Fino a non molto tempo fa, dal Governo venivano le rassicurazioni che in Italia non c’era pericolo per la crisi; che la crisi stessa era quasi alle porte e che tutto sarebbe andato bene. Poi c’è stata la Grecia e il nostro governo per mettersi al sicuro ha fatto sapere agli italiani che varerà un manovra finanziaria di 24- 28 miliardi di euro. Roba da rimanere stecchiti.
Poichè i lor signori preferiscono rimanere tutti saldamente inchiodati alle loro stupide poltrone (come se una poltrona fa di loro dei “signori”; Totò diceva: “signori si nasce…”) e non vogliono rinunciare ai loro laudi stipendi, alle ricche consulenze, agli imbrogli delle varie “cricche” e, poichè da qualche parte bisogna pur tagliare, hanno pensato bene di iniziare dalla ricerca.
Tra le svariate misure, infatti, la manovra economica si abbatte sulla ricerca come sul resto della pubblica amministrazione; azzerando contrattazione e possibilità di reclutamento e stabilizzazione dei precari. Nel mirino di Tremonti ci sono molti enti di ricerca, evidentemente considerati inutili quali l’Istituto per gli Affari sociali, il Comitato Microcredito, l’Ingv, l’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia e poi IAS, ISAE, ISFOL che rischiano di chiudere per sempre.
Così, i lavoratori dell’Isfol, (Istituto per lo sviluppo della formazione professionale dei lavoratori), questa notte hanno occupato la sede di Roma per iniziativa dei sindacati Usi RdB Ricerca, Cgil, Uil e Anpri. Assente la Cisl.
Nel comunicato stampa del 24 maggio si legge: “Le lavoratrici e i lavoratori dell’Isfol (Istituto per lo sviluppo della formazione professionale dei lavoratori), riuniti oggi in assemblea, hanno deciso l’occupazione dell’Ente a seguito della grave situazione derivata dalla soppressione dell’Istituto prevista dal Decreto “Anticrisi” in discussione domani al Consiglio dei Ministri.Tale Decreto, se approvato, provocherebbe l’azzeramento di funzioni importanti nella ricerca economica e sociale e la perdita di posti di lavoro per circa 270 lavoratrici e lavoratori con contratto a tempo determinato.
La chiusura dell’Ente costituisce dunque un danno per il presente e per il futuro del nostro paese e per i lavoratori dell’Isfol che attualmente conta 630 dipendenti.
L’assemblea chiede un incontro immediato al Ministro Sacconi e dà mandato alle Organizzazioni sindacali di richiedere al Presidente del Consiglio il ritiro della parte del provvedimento in cui si sopprime l’Isfol e gli altri enti di ricerca”.
Enrico Mari, del Usi RdB dell’Isfol, spiega, all’agenzia Dire, le motivazioni della protesta: “La manovra in discussione al governo prevede l’accorpamento e il taglio degli istituti di ricerca Isae, Ice, Ias e Istituto Affari sociali avranno analoga sorte. E’ la fine della ricerca autonoma e indipendente e l’inizio di uno smantellamento progressivo della Pubblica amministrazione”.
In serata scopriremo la verità. Nel frattempo, complimentoni ancora una volta all’operato del nostro governo!