In questi giorni è difficile non fermarsi a riflettere su ciò che ci stà accadendo, l’Italia è in piena recessione, che a dire il vero dura da qualche Natale ormai, e gli italiani si trovano a dover fare i conti con una crisi finanziaria mondiale, che come un macigno si è abbattuta sull’economia reale e stà provocando tutto ciò che è sotto i nostri occhi.
Natale con i tuoi e Pasqua con chi vuoi, dice un vecchio detto… e in effetti mai come in questi periodi ci si vorrebbe stringere con i propri cari e passare un po’ di giorni sereni, senza pensare a quello che c’è fuori dalle nostre finestre, addobbate di lucine e ghirlande.
Alberi e Presepi sono al centro delle tradizioni Italiane e valgono per tutti, credenti e non, Italiani e migranti, poveri e ricchi… riempiono le case, le vie del centro, dello shopping… o almeno, eravamo abituati un po’ tutti a questo, nonostante tutto le tradizioni vanno rispettate! Si stringono i denti e si cerca di spremere il portafogli oltre il limite… però c’è crisi, quest’anno più degli ultimi anni, e si vede, altrochè!
Dalle sconfitte si impara, dovrebbe essere così, questo mi è stato sempre insegnato. Allora speriamo che questa crisi serva almeno a questo, a farci capire che nella crisi prima o poi ci perdono tutti. Qualcuno festeggerà con molti più soldi in tasca quest’anno e se è vero che pancia piena non crede a digiuno, non si fermerà neanche un secondo a pensare alle macerie sociali che ci stanno ricoprendo tutti.
Questo è accaduto anche ad altre persone lo scorso anno e così gli altri anni passati e così in futuro. Ma il cerchio si stringe sempre di più e oscuri pensieri cominciano ad avvolgere anche i cosiddetti privilegiati. Pensiamo ai medici precari, ai dentisti senza clienti, agli industriali senza commesse, ai professionisti che non vengono pagati ecc. ecc.
Ovviamente il nostro primo pensiero è rivolto ai precari e a tutti coloro che sono stati travolti dalla precarietà, che ormai è un termine così inflazionato che non ci facciamo più neanche caso, ma che è davvero il male di questo nuovo millennio. Precarietà intesa non solo come forma di lavoro (o non lavoro), ma come stile di vita e di nuova sudditanza.
Il nostro augurio per il nuovo anno è proprio questo, parlare un po’ meno di crescita, di economia, di banche e di spread e tornare a parlare di persone, di Mario Rossi, di Luigi Verdi, di Paolo Bianchi. Accantoniamo i numeri per un momento e pensiamo a ciò che desideriamo dalla società a partire dal 2012, ripartendo dal nucleo fondamentale di ogni società, l’individuo.
Riappropriamoci del nostro futuro con consapevolezza della nostra forza e dei nostri mezzi, senza egoismi e senza dire grazie a nessuno, soprattutto a chi cerca in ogni modo di scipparci anche quei pochi diritti che ci sono rimasti.
Buone Feste da tutto lo staff di Lavoro e Diritti a tutti i nostri affezionati lettori, malgrado tutto!
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