Già nei mesi scorsi si è parlato dell’opportunità di modificare le regole relative al pagamento del canone Rai, ed ora il dibattito torna in auge, dopo l’intervento del Ministro dell’Economia in audizione innanzi alla Commissione di vigilanza Rai. Anzi vi sarebbero più opzioni di riforma sul tavolo, tra cui quella di non legare più questo costo al mero possesso di una tv ma ad un’utenza telefonica.
Vero è che la novità sarebbe al passo con i tempi, dato che le nuove tecnologie consentono di vedere i programmi tv anche via smartphone e tablet. Ma secondo il Ministero, detta novità permetterebbe anche di ridurre la spesa del canone Rai, un tassa annuale pari a 90 euro oggi addebitata direttamente in bolletta elettrica nei confronti di 21 milioni di contribuenti. La spesa serve al finanziamento del servizio pubblico.
Ecco allora che appare opportuno affrontare nuovamente questo spinoso tema, dato che il canone Rai ha rappresentato finora un’imposta sulla detenzione di apparecchi per la ricezione di programmi televisivi, mai particolarmente gradita ai telespettatori italiani. Vediamo più da vicino che cosa potrebbe cambiare nei prossimi mesi.
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Il canone Rai potrebbe calare: ecco perché
Le ipotesi di riforma allo studio – dicevamo – sono più d’una e si fondano tutte su una precisa revisione delle dinamiche di spesa della Rai. Ecco perché sul tema è stato fissato un tavolo di lavoro ad hoc, che dovrà affrontare altresì la questione tempistiche di attuazione delle novità, come pure quella attinente alla definizione degli oneri legati al servizio pubblico.
Come accennato all’inizio, con la riforma del canone Rai il presupposto impositivo potrebbe cambiare e, in qualche modo, ‘allargarsi’ e diventare non meramente il possesso non di un televisore, ma di una utenza telefonica. In altre parole, il canone Rai potrebbe così lasciare la bolletta elettrica, con la possibilità di estendere l’obbligo di pagamento a chi possiede cellulari, PC o tablet connessi ad internet. Ovvero strumenti che permettono di accedere ai programmi Rai.
Ebbene, ciò implicherebbe la conseguenza di una riduzione della spesa per il canone pro capite. Il ministro dell’Economia, interpellato sull’argomento nella citata recente audizione, ha sottolineato infatti che oggi il canone risulta versato da 21 milioni di utenti e le utenze telefoniche attive sono circa 107 milioni. Con numeri come questi, se ne deduce facilmente un possibile ‘taglio’ dell’importo, come pure anche un aumento del gettito annuo.
Quali sono le richieste dell’UE
Modificare le regole circa il pagamento del canone Rai significherebbe anche rispondere positivamente alla richiesta avanzata da tempo all’Italia dalla Commissione Europea, la quale chiede fermamente di escludere il costo del canone, pari a 90 euro complessivi, dalle bollette elettriche. La richiesta è in particolare fondata sul fatto che la Commissione considera il pagamento in bolletta un onere improprio che mina la concorrenza del settore. Adeguarsi a quanto raccomandato dalla Commissione eviterà all’Italia possibili attriti con quest’ultima.
Tuttavia vero è che la nient’affatto improbabile prossima esclusione del canone Rai dalla bolletta elettrica, dovrà essere accompagnata dall’introduzione di modalità di riscossione sicure, onde impedire che aumenti la propensione al mancato pagamento dei 90 euro previsti oggi. Anche questo è un obiettivo primario del Ministero dell’Economia.
Non solo. Le diverse opzioni di riforma dell’imposta in oggetto sono tutte accomunate dal fatto che la revisione implicherebbe una previa riflessione, rispetto ad un contesto nuovo e sempre più legato alle nuove tecnologie e al tipo differente di base imponibile a cui ci si riferisce tenendo conto dell’equità, delle famiglie e degli anziani. Queste sono ulteriori considerazioni svolte dal Ministro, nel corso dell’audizione presso la Commissione di vigilanza Rai.
Quanto vale il canone Rai oggi
Nel corso dell’audizione presso la Commissione di vigilanza Rai, il ministro dell’Economia ha altresì ricordato che che sulla scorta del consuntivo 2022 e dell’assestamento 2023 le risorse del canone Rai sono pari in tutto a circa 1,85 miliardi di euro.
In riferimento alle risorse che giungono dal canone è necessario un rigido controllo nell’uso delle stesse, mirato alla parsimonia e diligenza di un padre di famiglia – sono le parole usate dal Ministro dell’Economia nella recente audizione. Mentre ulteriori risorse di finanziamento della Rai potrebbero giungere ricorrendo al mercato dei capitali.
Concludendo, sulla tassa annuale di 90 euro dovuta ad oggi in ipotesi di detenzione di televisori il dibattito si è così riacceso, focalizzandosi sulla modifica delle modalità di pagamento e, in parallelo, sulla ridefinizione del presupposto per l’applicazione del canone Rai stesso. Con tutta probabilità la riforma del canone Rai è sempre più vicina.
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