Passi indietro sulle norme del ddl lavoro in merito all’arbitrato: il senatore Maurizio Castro (PDL), ha presentato un emendamento che nei fatti va a cancellare la modifica ottenuta dal Pd nel passaggio del provvedimento alla Camera, con l’emendamento Damiano che aveva ristabilito la libertà e la volontarietà del lavoratore di ricorrere all’arbitrato.
Con l’emendamento di Castro, il lavoratore deciderà al momento della sottoscrizione della clausola compromissoria se affidare ad un arbitro, o meno, la risoluzione delle sue controversie future, e non già di quelle insorte (ad eccezione del licenziamento) con il datore di lavoro.
La proposta di Castro prevede che le commissioni accertano “all’atto della sottoscrizione della clausola compromissoria” la effettiva volontà delle parti di devolvere ad arbitri le “eventuali controversie nascenti dal rapporto di lavoro”.
“Così – ha spiegato Castro – viene annullato l’effetto dell’emendamento Damiano. Passiamo da un modello antagonista ad un modello fiduciario”.
”Altra gravissima modifica che il governo e la sua maggioranza vorrebbero introdurre attraverso gli emendamenti del relatore e’ la previsione secondo cui il datore di lavoro non sarebbe piu’ obbligato a comunicare in forma scritta il licenziamento. Un passo indietro inspiegabile e inammissibile’
Che incubo: è un film che già abbiamo visto; così facendo, in pratica, il lavoratore non sarà più tanto libero di decidere se ricorrere al giudice o meno. Ma Napolitano non aveva rinviato alle camere il testo di legge proprio per questo motivo? O forse i senatori della maggioranza quel giorno erano affaccendati in altre faccende…
Vogliamo parlare poi del fatto di voler abrogare l’obbligo del licenziamento in forma scritta? Benissimo, così ogni lavoratore sarà sotto continuo ricatto del proprio datore di lavoro.
Già che ci siamo, visto che il lavoratore, a quanto pare vale meno di zero, mettiamogli pure le catene e torniamo alla schiavitù…
Domani comunque riprendera’ la discussione sul provvedimento che arrivera’ in aula il 26 maggio prossimo: che Dio li illumini!
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