Bankitalia ha diffuso il bollettino economico trimestrale nr.63: prosegue la crescita in area Euro; nel terzo trimestre del 2010 il PIL dell’area dell’euro è cresciuto dello 0,3 per cento sul periodo precedente (1,0 nel secondo). Nel 2010 il PIL dell’area sarebbe cresciuto in media dell’1,7 per cento e manterrebbe un ritmo di espansione di poco più basso nell’anno in corso.
In Italia, nel terzo trimestre del 2010 il PIL ha rallentato allo 0,3 per cento sul periodo precedente. Il principale impulso all’attività economica ha continuato a provenire dalle esportazioni, mentre il contributo della domanda interna, già modesto, si è ridotto in connessione con la decelerazione degli investimenti in macchinari e attrezzature che ha fatto seguito all’esaurirsi degli incentivi fiscali.
Male anche per l’occupazione che, ha continuato a ridursi nel terzo trimestre 2010 (-0,2 per cento rispetto al periodo precedente; -57.000 persone).
Nella media dei primi nove mesi del 2010 l’occupazione è scesa dello 0,9 per cento rispetto allo stesso periodo del 2009. La contrazione è stata superiore nel mezzogiorno (-1,9 per cento) e, a livello settoriale, nell’industria in senso stretto (-4,7 per cento).
Di converso, gli ultimi mesi del 2010 hanno segnato una diminuzione delle ore autorizzate di CIG che, sono diminuite dell’11,4 per cento sul periodo precedente (al netto dei fattori stagionali); il calo, più marcato nella componente ordinaria, ha riguardato anche quella in deroga e quella straordinaria.
Il calo continua a risultare più intenso tra i giovani di età compresa tra i 15 e i 24 anni (al 20,5 per cento dal 22,3) e tra i maschi (al 67,6 per cento dal 68,9). La riduzione del numero di occupati si è concentrata nella componente italiana (-2,0 per cento, pari a 422.000 unità) il cui tasso di occupazione è sceso al 56,1 per cento dal 56,9.
In periodi di incertezza economica, le imprese privilegiano le forme contrattuali più flessibili rispetto agli impieghi permanenti a tempo pieno.
La flessione dell’occupazione nel terzo trimestre, rispetto allo stesso periodo del 2009, ha infatti interessato esclusivamente i lavoratori dipendenti a tempo pieno e a tempo indeterminato (-2,7 per cento; -349.000 unità) mentre è cresciuto il numero dei lavoratori autonomi (0,4 per cento; 24.000 unità) e dei lavoratori dipendenti a tempo parziale (4,3 per cento; 109.000 unità) e a termine (0,5 per cento; 11.000 unità).
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