Lo scorso 24 gennaio, l’ILO (Ufficio Internazionale del Lavoro) ha pubblicato il rapporto annuale sulle tendenze globali dell’occupazione “Global Employment Trends 2011: The challenge of a jobs recovery”. Secondo lo studio, la ripresa dei mercati del lavoro rimarrà debole anche nel 2011, soprattutto nelle economie avanzate.
“La ripresa dei mercati del lavoro sia altamente differenziata. Mentre nei paesi sviluppati si assiste al perdurare di elevati livelli di disoccupazione e ad un crescente scoraggiamento, i paesi in via di sviluppo sono caratterizzati da un aumento dell’occupazione e da un numero elevato di lavoratori poveri e lavoratori con un’occupazione vulnerabile”.
“Il numero di disoccupati nel mondo si è attestato nel 2010 a 205 milioni, cifra sostanzialmente invariata rispetto al 2009, ma superiore di 27,6 milioni rispetto al dato del 2007, alla vigilia della crisi economica mondiale. L’ILO prevede per il 2011 un tasso di disoccupazione mondiale del 6,1 per cento, pari a 203,3 milioni di disoccupati.
Il rapporto aggiunge che nel 2009 circa 630 milioni di lavoratori (il 20,7 per cento della manodopera mondiale) vivevano insieme alle loro famiglie al di sotto della soglia di povertà estrema di 1,25 dollari al giorno. Cifra che corrisponde a 40 milioni di lavoratori poveri in più, pari a 1,6 punti percentuali in più rispetto a quanto previsto dalle tendenze osservate prima alla crisi.
Nel 2010 erano disoccupati 78 milioni di giovani e, il tasso di disoccupazione giovanile (15-24 anni) si è attestato al 12,6 per cento. Inoltre, l’ILO avverte che, in base delle tendenze precedenti alla crisi, in 56 paesi per cui sono disponibili dati vi sono sul mercato del lavoro 1,7 milioni di giovani in meno di quelli previsti.
“L’occupazione giovanile è una priorità mondiale” ha affermato Somavia. “La debole ripresa del lavoro dignitoso non fa che rafforzare la persistente incapacità dell’economia mondiale di garantire un futuro ai giovani. Ciò mina la famiglia, la coesione sociale e la credibilità delle politiche realizzate.”
Fonte: www.ilo.org
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