Come dare le dimissioni oggi? Cosa sono le dimissioni telematiche? E’ ancora possibile “licenziarsi” con la classica lettera di dimissioni cartacea? Prima di rispondere dettagliatamente a queste e ad altre domande ricordiamo che il lavoratore che intende dimettersi dal lavoro deve seguire le nuove regole sulle dimissioni volontarie, che sono cambiate dal 2016.
La vecchia procedura cartacea, come noto, non è più valida, se non in alcuni casi specifici che vedremo in seguito ed è stata sostituita dalla procedura online.
Con questa guida dedicata ai lavoratori, ma valida anche per CdL, sindacati ed aziende, sulle nuove dimissioni volontarie online, risponderemo a domande come: chi deve fare le dimissioni telematiche? Chi può licenziarsi con la classica lettera di dimissioni?
Come fare le dimissioni on line autonomamente e a chi ci si deve rivolgere per le dimissioni online assistite? Cos’è e qual è il preavviso da rispettare? Qual è la data di decorrenza delle dimissioni volontarie? Ecco il nostro tutorial completo ed aggiornato alla procedura telematica di dimissioni volontarie del lavoratore.
Come dare le dimissioni nel 2024
Come anticipato in premessa, il Decreto Legislativo 151/2015 articolo 26, in attuazione del Jobs Act, con l’intenzione di contrastare definitivamente il fenomeno illecito delle cosiddette “dimissioni in bianco”, ha rilasciato una nuova procedura online detta “dimissione telematiche” o dimissioni online, che non può essere derogata da altre modalità di comunicazione, salvo alcuni specifici casi.
Infatti dal 12 marzo 2016 le dimissioni volontarie dei lavoratori e la risoluzione consensuale del rapporto di lavoro devono essere effettuate con modalità esclusivamente telematiche, tramite un’apposita procedura dal sito www.cliclavoro.gov.it.
Non è più possibile usare la vecchia lettera di dimissioni cartacea, se non in alcuni casi specifici come vedremo in seguito (es. dimissioni in prova). Non tutte le dimissioni sono uguali: andiamo ad analizzare caso per caso per vedere come procedere al licenziamento in diverse situazioni.
Come dare le dimissioni per giusta causa
Un primo caso di dimissioni è quello per giusta causa. I lavoratori in questo caso si dimettono per una motivazione specifica, che può essere: mancato pagamento dello stipendio o ritardo nel suo versamento, mancato versamento dei contributi, atti illeciti compiuti dal datore di lavoro e situazioni similari.
In questo caso è possibile dare le dimissioni per giusta causa, tramite la procedura online che abbiamo visto prima e non è necessario rispettare i tempi di preavviso. In questa particolare situazione è possibile anche accedere alla Naspi, l’indennità di disoccupazione corrisposta dall’INPS.
Se il datore di lavoro dichiara che non sussiste una giusta causa al licenziamento, in alcuni casi potrebbe essere necessario agire in giudizio.
Come dare le dimissioni volontarie
Quando un lavoratore decide di dare le proprie dimissioni volontarie, ovvero non è presente una giusta causa, ma la scelta è totalmente autonoma, può procedere con le dimissioni online, ma deve rispettare il periodo di preavviso stabilito da contratto.
Ogni lavoratore dipendente firma un contratto di lavoro con il proprio datore e su questo documento sono presenti le indicazioni precise sul tempo di preavviso per lasciare il posto di lavoro, che può essere di qualche mese. Questo periodo è indispensabile per l’impresa per riorganizzare i propri progetti ed eventualmente trovare un sostituto.
In questo caso quindi non rispettare il preavviso può comportare delle decurtazioni in denaro dall’ultima paga del dipendente. Inoltre, non trattandosi di una perdita involontaria del lavoro, non è possibile accedere alla Naspi.
Come dare le dimissioni durante un periodo di prova
Dare le dimissioni durante un periodo di prova può accadere ad esempio se ci si accorge che un determinato luogo di lavoro non è facilmente raggiungibile, oppure se la mansione svolta non è congeniale o perché si è individuata un’altra posizione lavorativa.
In questi casi dare le dimissioni è più semplice: non bisogna procedere con la comunicazione telematica, ma basta avvisare il datore di lavoro. Inoltre non è necessario rispettare un certo periodo di preavviso. Lo stesso vale per il titolare: la sospensione del rapporto è possibile in qualunque momento per entrambe le parti.
In questo caso non sono presenti particolari decurtazioni dallo stipendio, perché non c’è un periodo di preavviso. Tuttavia va ricordato che se ci si licenzia in modo volontario non è neanche possibile accedere alla Naspi.
Se è il datore di lavoro a determinare il licenziamento, si può accedere a questa indennità solamente se sono state versate 13 settimane di contributi. Il requisito delle 30 giornate di lavoro invece è decaduto.
Come dare le dimissioni durante l’apprendistato
Anche chi sta svolgendo un apprendistato, ovvero giovani lavoratori dai 18 ai 29 anni, può procedere con le dimissioni. In questo caso, tolta l’eccezione del periodo di prova, è necessario rispettare la tempistica di preavviso.
Questo perché gli accordi di apprendistato seguono i CCNL, ovvero i Contratti Collettivi Nazionali del Lavoro, stabilendo con precisione la tempistica per il preavviso. Anche in questo caso è quindi necessario procedere con la modalità telematica.
Se invece si viene licenziati durante lo svolgimento dell’apprendistato, questo può avvenire solamente per giusta causa o giustificato motivo oggettivo, ovvero se il lavoratore ha effettuato una grave negligenza oppure se l’azienda ha particolari difficoltà.
Il lavoratore può comunque rispondere alla lettera di licenziamento del datore di lavoro e in caso di perdita del posto può richiedere l’accesso alla Naspi.
Come dare le dimissioni con un contratto determinato
Il caso del contratto a tempo determinato è particolare, perché viene stabilito fino dalla stipula del documento quale sarà la data di termine del rapporto lavorativo. Per questo motivo i lavoratori dipendenti assunti tramite questo accordo non possono procedere alle dimissioni in modo telematico.
Di fatto possono licenziarsi solamente per giusta causa, ad esempio se il datore di lavoro ha compiuto un illecito di qualche tipo. Non si prevede un tempo di preavviso e il lavoratore di fatto non può procedere alle dimissioni.
Se il lavoratore non rispetta questa regola, potrebbe trovarsi nella situazione di dover risarcire i danni all’azienda. Si può invece procedere se la decisione è presa in accordo tra le parti.
Come dare le dimissioni online
Il lavoratore che vuole dare le dimissioni online e quindi licenziarsi deve:
- recarsi sul portale www.cliclavoro.gov.it;
- accedere ad un’area riservata con le proprie credenziali digitali;
- compilare il form di dimissioni online;
- inviare il modulo compilato (che sarà inoltrato d’ufficio anche alla PEC del datore di lavoro).
Le dimissioni telematiche quindi possono essere trasmesse tramite il portale Cliclavoro con accesso tramite SPID (Sistema Pubblico di Identità Digitale).
Altri sistemi sono:
- Carta d’identità elettronica (CIE);
- eIDAS;
- Accesso Cittadino Estero no eIDAS;
- Accesso PA (per utenti con credenziali NoiPA).
Il problema delle dimissioni in bianco
La modalità telematica per dare le dimissioni è stata introdotta per limitare le così dette “dimissioni in bianco”: si tratta di una pratica illecita con cui i datori di lavoro fanno firmare un foglio senza data relativo alle dimissioni del dipendente, già in fase di assunzione.
Come è facile intuire, è una pratica del tutto scorretta, che si era diffusa largamente in Italia. A fronte di questo problema, istituire una modalità online permette di ufficializzare le dimissioni e passare attraverso un ente autorevole.
Dare le dimissioni con intermediari abilitati
Chi non vuole procedere alle dimissioni online fai-da-te, può rivolgersi ad intermediari abilitati per l’inoltro della comunicazione di dimissioni telematiche.
I soggetti abilitati alle dimissioni volontarie online sono i seguenti:
- patronati;
- sindacati;
- commissioni di certificazione;
- enti bilaterali;
- consulenti del lavoro;
- e sedi territoriali dell’Ispettorato Nazionale del Lavoro.
In questi casi il lavoratore che vuole “licenziarsi” dal lavoro dovrà recarsi presso uno di questi soggetti e comunicare la sua volontà di recedere dal lavoro.
I soggetti incaricati potranno accedere con le proprie credenziali e assisteranno quindi il lavoratore nello svolgimento della procedura.
Lettera di dimissioni: quando è valida
Non rientrano nell’obbligo di dimissioni online e quindi possono ancora compilare la classica lettera di dimissioni cartacea:
- i lavoratori domestici (colf e badanti);
- i casi di risoluzione a seguito di conciliazione stragiudiziale;
- le dimissioni in sede protetta dei genitori lavoratori per i quali è prevista la convalida presso le sedi territoriali dell’Ispettorato nazionale del lavoro (dimissioni della lavoratrice in gravidanza o della lavoratrice/lavoratore nei primi tre anni del bambino);
- i lavoratori in prova (dimissioni durante il periodo di prova);
- i lavoratori del pubblico impiego;
- i lavoratori marittimi.
Come funziona il preavviso di dimissioni
E’ bene sottolineare che anche con il nuovo sistema di dimissioni telematiche il lavoratore che decide di dare le proprie dimissioni volontarie è tenuto comunque a rispettare i termini del preavviso, tranne nei casi di dimissioni per giusta causa, in cui sono date in tronco.
Il lavoratore deve comunicare pertanto con congruo anticipo che vuole dimettersi. Il preavviso di dimissioni varia in base a CCNL e mansioni.
Per tutte le informazioni dettagliate in merito alla decorrenza e al preavviso di dimissioni vi rimandiamo alla lettura della nostra guida completa: Preavviso dimissioni
Data decorrenza dimissioni
La data di decorrenza delle dimissioni volontarie (da indicare quindi nel modello di dimissioni telematiche) è quella a partire dalla quale, decorso il periodo di preavviso, il rapporto di lavoro cessa.
Pertanto la data di decorrenza delle dimissioni da indicare sarà quella del giorno successivo all’ultimo giorno di lavoro.
Revoca delle dimissioni: online e cartacee
Da sottolineare infine la possibilità offerta al lavoratore di revocare le proprie dimissioni sia online che cartacee. L’articolo 26 del succitato decreto legislativo 151/2015, prevede quindi l’istituto della revoca delle dimissioni.
Questa procedura stabilisce che entro sette giorni dalla data di trasmissione del modulo contenente le dimissioni online il lavoratore ha la facoltà di revocarle, sempre in via telematica. Allo stesso modo potrà procedere in caso di dimissioni cartacee.
Leggi anche: Revoca delle dimissioni: cos’è e come funziona
Risoluzione consensuale
Le stesse regole finora menzionate sono valide anche per la risoluzione consensuale del rapporto di lavoro. In questo caso la volontà di recedere dal rapporto di lavoro non è unilaterale, ovvero non dipende solo dal lavoratore, ma vi è un accordo tra lavoratore e datore di lavoro. Le due parti decidono cioè insieme di non voler più proseguire nel rapporto di lavoro.
Gli effetti della risoluzione consensuale su altri istituti, come ad esempio sulla disoccupazione Naspi sono gli stessi delle dimissioni, in quanto non vi è involontarietà nella perdita del lavoro.
Leggi anche: Risoluzione consensuale del rapporto di lavoro: cosa c’è da sapere
Quanto costa dare le dimissioni telematiche
Dare le dimissioni online secondo la nuova procedura ha un costo? Ci sono due situazioni possibili:
- Dare le dimissioni online in autonomia;
- Dare le dimissioni tramite un intermediario abilitato.
Nel primo caso sostanzialmente il lavoratore può utilizzare la piattaforma online dedicata in modo autonomo per presentare le proprie dimissioni, compilando i campi con tutti i dati richiesti. Questa procedura è del tutto gratuita.
Nel secondo caso invece, il lavoratore si rivolge ad un consulente esterno, che può essere un centro CAF, un intermediario, un consulente del lavoro e così via.
In questa situazione solitamente il professionista richiede il pagamento di una certa somma, variabile, intorno ai 30-50 euro. In determinate circostanze viene richiesta un’iscrizione ad un sindacato, con i costi aggiuntivi per questa operazione.
Dimissioni online, come fare? Ecco la guida pratica
Infine segnaliamo che la Fondazione Studi dei Consulenti del Lavoro, ha predisposto una breve guida per i lavoratori.
Si tratta di una guida riassuntiva delle regole e d’immediata e semplice consultazione, dedicata a coloro che si trovano nella delicata situazione e non sanno come dare le dimissioni online.