Lo scorso 11 novembre, il Ministro Sacconi ha inviato a tutte le parti sociali la bozza del disegno di legge delega sullo “Statuto dei lavori”, auspicando la definizione di un avviso comune tra le parti che consenta di produrre un testo da sottoporre poi al Consiglio dei Ministri e al Parlamento.
E così, mentre il governo vacilla tra Ministri ritirati e mozioni di sfiducia, il Ministro del lavoro ha deciso che i tempi sono comunque maturi e, il clima è abbastanza sereno, per procedere alla delicata riforma dello Statuto dei lavoratori, per cambiarlo nello Statuto dei lavori.
Obiettivo del documento è la razionalizzazione e la semplificazione del complesso di provvedimenti e leggi in materia di lavoro, con l’obiettivo di ridurre almeno del 50 per cento la normativa attualmente vigente. Ciò potrà avvenire anche mediante abrogazione delle normative risalenti nel tempo prevedendo altresì, ove opportuno, un nuovo regime di sanzioni civili, penali e amministrative”.
“La delega si propone di identificare, sulla base della Costituzione e della Carta dei diritti fondamentali U.E., un nucleo di diritti universali e indisponibili per tutti i lavoratori dipendenti, compresi i lavoratori a progetto e le monocommittenze. Le tutele non comprese tra i diritti universali potranno altresì essere affidate e rimodulate grazie alla contrattazione collettiva e potranno essere definite nelle aziende e nei territori con intese anche in deroga alle norme di legge e valorizzando il ruolo degli organismi bilaterali.
Quanto alle tutele sul mercato del lavoro, il disegno di legge dispone l’estensione degli ammortizzatori sociali e contempla interventi di politica attiva con particolare attenzione alla valorizzazione di percorsi formativi per competenze e in ambiente produttivo”.
Si legge nella relazione al disegno di legge: “..Quarant’anni di Statuto evidenziano gli enormi progressi compiuti a tutela della persona che lavora, ma anche tutta la distanza che separa l’impianto di questa legge dai nuovi modelli di produzione e di organizzazione del lavoro e dalla recente evoluzione di un mercato del lavoro sempre più terziarizzato e plurale…”
“..È giunto il tempo di realizzare l’intuizione di una parte del sindacato quando sosteneva, rispetto al dibattito che ha poi portato alla codificazione dello Statuto dei lavoratori, che “il contratto è il mio Statuto”...
I sindacati si dimostrano ancora una volta divisi: mentre la Cisl ha apprezzato la scelta di affidare alla parti sociali la regolazione del lavoro, per la Cgil, la bozza dello Statuto dei Lavori e la richiesta di un avviso comune tra le parti “ha un unico evidente motivo: tentare di far saltare il tavolo di confronto tra le parti sociali, introducendo elementi di divisione”.
Per leggere tutti i documenti relativi allo statuto dei lavori seguite il link: www.lavoro.gov.it