L’ennesima batosta all’economia italiana; dopo Alitalia, Fiat, Telecom, Eutelia, Omsa e, chi più ne ha più ne metta, anche il gruppo cantieristico “Fincantieri” ha deciso di darsi una ristrutturazione e, per farlo ha pensato bene di mettere a rischio circa 2500 posti di lavoro in Italia a fronte di 900 nuove assunzioni in America.
L’ipotesi è la chiusura degli stabilimenti di Castellammare di Stabia (Napoli) e Riva Trigoso (Genova); il Ministro Sacconi ha così commentato la notizia del piano di ristrutturazione: “Da Fincantieri non ho ricevuto alcuna comunicazione. Fincantieri afferma di non avere definito un piano industriale ma come da mia sollecitazione, ha detto che non appena ci sarà il piano industriale, non procederà ad atti unilaterali e aprirà un dialogo con le istituzioni”.
Proprio ieri, il Ministro Sacconi ha dichiarato la volontà del governo di intavolare una trattativa con l’azienda e le parti sociali: “Il governo convocherà le parti di Fincantieri per rimettere nei corretti binari il confronto sul futuro della società che allo stato dichiara di non avere definito alcuna ipotesi. Faccio appello a tutte le istituzioni e le organizzazioni sindacali perché siano isolati gli agitatori professionali nel nome del primario interesse dei lavoratori”
La cgil punta il dito contro il Governo, l’assenza di politiche economiche e la mancanza del relativo ministero. Secondo Scudiere, segretario confederale cgil tocca al ministro, in qualità di rappresentante della proprietà, “di svolgere le funzioni proprie improntate alla definizione di politiche industriali”.
Al gruppo, infatti, spiega Scudiere “servirebbe un piano di emergenza per mantenere la produzione in tutti i siti italiani: tocca cioè – conclude – proprio al governo intervenire per garantire l’occupazione in uno dei settori che ancora possono garantire prospettive al nostro paese”.
Nella giornata di ieri ci sono state mobilitazioni a Castellammare di Stabia. Tre operai della Fincantieri sono saliti su una gru all’interno dello stabilimento per richiamare l’attenzione dell’opinione pubblica sul problema occupazionale del sito cantieristico.
Sciopero anche a Genova dove gli operai si sono riuniti in assemblea e poi sono scesi in corteo all’interno dello stabilimento, con un presidio all’esterno dei cancelli. L’astensione dal lavoro è durata circa 2 ore
Per oggi, 21 settembre è stata indetta a Roma un’assemblea dei sindacati dei metalmeccanici FIM CISL, FIOM CGIL, UILM mentre, per il 1 ottobre, e stato proclamato uno sciopero di 8 ore con una manifestazione nazionale sempre a Roma.
Ecco, un altro pezzo di economia italiana che sta per crollare; d’altra parte non poteva essere diversamente. Ormai nessuno di noi crede più alla favoletta della crisi; sono solo manovre speculativa a danno dei lavoratori. In fondo chi può biasimare un comportamento del genere se, neanche il governo pensa al benessere dell’economia italiana?
Il Ministro dello sviluppo economico manca da 139 giorni e, il nostro Premier non ne vuole nominare uno a meno che non gli assicuri una contropartita quale la sua governabilità. Se questo è il bene del paese…