Negli ultimi tempi, sono balzati all’attenzione delle cronache i cosiddetti ‘furbetti del super cashback’, ossia coloro che hanno utilizzato e stanno utilizzando il meccanismo del bonus cashback ai limiti della scorrettezza, quasi sconfinando nella vera e propria frode per scalare la classifica Super cashback 2021. Sono così intervenuti sia il Ministero dell’Economia, sia l’Agenzia delle Entrate, con indagini e controlli ad hoc, aventi ad oggetto i pagamenti con carte di credito e bancomat, effettuati nei negozi fisici, per intascare l’agevolazione.
Ebbene, alla luce di quanto emerso, pare che il MEF abbia intenzione di modificare le regole del bonus cashback; onde impedire in futuro il frazionamento dei pagamenti in micro transazioni; vale a dire l’escamotage adottato dai citati furbetti del bonus. E’ infatti allo studio un algoritmo che potrebbe bloccare questa sempre più diffusa trovata ingegnosa.
Vediamo più da vicino che cosa potrebbe cambiare a breve.
Il super cashback e il trucco per salire in classifica
La necessità di svolgere verifiche anti-frode è emersa a seguito delle non poche segnalazioni; queste riguardano alcune pratiche disoneste, poste in essere dai cosiddetti ‘furbetti del bonus’. In che cosa consiste di preciso il sotterfugio ideato?
E’ presto detto: non sono stati pochi i privati acquirenti che hanno compiuto tante piccole transazioni di pochi centesimi presso lo stesso esercente in una sola giornata. Ciò al preciso scopo di aumentare il numero di operazioni e avere così più possibilità di vincere i premi collegati al super cashback.
In buona sostanza, c’è chi ha pensato all’escamotage di suddividere i propri acquisti in transazioni anche di pochi centesimi, da compiersi presso lo stesso esercente (ad es. presso un qualsiasi supermercato), al fine di conseguire in modo più rapido una posizione migliore nella classifica del super cashback.
Dobbiamo ricordare che quest’ultimo beneficio – di cui abbiamo già parlato diffusamente poco tempo fa – è un meccanismo che assegna premi pari a 1.500 euro ai primi 100mila cittadini e consumatori più costanti nell’uso di metodi di pagamento elettronici.
La normativa non vieta la pratica scorretta del frazionamento dei pagamenti
Il super cashback si lega al cosiddetto bonus cashback, anch’esso rientrante nel piano Italia Cashless, mirato da un lato a favorire l’uso dei mezzi di pagamento elettronici; e dall’altro a combattere con più forza l’evasione fiscale.
Il bonus cashback può essere ottenuto iscrivendosi piattaforma IO (o sulle altre applicazioni che aderiscono al meccanismo); e registrando sulla piattaforma la propria carta di debito/bancomat o la carta di credito. Così, per ciascun acquisto compiuto con pagamenti elettronici è possibile accumulare un rimborso del 10%; e sommare, via via, nuove transazioni. In particolare, con un numero pari ad almeno 50 transazioni ogni semestre, l’interessato può avere accesso al rimborso.
In questo quadro – come detto sopra – grazie all’ulteriore contributo rappresentato dal super cashback, è possibile incassare i citati 1.500 euro di bonus supplementare, destinati ai primi 100 mila cittadini che hanno compiuto il maggior numero di transazioni con mezzi di pagamento digitali. Ecco spiegata la corsa dei furbetti del super cashback, che hanno astutamente pensato di frazionare i propri acquisti; per ottenere più operazioni valide e salire più in alto in classifica.
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Quali sono i limiti previsti finora?
Il punto però è che le sole limitazioni previste riguardo al meccanismo del cashback sarebbero legate all’arco temporale entro il quale è possibile compiere le operazioni; alla tipologia di acquisti, da svolgersi presso ‘negozi fisici’; e all’uso di strumenti di pagamento tracciabili. Ricordiamo altresì che sono esclusi dal meccanismo del bonus cashback, gli acquisti realizzati nell’esercizio della propria professione, arte o impresa.
In altre parole, l’attuale normativa sul cashback non contiene espresse disposizioni che impediscano di frazionare i propri acquisti presso lo stesso esercente/negoziante. Se nelle circostanze finora emerse ed analizzate, non sono state dunque rilevate frodi o violazioni della disciplina che riguarda il meccanismo del cashback, ciò tuttavia non esclude che saranno adottate nuove regole più rigide. D’altronde un tale trucchetto lascia intendere che chi lo mette in atto, non brilla certo per onestà.
Cosa rischiano i furbetti del bonus?
Alla luce di quanto sopra esposto, è intuibile che non è stato finora possibile adottare alcun provvedimento sanzionatorio nei confronti dei furbetti del bonus super cashback, giacchè la legge finora non prevede espliciti divieti nei confronti dell’escamotage summenzionato.
Tuttavia, PagoPa, la società che gestisce l’app Io, ossia la principale via d’accesso al bonus, sta svolgendo opportune verifiche e controlli. Lo scopo è individuare i furbetti che hanno effettuato, nello stesso negozio, pagamenti ravvicinati da pochi centesimi ciascuno, con malcelato intento di frode.
Si ipotizza dunque che, non potendo essere emessa alcun tipo di sanzione – giacchè al momento non esistono ancora disposizioni in tal senso e, anche se emanate a breve, non potrebbero ovviamente operare in via retroattiva – ciò che rischiano concretamente i furbetti del cashback, è l’esclusione dalla classifica del super bonus semestrale.
Possibili nuove regole più stringenti
Il Ministero dell’Economia, pur non avendo ancora fornito dettagli precisi sulle prossime novità, starebbe in questi giorni lavorando per l’introduzione di provvedimenti nuovi; ed espressamente mirati a impedire il trucchetto del frazionamento del pagamento, messo in atto dai furbetti. Sembra che si stia pensando ad uno speciale algoritmo, in grado di individuare e accettare un numero limite di micro-pagamenti presso lo stesso negozio e nell’ambito della stessa giornata.
In altre parole, se finora è stato possibile compiere un numero potenzialmente infinito di transazioni giornaliere, indipendentemente dall’importo versato, a breve potrebbe essere dunque predisposto un vincolo al numero di micro transazioni. Si pensa ad una stretta sui pagamenti elettronici quotidiani di ammontare inferiore ad un euro. Ma, come accennato, le ipotesi sono tuttora allo studio.
Concludendo, non resta che attendere le prossime settimane, per capire quali mosse concrete adotteranno le Istituzioni, per impedire che il trucchetto del frazionamento delle transazioni, continui ad essere applicato da parte di persone poco oneste.