Alla fine gli operai dell’ex stabilimento Fiat di Termini Imerese, hanno deciso di occupare la sede dell’Agenzia delle entrate della cittadina siciliana. Una protesta per ridestare le coscienze e le istituzioni dal silenzio tombale sceso sulla riconversione dell’ex stabilimento Fiat che, sarebbe dovuta partire già dallo scorso gennaio. Una protesta contro lo Stato che pretende dai cittadini il pagamento delle tasse ma non mantiene le promesse fatte.
Lo stabilimento siciliano sarebbe dovuto essere rilevato dall’azienda molisana “DR motors” di Massimo Di Risio. L’accordo prevedeva la mobilità incentivata per 640 lavoratori (esodati) che, entro 6 anni (2 di CIG e 4 di mobilità), raggiungeranno i requisiti pensionistici e, la riassunzione di 920 operai da parte appunto dell’azienda di Macchia d’Isernia (Isernia).
A tutt’oggi però, nulla di tutto questo è stato fatto: la DR Motors non può far partire l’investimento nello stabilimento siciliano perchè non riceve più il finanziamento delle banche. Intesa Sanpaolo, Unicredit e Monte dei Paschi di Siena hanno infatti congelato il prestito da 95 milioni di euro previsto per la DR, poichè la stessa, risulta troppo esposta con i debiti verso le banche e i fornitori.
Addirittura, per una parte dei lavoratori del gruppo molisano è scattata la cassa integrazione a rotazione. E mentre l’azienda isernina cerca un nuovo socio con 15 milioni di capitale bello fresco che, consentirebbe di sbloccare i finanziamenti bancari e iniziare la riconversione dello stabilimento di Termini Imerese; gli operai siciliani iniziano la loro lunga protesta.
Ce l’hanno con il Ministero dello sviluppo economico e con Invitalia per la celta, evidentemente non troppo oculata del “salvatore” dell’ex stabilimento fiat e, ce l’hanno con il governo che rischia di far rimanere con il nulla in mano i 650 esodati.
Vincenzo Comella, sindacalista della Uilm Palermo ha detto: “Invitalia latita da due mesi. Avremmo dovuto riunirci il 3 maggio a Roma per avere risposte dall’advisor del governo e dal ministero dello Sviluppo, ma il tavolo non è stato mai fissato. Evidentemente la situazione è peggiore del previsto e non possono darci rassicurazioni. Il rischio è che salti tutto, non solo il diritto al secondo anno di cassa integrazione per il 2013, ma l’intero piano di riconversione“.
La protesta assicurano continuerà,questo è solo l’inizio. Pronti a tutto pur di difendere il loro diritto al lavoro e la loro dignità.