Telecom Italia passa dalle parole ai fatti; lo scorso 19 aprile la società telefonica aveva annunciato ai sindacati 6.800 esuberi da realizzare entro il 2012. Ora, in piena estate, quando tutti sono un pò più disattenti e pensano già al mare e alle vacanza, Telecom Italia, passa ai fatti.
Nella giornata di oggi, arriveranno sui tavoli dei sindacati 3700 lettere di licenziamento che, in pratica, corrispondono ad altre 3700 “persone” che si troveranno a lottare per sopravvivere e che andranno ad incrementare la già consistente fetta di Italiani disoccupati o precari.
Da oggi quindi, così come prevede la legge sui licenziamenti collettivi, partiranno 75 giorni entro i quali i sindacati dovranno “contrattare” con l’azienda per chiedere una riduzione dei tagli o il ricorso alla CIG o alla mobilità.
Il viceministro alle Comunicazioni, Paolo Romani, di concerto con il ministro Sacconi, ha deciso di convocare in settimana i vertici dell’azienda. L’obiettivo della convocazione, recita il comunicato del ministero, e’ di ”discutere ed approfondire le tematiche e le strategie industriali che sembrano prevedere un ridimensionamento dell’attuale forza lavoro”.
“Mai come in questa fase – osserva il ministero – e’ necessario procedere con la massima cautela rispetto agli snodi che riguardano l’industria delle telecomunicazioni italiana; settore strategico sul quale il Governo italiano ha deciso di focalizzare la propria attenzione ritenendolo elemento di fondamentale importanza per lo sviluppo del Paese”.
C’è da giurare che tutto questo non sarà una passeggiata: la Fistel-Cisl, per voce del segretario generale Vitale, si dice disponibile alla trattativa; il segretario nazionale di Slc-Cgil, Alessandro Genovesi, ha definito il comportamento di Telecom come “un comportamento vergognoso da parte di un’azienda che ha registrato più di 1,5 miliardi di euro di guadagni netti, che ha già circa mille lavoratori in contratto di solidarietà e che continua a remunerare a peso d’oro dirigenti e manager”.
Allo stesso tempo Genovesi avverte che se Telecom dovesse scegliere la strada del “muro contro muro, se ne assumerà tutte le responsabilità”.
Il Governo si svegli da questo torpore; le più grandi aziende del paese stanno facendo il bello e il cattivo tempo; stanno sgretolando pezzettino per pezzettino quel pò che rimane del diritto del lavoro e della dignità dei lavoratori; basti vedere Fiat, Vinyls, Agile, e infine Telecom…
Il ministero chiave (quello dello sviluppo economico) non ha ancora trovato un ministro giusto. Così non si andrà molto lontano. Anzichè pensare alle cricche, alle intercettazioni, a salvare ministri o pseudo tali, si pensi a salvare il lavoro; prima che sia veramente troppo tardi….
Fonte: www.ansa.it, www.skitg24.it