Il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali ha siglato, in data 16 giugno 2010, un protocollo d’intesa sulle pari opportunità con la Consigliera nazionale di parità, il Consiglio Nazionale dei Consulenti del Lavoro e l’Associazione Nazionale Consulenti del Lavoro.
L’accordo ha la finalità di promozione da parte dei consulenti del lavoro, di politiche per accrescere le opportunità occupazionali per giovani e lavoratrici e, promuovere l’effettiva parità tra sessi.
Gli obbiettivi che si propone il protocollo d’intesa sono:
- Aumentare gli spazi lavorativi in un contesto legislativo in evoluzione implementando l’occupazione e la ricollocazione nel mercato del lavoro, favorendo l’accesso al lavoro autonomo, alla formazione imprenditoriale e alla qualificazione professionale delle lavoratrici e dei giovani;
- rinforzare gli impegni assunti in ambito europeo, vigilando sulla equa distribuzione del lavoro e dei ruoli tra uomo e donna e tra lavoratore comunitario ed extracomunitario, attuando politiche del lavoro attive con particolare attenzione all’integrazione dei migranti nel mercato del lavoro, promuovendo la partecipazione delle donne alla scienza ed alla tecnologia per contribuire ad aumentare l’innovazione;
- Accrescere la diffusione della cultura di genere e contrastare le forme di misconoscimento, sopraffazione e violenza di genere, con particolare attenzione alle molestie sessuali;
- i Consulenti del Lavoro, si impegnano a realizzare una iniziativa di pari opportunità su tutto il territorio nazionale, rivolta in particolar modo alle piccole e medie imprese, si impegnano altresì a promuovere presso le aziende da loro assistite parità di salario, educazione ai diritti, promozione della solidarietà generazionale, conciliazione tra vita professionale e privata;
- I Consulenti del Lavoro si propongono di favorire e sviluppare progetti e azioni positive per attuare le pari opportunità nell’accesso e nello svolgimento dell’attività professionale, di valorizzare le differenze di genere, di promuovere e rafforzare la rappresentanza femminile negli organi istituzionali ed associativi.
Per l’attuazione di tale protocollo, sono previste le seguenti attività:
- Organizzare seminari e convegni per fare formazione specifica a vari livelli sulle varie applicazioni di lavoro flessibile e sugli istituti sociali ad esso connessi, con specifica attenzione alla regolamentazione delle assenze giustificate;
- Istituire a cura del Centro Studi A.N.C.L.S.U. e della Fondazione Studi del Consiglio Nazionale dei Consulenti del Lavoro, un servizio di studio e analisi sulla razionalizzazione e abbattimento del costo del lavoro, allo scopo di orientare le imprese sull’inserimento lavorativo e potenziamento della forza lavoro attraverso:
- l’applicazione del contratto di lavoro più aderente, indirizzando le imprese sullo sviluppo di carriera e organizzazione del lavoro in un’ottica di modernizzazione;
- politiche di sostegno dirette alla domanda di lavoro femminile e di categorie svantaggiate di lavoratori, che si traducono in incentivi fiscali alle aziende;
- sgravi contributivi a favore di aziende che attraverso la contrattazione pongano in essere azioni positive per la flessibilità degli orari e organizzazione lavorativa al fine di conciliare tempi di cura e di lavoro (part-time reversibile, orario flessibile in entrata e uscita dal lavoro, e altro);
- contributi diretti alle aziende per la creazione di asili nido, volti a favorire la permanenza al lavoro e meglio conciliare i tempi di cura e di lavoro;
- Creare un “work group”, attraverso la Fondazione Studi dei Consulenti del Lavoro ed il Centro Studi dell’Associazione Nazionale Consulenti del Lavoro, che verifichi periodicamente il rapporto forza-lavoro/costo-azienda, la professionalità e la formazione acquisita, l’impiego di tempo e di costo per ciascun addetto nel paese Italia. Obiettivo è la ricerca di strumenti e l’individuazione di interventi volti a diminuire il costo del lavoro, generare più occupazione;
- promuovere il lavoro etico e sicuro e la corretta informazione dei diritti e dei doveri dei lavoratori e dei datori presso le imprese attraverso la istituzione, il coordinamento e l’attuazione di tirocini formativi e stage ad ogni livello professionale, volti a promuovere il lavoro accessorio, il telelavoro, i contratti di collaborazione coordinata e continuata, la formazione a distanza (e_learning) in maternità utilizzando i servizi della Fondazione Consulenti per il lavoro e demandando all’Associazione Nazionale dei Consulenti del Lavoro, il tutoraggio e la ricerca del sistema meritocratico per migliorare la qualità delle prestazioni dei servizi pubblici;
- Eliminare gli ostacoli che di fatto all’interno delle aziende impediscono il pieno sviluppo della professionalità femminile, promuovendo corsi di formazione tecnico-professionale da espletare prima del rientro in servizio a seguito del lungo periodo di astensione dal lavoro per maternità, eliminando sia i possibili effetti psicologici di riadattamento che di progressione di carriera;
- Partecipare congiuntamente e pariteticamente, Consulenti del Lavoro e Parti Istituzionali, alla redazione dei regolamenti attuativi, per la indizione dei “Progetti Formativi Cofinanziati” per la realizzazione dei luoghi e delle attività inerenti i servizi sociali ed informativi del lavoro utili a/e per le famiglie, gestione degli anziani, dei bambini, dei detenuti e dei diversamente abili, per ridurre le difficoltà gestionali di conciliazione lavoro-famiglia;
- Realizzare, in fase sperimentale, degli spazi opportunamente organizzati con servizi all’infanzia, dove svolgere l’attività professionale autonoma durante il periodo di maternità e congedo parentale;
- Progettare uno “spazio donna”, gestito dalle rappresentanze dei Consulenti del Lavoro ,in collaborazione con le parti istituzionali interessate, da inserire nel circuito dei quotidiani regionali e delle tv con approfondimenti tematici sulle questioni di maggiore interesse (dimissioni, servizi all’infanzia, conciliazione lavoro-famiglia, ecc.).
Wow! questa si che è una bella notizia; un passo importante verso la risoluzione di tanti problemi legati al lavoro delle donne che, forse potranno pian piano, trovare una giusta soluzione. L’idea mi sembra più che buona; ora dalla carta deve però passare al concreto.