Questa mattina, 24 novembre, la CGIL ha presentato la nuova campagna voluta da Fillea e Flai “STOP CAPORALATO”. La campagna mira ad ottenere, finalmente, una norma di natura penale che punisca l’odioso sfruttamento di manodopera clandestina del caporalato.
Si legge nel comunicato della CGIL: “La campagna è stata ritenuta necessaria poiché il crimine del caporalato, particolarmente diffuso in agricoltura e in edilizia, settori nei quali sono coinvolti centinaia di migliaia di lavoratori, soprattutto migranti, privati di ogni diritto e ridotti in schiavitù, viene punito con una sanzione amministrativa di appena 50 euro.
Per combattere questo fenomeno, sempre più diffuso e sempre più controllato dalla criminalità organizzata, FILLEA e FLAI, insieme alla CGIL, propongono, quindi, al paese e alle forze politiche di inserire nel codice penale il reato di caporalato e di perseguire penalmente chi sottopone i lavoratori allo sfruttamento e alla riduzione in schiavitù.
Nel corso della presentazione è stato mandato in onda il video ‘STOP CAPORALATO’, realizzato dagli uffici Comunicazione di FLAI e FILLEA e dal portale della CGIL, sulla condizione dei lavoratori e delle lavoratrici nei settori dell’agricoltura e dell’edilizia e illustrazione della proposta di legge con gli avvocati.
Sono intervenute numerose personalità: Tavola rotonda con i Segretari Generali di FLAI e FILLEA, Stefania Crogi e Walter Schiavella; il Procuratore Generale Onorario della Cassazione, Pier Luigi Vigna; il membro del Consiglio Superiore della Magistratura, Guido Calvi; il Presidente della FNSI, Roberto Natale; l’on. Cesare Damiano, la sen. Anna Maria Carloni.
Fonte: www.cgil.it