Il nuovo Dpcm 16 gennaio prende forma: i numeri della pandemia anche in Italia non rassicurano di certo: 13,6% il tasso di positività riscontrato l’11 gennaio, non meno di 10mila casi e centinaia di decessi al giorno. Proprio come nella prima fase dello scorso marzo.
Insomma, i dati pubblicati dalla Protezione civile ci inducono a pensare, in modo fondato, che il quadro epidemiologico in Italia continui ad essere molto delicato e necessiti nuovi provvedimenti. Si discute infatti di un nuovo dpcm, al varo il 16 gennaio.
Ma cosa di fatto cambierebbe al fine di reagire all’ondata di casi di contagio e per evitarne una terza? Scopriamolo di seguito.
Nuovo Dpcm 16 gennaio: la suddivisione in zone non basta, servono nuove restrizioni
L’ultimo report dell’Istituto Superiore di Sanità segnala che più della metà delle Regioni italiane – ben 12 – sono a rischio alto in questi ultimi giorni; 8 a rischio moderato e soltanto una a basso rischio. E l’indice Rt, dopo sei settimane, è di nuovo superiore all’1 a livello nazionale.
E’ chiaro che, innanzi all’oggettività di questi numeri, anche il Ministero della Salute raccomanda cautela nei rapporti interpersonali e attenzione nei luoghi pubblici. Ma ciò non può bastare. Secondo quanto si apprende, il Governo pare seriamente intenzionato ad immettere ulteriori restrizioni e divieti. Lo scopo è semplice da intuire: frenare gli spostamenti delle persone che, con un minor numero di limitazioni – in questi giorni sono attive in Italia le ‘zone gialle’ tranne Calabria, Emilia-Romagna, Lombardia, Sicilia e Veneto che sono in arancione – escono maggiormente dalle proprie abitazioni e, a contatto con altre, fanno lievitare i casi.
Più nel dettaglio, al momento sono ancora chiuse palestre e piscine; ma anche luoghi come musei, cinema e teatri. Anche le scuole stanno subendo tuttora forti limitazioni. Per tutti, permane il divieto di spostamento tra regioni, tranne che per motivi di lavoro, salute o rientro nelle proprie abitazioni, domicili o residenze (zona gialla rafforzata).
Ma come detto, il nuovo dpcm è alle porte e, con tutta probabilità, gli ultimi giorni che ci separano dal 16 gennaio, sulla scorta delle ultime novità relative al monitoraggio della curva epidemiologica, condurranno a novità restrittive.
Due provvedimenti in arrivo: nuovo Dpcm e decreto legge Ristori
Come accennato, tutto fa pensare che il nuovo dpcm, in vigore dal 16 gennaio, si caratterizzerà per limitare ulteriormente le libertà personali. Con non soltanto la conferma dei divieti per le tre zone di colore diverso, in rapporto alla situazione epidemica locale, ma anche stabilendo regole supplementari.
Al momento, pare tuttavia esclusa l’ipotesi di fare tutta la penisola zona arancione il sabato e la domenica, come già successo il 9 e 10 gennaio, dando anzi l’ok alle Regioni, che hanno un rischio moderato, all’apertura (limitata) di bar e ristoranti, se in zona gialla.
Il ministro Francesco Boccia ha anticipato, in tema di nuovo dpcm, che saranno ribaditi i divieti tra le Regioni; evidenziando che potranno essere introdotti criteri più rigidi per la determinazione della zona. Ciò “per facilitare l’ingresso in arancione, provando a lavorare sull’indice di rischio e non sull’Rt”, le parole utilizzate dall’esponente del partito democratico in carica al ministero per gli affari regionali e le autonomie.
Ma attenzione: con tutta probabilità, in Parlamento saranno a breve presentati due distinti provvedimenti:
- un nuovo Dpcm;
- un decreto legge Ristori.
In particolare, quest’ultimo disporrà la proroga dello stato di emergenza fino al 30 aprile, secondo la logica di un allungamento (eventuale) di 3 mesi in 3 mesi, allo scopo sia di permettere di continuare con lo smart-working ove possibile, sia di agevolare la gestione della campagna vaccinale.
Nuovo Decreto Ristori
Il nuovo Dpcm si accompagnerà con ogni probabilità ad nuovo decreto Ristori per attenuare le difficoltà economiche per tutte quelle attività costrette alla chiusura causa restrizioni.
Zona rossa automatica: quando?
Tra le novità in arrivo con il nuovo dpcm, c’è la regola per cui, se in una certa regione, in una settimana ci saranno più di 250 contagi ogni 100.000 abitanti, scatterà automaticamente la zona rossa. E’ una idea dell’Istituto superiore di Sanità e approvata dal Comitato tecnico scientifico, che molto probabilmente sarà introdotta con il nuovo dpcm 16 gennaio.
L’incidenza sarà, insomma, parametro essenziale per gli esperti; la soglia ottimale corrisponderà a soli 50 casi ogni 100mila abitanti, giacchè è l’unica che, secondo gli studi effettuati, garantisce il pieno ripristino sull’intero territorio nazionale del contact tracing.
Per quanto riguarda le attività sportive e motorie, nella bozza di nuovo dpcm sarebbe confermato che in zona rossa non potrà essere compiuta alcuna attività sportiva; esclusa quella individuale all’aperto (ad es. jogging). Invece, nelle aree arancioni e gialle saranno vietate tutte le attività sportive di contatto.
La possibilità di istituire la zona bianca
In questi giorni di intensi contatti con le Regioni, si sta facendo largo anche l’idea di introdurre la zona bianca. Detta area scatterebbe in caso di Rt pari o inferiore a 0,50. Tuttavia, si stanno valutando vari criteri, onde evitare ogni possibile rischio di nuovi consistenti focolai, proprio in zone a rischio basso.
I luoghi inclusi nelle zone bianche potrebbero giovarsi di un numero ridotto di divieti, ed anzi i luoghi della cultura, come ad esempio, cinema, teatri e musei potrebbero ritornare a popolarsi di spettatori e visitatori. Inoltre, i bar e i ristoranti opererebbero senza restrizioni all’orario. Ma non solo: anche piscine e palestre potrebbero nuovamente tornare operative come in situazione di normalità.
Anche in zona bianca permarrebbero però le regole fondamentali che ci hanno accompagnato fin dall’inizio dell’epidemia; ossia divieto di assembramento, mascherina obbligatoria e distanziamento. Confermato anche il coprifuoco dalle 22 alle 5.
Inoltre, è confermato che non si potrà invitare nella propria abitazione più di 2 persone non conviventi. Ciò anche in zona gialla. Tuttavia l’Esecutivo deve stabilire, in questi giorni, se si tratterà di obbligo o forte raccomandazione.
Riaperture: novità per Bar, ristoranti ed impianti da sci
Per quanto riguarda bar e ristoranti, il Governo sembra ormai essersi orientato – in linea generale – all’inasprimento delle regole per questi locali. Infatti fuori da essi, anche in zona arancione – come emerge dalle recenti notizie di cronaca – tendono a formarsi gruppetti di persone.
Bar, pub e locali non solo chiuderanno sempre alle 18 in zona gialla, e a permanere chiusi in zona arancione e rossa; ma anche i servizi di asporto avranno uno stop anticipato in tutte le fasce, a partire dalle 18, e non dalle 22 come successo finora. Invariato invece l’asporto per i ristoranti, non essendovi alcun rischio di assembramento di persone.
Per quanto riguarda le piste da sci, si era pensato alla riapertura il 18 gennaio, ma sarà difficile che il nuovo dpcm la disponga davvero.
Concludendo, non resta che attendere ancora qualche giorno per vedere ‘ufficializzati’ i contenuti del nuovo dpcm, cui si accompagneranno con tutta probabilità anche nuovi ristori a favore delle attività lavorative che hanno dovuto chiudere per i divieti anti-contagio e che, dunque, hanno subito un consistete calo del fatturato.