi è possibile ricevere la disoccupazione agricola anche se è avvenuto un licenziamento volontario, di fronte a situazioni riferite ad una giusta causa, ad esempio il mancato pagamento dello stipendio.
Come funziona l’indennità agricola
Come abbiamo anticipato, l’importo mensile corrisposto dall’INPS varia in base al numero di giornate effettivamente lavorate dall’operaio agricolo, o da uno dei soggetti sopra indicati.
Il limite massimo è di 365 giornate all’anno, tuttavia da questo conteggio bisogna togliere anche alcune giornate, come: quelle svolte come lavoratore dipendente agricolo e non agricolo, le giornate di lavoro in autonomia, i giorni di malattia, maternità, infortunio, oppure le giornate non indennizzabili.
In questo conteggio va anche tenuto presente che nella somma totale (ovvero il 40% della retribuzione) viene scalato il 9% come contributo di solidarietà, per un massimo di 150 giorni. L’INPS provvede a pagare la somma derivata da questo calcolo direttamente al disoccupato, in un’unica soluzione.
Come abbiamo visto prima, esiste un limite massimo all’importo spettante, come specifica anche la Circolare n.14 dell’INPS del 03 febbraio 2023:
“Premesso quanto sopra, l’importo massimo dell’indennità di disoccupazione agricola da liquidare nell’anno 2023, con riferimento ai periodi di attività svolti nel 2022, è quello indicato nella circolare n. 26 del 16 febbraio 2022, al paragrafo 2 con riferimento ai trattamenti di integrazione salariale di cui all’articolo 3, comma 5-bis, del decreto legislativo n. 148/2015, vale a dire 1.222,51 euro.”
La contribuzione figurativa viene confermata per i periodi di disoccupazione agricola, e inoltre è possibile anche richiedere l’assegno per il nucleo familiare, entro 5 anni. Gli importi vengono rimodulati di conseguenza.
Come chiedere la disoccupazione agricola
L’INPS specifica anche quali sono le modalità per poter richiedere l’accesso alla disoccupazione agricola: è necessario procedere in un preciso lasso temporale, ovvero tra il 1 gennaio e il 31 marzo dell’anno successivo a quello a cui si riferisce l’indennità.
Per fare qualche esempio, entro il 31 marzo 2023 andava chiesta la disoccupazione agricola per il 2022, mentre entro il prossimo 31 marzo 2024 andrà richiesto l’accesso alla misura per i periodi di disoccupazione dell’anno in corso.
Chi intende richiedere questa prestazione all’INPS, deve presentare una domanda apposita all’ente previdenziale, tramite i canali ufficiali come il contact center, oppure il portale online. In questo caso va effettuato l’accesso con una credenziale digitale come lo SPID, CIE o CNS. In alternativa ci si può rivolgere ad un patronato convenzionato per svolgere queste pratiche.
Una volta approvata la misura al beneficiario specifico, l’INPS andrà ad erogare l’importo spettante in base alla modalità scelta dal lavoratore, che può decidere tra:
- Accredito sul conto corrente bancario;
- Accredito sul conto corrente postale;
- Accredito su libretto postale;
- Accredito su una carta prepagata con IBAN;
- Tramite bonifico presso un ufficio postale del territorio;
- Pagamento in contanti solamente entro le soglie stabilite per legge.
L’interessato deve comunque presentare tutti i documenti di identità al momento della presentazione della domanda presso un ufficio o per ritirare le somme da un ufficio postale.