L’Istat ha reso noti i dati relativi alle forze lavoro nella media 2009. Tra il 2008 e il 2009, il tasso di disoccupazione passa in Italia dal 6,7% al 7,8%, contro l’8,9% registrato nell’Unione europea a 27 Paesi. Seppur la media italiana di disoccupati sia inferiore al resto d’Europa, nel Bel paese si rileva un elevato indicatore di inattività, il cui tasso si posiziona al 37,6% (28,9% nella media Ue).
“Le regioni in cui il tasso di disoccupazione è maggiore sono: Sicilia (13,9%), Sardegna (13,3%) e Campania (12,9%); quelle con il più basso Trentino-Alto Adige (3,2%) e Valle D’Aosta (4,4%; Tavola 3). Rispetto al 2008, la Calabria è l’unica regione del Mezzogiorno in cui non si registra una crescita della disoccupazione.
Aumenta il tasso di disoccupazione giovanile, passato dal 21,3% del 2008 al 25,4% nel 2009. Ancora una volta è il meridone ad avere un record negativo, soprattutto Sardegna, Sicilia e Basilicata (con valori pari rispettivamente al 44,7%, 38,5% e 38,3%. Il Lazio è l’unica regione del Centro-nord a presentare un tasso superiore alla media nazionale.
Per la componente maschile il tasso più elevato si registra in Sardegna, con un valore cinque volte superiore a quello del Trentino-Alto Adige. In tre regioni del Mezzogiorno (Basilicata, Sardegna, Sicilia) il tasso di disoccupazione giovanile delle donne è ben oltre il 40% e sfiora il 50% in Basilicata.
Tasso di inattività
Nel 2009 il tasso di inattività delle persone tra i 15 e i 64 anni si è attestato al 37,6%, sei decimi di punto in più rispetto al 2008. Il tasso è decisamente molto elevato in tutte le regioni meridionali; di contro, le regioni con i valori più contenuti sono l’Emilia-Romagna, il Trentino-Alto Adige e la Valle d’Aosta, con meno di tre inattivi ogni 10 persone tra i 15 e i 64 anni.
In Calabria e in Campania quasi quattro uomini ogni dieci in età lavorativa sono classificati tra le non forze di lavoro mentre in Emilia-Romagna, Lombardia e Trentino-Alto Adige l’indicatore si posiziona poco sopra il 21%.
Il tasso di inattività risulta particolarmente elevato per la componente femminile, specie nel Mezzogiorno dove è sempre superiore al 50%. Il valore della Campania (68,7%) è quasi doppio in confronto a quello dell’Emilia-Romagna (34,9%).
Tasso di occupazione
Nel 2009, nella classe di età 15-64 anni il tasso di occupazione si attesta a livello nazionale al 57,5% (-1,2 punti percentuali su base annua). Si tratta di un valore inferiore di oltre sette punti percentuali rispetto alla media dell’Unione europea (64,6%). A livello regionale, la stima più elevata del tasso di occupazione si registra in Emilia-Romagna, Trentino-Alto Adige (68,5% in entrambi i casi) e Valle d’Aosta (67,0%); quella più bassa in Campania (40,8%), Calabria (43,1%) e Sicilia (43,5%).
In tutte le regioni meridionali i tassi di occupazione delle donne sono contenuti e, in ogni caso, inferiori al dato medio nazionale. In Campania, Sicilia, Puglia e Calabria si stima che la quota delle donne occupate tra i 15 e i 64 anni sia inferiore alla metà di quella dell’Emilia-Romagna. In Trentino-Alto Adige e Emilia-Romagna sono occupati più di sette uomini ogni dieci tra i 15 e i 64 anni; in Campania e Calabria poco più di cinque”.
Fonte. www.istat.it