In un mondo dove tutti rivendicano la fatidica parità tra i sessi, esiste un settore dove ormai, tale parità può dirsi pienamente raggiunta. Sto parlando dei “Casalinghi”, ossia di uomini che, o per scelta di vita o per necessità, decidono di diventare gli “angeli del focolare”.
Dai dati INAIL relativi al numero di polizze contro gli infortuni domestici sottoscritte dall’Istituto al 31 dicembre 2009, si evince che gli uomini che si dedicano completamente alla cura della famiglia (e quindi anche ai lavori domestici), rappresentano l’1,1% del totale delle persone che hanno sottoscritto la polizza dell’INAIL contro gli infortuni domestici. In pratica, rappresentano “un piccolo esercito” di 22.631 persone, di età compresa tra i 18 e i 65 anni.
In totale le iscrizioni sono 2.033.653 (il termine di versamento del premio, per il 2010, è scaduto lo scorso 1 febbraio) e, per 98,9% riguardano donne.
In relazione all’area geografica di appartenenza dei titolari, il 95,7% delle assicurazioni interessa cittadini di nazionalità italiana, l’1,9% cittadini comunitari (37.791 persone) e il restante 2,4da cittadini extracomunitari (48.602). A livello territoriale, ancora, le regioni col maggior numero di iscritti sono Lombardia (327.942 unità), Veneto (189.783), Lazio (182.421), Puglia (145.560) e Sicilia (126.782). Infine, per quanto riguarda il numero degli infortuni in ambito domestico, al 31 dicembre 2009 le richieste di erogazioni delle rendite sono state 12.736 (delle quali 581 sono rendite costituite).
Come dire: nella vita non si finisce mai di imparare e, non è mai troppo tardi per nulla! In periodi di forte crisi occupazionale, probabilmente la scelta verso la cura della famiglia è stata “obbligata” dalla perdita del posto di lavoro e dalla mancata possibilità di reinserimento lavorativo. Ma questo non deve essere visto come un dramma.
Sul sito www.uominicasalinghi.it (sito ufficiale dell’Associazione uomini casalinghi) ho trovato per esempio, un bel decalogo sui benefici di essere casalingo come, ad esempio:
- più tempo da condividere con la famiglia;
- migliore complicità con la partner;
- imparare a conoscere meglio i propri figli;
- guadagnare in indipendenza con pannolini, biberon, lavatrici, etc.
Io aggiungerei anche che è un ottimo inizio per un mondo fatto veramente di uguaglianza; portare un grembiule, stirare, cucinare, accudire i propri figli etc, non è un sintomo di “uomo non macho” al contrario è sinonimo di grande intelligenza, sensibilità e di notevole dignità.
Fonte: www.inail.it