Lo sviluppo della green economy e dei green jobs potrebbe sollevare l’Italia dalla grave crisi economica – finanziaria, contribuendo alla ripresa della attività produttiva e contrastando il calo dell’occupazione.
“In Italia il fenomeno appare incoraggiante. Negli ultimi due anni assistiamo ad un intenso sviluppo delle installazioni di impianti di energie rinnovabili dovuto non solo all’iniziativa dei grandi operatori quali Enel, Edison, Sorgenia, ecc., ma ai numerosi nuovi entranti che vanno da imprese di media dimensione, es. Terni Energie ed altri, a tante aziende piccole, artigianali, fino alle famiglie”.
E’ questo ciò che si evince dallo studio realizzato dall’Osservatorio Energia e Innovazione dell’IRES-CGIL “Lotta ai cambiamenti climatici, efficienza energetica e fonti rinnovabili: gli investimenti, le ricadute occupazionali e le nuove professionalità”, commissionato dalla Filctem-Cgil; molto consistenti sono le potenzialità di sviluppo delle fonti rinnovabili presenti a livello nazionale e nelle regioni del Mezzogiorno, a partire dallo sviluppo della geotermia in Campania, del solare, dell’eolico e delle biomasse, con un contributo netto all’incremento occupazionale diretto da oggi al 2020 di 9.000 unità solo nel Sud, che a livello nazionale dovrebbe raggiungere 12.000 unità nette permanenti. Considerando poi, anche la occupazione indiretta e quella temporanea, secondo le proiezioni IRES, si raggiungerebbero al 2020 le 60.500 unità circa.
“Nella prospettiva di massima potenzialità delle opportunità l’occupazione italiana lorda nel settore delle rinnovabili può raggiungere, secondo le più rosee aspettative, le 250. 000 unità, con una predominanza delle biomasse, del fotovoltaico e dell’eolico”.
Si legge nelle studio dell’Ires: “In termini di valore aggiunto si stima che l’industria italiana potrà realizzare un fatturato medio annuo compreso tra i 2,5 e i 5,5 miliardi di euro l’anno per i prossimi dieci anni”. Inoltre, il forte sviluppo delle energie rinnovabili comporterà una grande trasformazione delle reti elettriche di trasporto e distribuzione che dovranno offrire più elevati parametri di sicurezza, affidabilità e ottimizzazione del servizio.
La realizzazione di reti intelligenti – Smart-grid- comporterà in Italia investimenti stimati attorno a 1,5 mld di euro. Anche in questo caso le ricadute occupazionali attese potrebbero risultare molto consistenti”.
Gli ultimi dati Unioncamere-Movimprese sulla dinamica settoriale dell’energia mostrano, in controtendenza a quanto accade in numerosi altri settori industriali, un forte dinamismo: il settore energetico evidenzia un tasso di sviluppo delle imprese del 16,8% su base annua. Complessivamente nell’ultimo anno il numero delle imprese del settore energia è cresciuto di 700 unità. Nel Lazio le imprese energetiche sono più che raddoppiate1 (+126%), in Puglia le energetiche crescono del 20%, nelle Marche del 19, in Basilicata del 18, in Emilia Romagna del 15%.
Per non parlare dell’universo di nuove figure professionali che ruotano attorno alla green economy: progettista di impianti fotovoltaici, il venditore di fotovoltaico, l’esperto nell’ambito del commercio dei certificati verdi, e alle figure coinvolte nel campo dello sviluppo delle smart grid, solo per citarne alcune, oltre alle figure tradizionali operanti nel settore delle rinnovabili che stanno vivendo un processo di riqualificazione con l’acquisizione di nuovi skill e presentando, perciò, connotati di evoluzione rispetto al profilo classico. E’ il caso di figure come il Business developer, il Project manager, il Maintenance manager.
Beh, tutto questo è semplicemente formidabile, ma vi immaginate un nazione come l’Italia (quindi con forte potenziale per il fotovoltaico o l’eolico) votata alla green economy? Tanta occupazione, forte rispetto per le nostre meraviglie naturali, mondo più pulito. Peccato solo che il nostro governo continui a pensare esclusivamente al nucleare…
Fonte: www.ires.it