Martedi 6 luglio presso la Sala Livatino del Ministero della Giustizia, è stato presentato il progetto “ANReL”, Agenzia Nazionale Reinserimento e Lavoro detenuti ed ex detenuti, alla presenza del guardasigilli Alfano, del sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Gianni Letta, il capo del DAP, Franco Ionta e il presidente della Fondazione Istituto di Promozione Umana Mons. Francesco Di Vincenzo e del RnS Salvatore Martinez.
Il progetto nasce dalla convenzione Quadro stipulata tra Ministero della Giustizia, con la Fondazione “Istituto promozione umana Mons. Francesco di Vincenzo”, in collaborazione con il Comitato Nazionale per il Microcredito, l’Agenzia per i beni confiscati alla criminalità organizzata, la Caritas Italiana, le Acli Nazionali, la Coldiretti Italiana, la Prison Fellowship International, il Rinnovamento nello Spirito Santo.
L’ANReL tende a favorire e sviluppare interventi finalizzati al reinserimento lavorativo di detenuti ed ex detenuti mediante la costituzione di una agenzia nazionale di reinserimento e lavoro.
Si tratta di una vera e propria “agenzia di collocamento”, che ha l’obiettivo di ridurre la recidività dopo l’uscita dal carcere, attraverso percorsi personalizzati di orientamento, formazione, avviamento al lavoro, inserimento professionale, borse lavoro, partnerariati con le principali organizzazioni sociali e datoriali. con il coinvolgimento attivo dei nuclei familiari dei soggetti coinvolti.
Per il momento al progetto sperimentale parteciperanno cinque regioni: Sicilia, Campania, Lazio, Lombardia e Veneto. Il finanziamento concesso dal DAP – Cassa delle Ammende è di € 4.804.000,00 ed avrà inizio con la creazione di 5 centri di raccolta dati all’interno degli Istituti delle 5 regioni , per la realizzazione di una banca dati per l’inserimento del curriculum lavorativo dei detenuti ed ex detenuti con interventi sulle difficoltà di inserimento e reinserimento sia sociale che familiare degli stessi.
Il progetto ha finalità di presa in carico anche dei familiari con la creazione di cittadelle (sul modello di quelle già esistenti a Caltagirone), sui territori confiscati alle mafie e ove non vi siano, messi a disposizione dalla Caritas.
Risultati previsti:
• Creazione banca dati con 6.000 soggetti inseriti;
• N. 1500 soggetti orientati ;
• Avviati al lavoro in forma dipendente 4.550, in forma d’impresa 150; in forma cooperativistica 1100;
• Famiglie assistite 2.000.
Fonte: www.giustizia.it