Al termine del congressonazionale della Nidil – Cgil– svoltosi lo scorso 8 e 9 aprile, il sindacato degli atipici, nel documento politico finale, propone una riforma “degli ammortizzatori sociali che includa tutte le tipologie di lavoro partendo dalla necessità di abbassare i requisiti di anzianità contributiva per l’ottenimento della DS, sino a quella di dare copertura anche agli iscritti alla Gestione separata INPS che svolgono la propria attività con prevalenza di reddito derivante da una committenza e senza organizzazione d’impresa”.
Nel documento si evidenza come, la crisi economica ha comportato il ricorso alle forme di lavoro “atipiche”che, anzichè rispondere ad una richiesta di flessibilità, ha risposto ad una logica di abbattimento dei costi e dei diritti del lavoro, il cui ultimo esempio è rappresentato dalle norme rinviate alle Camere dal Presidente della Repubblica.
“I primi lavoratori a essere stati travolti dalla crisi con la conseguente perdita del lavoro sono stati i lavoratori precari più deboli contrattualmente e privi di protezioni sociali, ed in particolare sono stati i lavoratori migranti a pagare il prezzo più alto della crisi perché con la perdita del posto di lavoro si vedono negati anche i diritti di cittadinanza che vanno rafforzati e tutelati contrastando le norme della Bossi-Fini”.
I pochi avviamenti al lavoro che si stanno registrando evidenziano un crescente ricorso alle tipologie contrattuali meno tutelate come dimostra l’incremento del utilizzo dei voucher, dell’associazione in partecipazione e delle partite Iva, a sostituzione di ciò che sino a ieri era stato un lavoro subordinato”.
Pertanto, la Nidil ritiene necessario:
- Rilanciare e promuovere, con tutti i mezzi possibili, una forte azione di contrasto all’utilizzo improprio delle forme di lavoro “atipiche” e precarie, al fine di riaffermare la centralità del contratto di lavoro subordinato a tempo indeterminato;
- Rilanciare il concetto di lavoro economicamente dipendente con la riforma degli artt. 2094 e 2095 del Codice Civile al fine di unificare i diritti del lavoro di tutti coloro che prestano la propria attività lavorativa alle dipendenze altrui, al fine di riunificare il mondo del lavoro sotto gli stessi diritti;
“La NIdiL CGIL conferma di voler proseguire una via contrattuale capace sia di contrastare l’utilizzo improprio dei contratti “atipici”, sia di rispondere alle richieste di diritti e tutele dei lavoratori delle nuove professioni”; il sindacato ha anche evidenziato la necessità di prevedere adeguate forme e strumenti di rappresentanza sul posto di lavoro per i lavoratori “atipici”.
Si legge ancora nel documento: “Per questi lavoratori, e per tutti i parasubordinati, il Nidil rilancia la campagna “Mandiamo la precarietà in pensione” che si chiuderà nei prossimi mesi.
Potete leggere il documento politico seguendo il link: