Differenti misure di sostegno nei confronti di contribuenti, famiglie ed imprese, nel recentissimo Dl Sostegni (decreto legge 41/2021 in vigore dal 23 marzo). Oltre al rinnovo del reddito di emergenza, su cui già ci siamo soffermati, in arrivo anche un intervento corposo nei confronti del reddito di cittadinanza, che di fatto viene rifinanziato.
Ciò è stato possibile – lo ricordiamo – grazie al massiccio scostamento di bilancio, approvato dal Parlamento, pari a circa 32 miliardi; ma all’orizzonte c’è chi fa notare che ad aprile forse vi sarà un nuovo scostamento, in attesa degli aiuti del recovery Fund. Nel frattempo, come detto, ecco il rifinanziamento del reddito di cittadinanza, che si somma ad altre misure di sostegno contro la povertà, le quali – nel primo maxi provvedimento economico del Governo Draghi – hanno ricevuto qualche modifica e sono state potenziate. Ci riferiamo, ovviamente, anche all’indennità di disoccupazione Naspi e alla proroga del blocco del licenziamenti fino a giugno 2021.
Qui di seguito vogliamo focalizzarci, però, sulle novità degne di nota in tema di reddito di cittadinanza. Vediamo cosa è cambiato a seguito del dl Sostegni, ricordando i tratti essenziali del beneficio.
Reddito di cittadinanza: che cos’è in breve
Fin dal momento della sua ufficiale introduzione al centro di vivaci dibattiti e bersaglio di varie critiche, il reddito di cittadinanza va inteso come una misura di politica attiva del lavoro e di lotta alla povertà, alla disuguaglianza e all’esclusione sociale. In buona sostanza, è un sostegno economico ad integrazione dei redditi familiari.
Detto contributo è per sua intrinseca natura legato ad un percorso di reinserimento lavorativo e sociale da parte di colui che lo percepisce. Infatti, i beneficiari non si possono limitare ad incassare i soldi del RdC, ma debbono essere protagonisti del loro inserimento duraturo nel mondo del lavoro. Ciò attraverso la sottoscrizione di un Patto per il lavoro o un Patto per l’inclusione sociale. Il percorso citato va seguito passo dopo passo, pena la perdita del beneficio in oggetto.
I requisiti da rispettare per ottenere il contributo
La previsione del reddito di cittadinanza, e di fatto la sua conferma nel decreto Sostegni, si lega dunque alla finalità di sorreggere persone in difficoltà, tramite aiuti economici mirati ad integrare il reddito della propria famiglia. Detta esigenza emerge oggi con ancora più forza, rispetto ai tempi dell’introduzione del beneficio, se pensiamo agli effetti negativi prodotti da coronavirus e conseguente lockdown, sul tessuto socio-economico della penisola.
Tuttavia, è altresì da rimarcare che, come altri provvedimenti simili a questo, non è valevole verso tutti. Infatti, la legge vigente ha stabilito requisiti economici e di cittadinanza, di residenza e di soggiorno. Essi vanno soddisfatti uno ad uno, al fine di poter incassare di fatto il reddito di cittadinanza 2021. Ricapitoliamoli in sintesi.
E’ fondamentale essere maggiorenni e in una delle seguenti condizioni:
- cittadino italiano o o di un paese membro dell’Unione Europea;
- cittadino di Paesi terzi, a con permesso di soggiorno UE per soggiornanti di lungo periodo (oppure apolide con identico permesso);
- titolare della cd. protezione internazionale;
- familiare di un cittadino italiano o di uno stato membro UE, titolare del diritto di soggiorno o del diritto di soggiorno permanente.
Per maturare il diritto al reddito di cittadinanza, è necessario altresì aver risieduto in Italia per un periodo totale di almeno 10 anni, dei quali gli ultimi due in modo ininterrotto.
Attenzione all’ISEE ed ai requisiti patrimoniali
Non è finita qui. La normativa pone ulteriori limiti alla concessione del reddito di cittadinanza. Infatti, sussistono speciali requisiti economici da rispettare. E’ fondamentale che il nucleo familiare, a cui andrebbe il RdC 2021, rispetti i seguenti parametri:
- valore ISEE al di sotto dei 9.360 euro;
- valore del patrimonio immobiliare in Italia e all’estero, differente dalla casa di abitazione, non al di sopra dei 30 mila euro;
- valore del patrimonio mobiliare non al di sopra dei 6 mila euro;
- valore del reddito familiare al di sotto dei 6 mila euro annui.
Circa l’ultimo punto, la legge stabilisce altresì che se il nucleo familiare risiede in una casa in affitto, la soglia massima è innalzata a 9.360 euro annui. Come si può notare, i requisiti patrimoniali continuano ad essere piuttosto rigidi; ben si comprende, dunque, perchè il reddito di cittadinanza non sia assegnato a tutti i disoccupati, indistintamente.
Per ottenere di fatto il contributo, le norme pongono, in capo al nucleo familiare di colui che fa domanda, anche il divieto di possedere autoveicoli immatricolati la prima volta nei sei mesi anteriori alla richiesta; o mezzi a motore di cilindrata sopra i 1.600 cc; o ancora motoveicoli di cilindrata al di sopra dei 250 cc, immatricolati la prima volta nel biennio anteriore. Non solo: divieto anche di possedere navi e imbarcazioni da diporto.
Gli importi del contributo in oggetto: il quadro
Come indicato nel sito ufficiale del reddito di cittadinanza, l’importo di fatto versato è legato alla sussistenza di altri eventuali trattamenti assistenziali e ad altri redditi eventualmente incassati dal nucleo familiare di chi fa domanda. Detto nucleo familiare ha dunque diritto al beneficio integrale, esclusivamente nell’ipotesi nella quale non percepisca trattamenti assistenziali e altri redditi rilevati nell’ISEE.
Qui di seguito, una tabella di riepilogo sull’integrazione reddituale massima in relazione alla composizione del nucleo familiare dell’avente diritto:
Composizione nucleo familiare del titolare del RdC | Scala di equivalenza | Beneficio massimo annuale |
---|---|---|
1 adulto | 1 | 6.000,00 € |
1 adulto e 1 minore | 1,2 | 7.200,00 € |
2 adulti | 1,4 | 8.400,00 € |
2 adulti e 1 minore | 1,6 | 9.600,00 € |
2 adulti e 2 minore | 1,8 | 10.800,00 € |
2 adulti e 3 minore | 2 | 12.000,00 € |
3 adulti e 2 minore | 2,1 | 12.600,00 € |
4 adulti | 2,1 | 12.600,00 € |
4 adulti (o 3 adulti e 2 minori) tra cui una persona in condizione di disabilità grave o non autosufficiente | 2,2 | 13.200,00 € |
Il reddito di cittadinanza è versato su una carta elettronica, ossia la Carta Rdc, emessa dal Poste Italiane S.p.A. Detto contributo è assegnato per un massimo di un anno e mezzo, dalla data di rilascio della Carta Rdc. In seguito può comunque essere rinnovato su domanda dell’interessato del cittadino, subendo però la sospensione di un mese.
3 modalità per presentare la richiesta: ecco quali sono
E’ chiaro che prima di effettuare la domanda, l’interessato ad ottenere il reddito di cittadinanza, deve controllare di avere tutti i requisiti d’accesso al beneficio 2021, per evitare spiacevoli sorprese. In caso positivo, il candidato potrà dunque compilare il modulo di richiesta, in cui dichiara di avere tutti i requisiti, sotto la sua responsabilità. Per la richiesta, occorre scegliere uno tra i tre possibili canali alternativi:
- portale Inps, nel quale è obbligatorio seguire la procedura di autenticazione con PIN, SPID, Carta Nazionale dei Servizi oppure con la sempre più diffusa Carta di Identità Elettronica;
- uffici postali, dopo il quinto giorno di ogni mese;
- centri di assistenza fiscale (CAF) abilitati.
Reddito di Cittadinanza 2021: cosa cambia con il dl Sostegni?
Come accennato all’inizio, il decreto legge Sostegni rifinanzia il reddito di cittadinanza in maniera corposa. Ben un miliardo di euro lo stanziamento previsto, permettendo di far fronte alla crescente richiesta del contributo, in conseguenza dell’aumento della povertà in Italia e del peggioramento delle condizioni economiche, nell’ultimo anno, per moltissimi nuclei familiari.
Infatti, nell’art. 11 Decreto Sostegni, è stabilito che per tutto l’anno in corso, in maniera eccezionale:
- è ammessa la conservazione del sussidio in ipotesi in cui i componenti del nucleo familiare firmino uno o più contratti a tempo determinato, a condizione che il reddito familiare sia comunque pari o inferiore a 10mila euro annui;
- laddove la firma di uno o più contratti di lavoro subordinato a tempo determinato, comporti un
aumento del valore del reddito del nucleo familiare, fino al limite massimo di 10 mila euro all’anno, il contributo in oggetto sarà sospeso per la durata del lavoro per un massimo di un semestre.
Concludendo, appare limpidamente una novità significativa, che viene incontro a coloro che percepiscono il reddito di cittadinanza e trovano, al contempo, un lavoro a tempo determinato. Infatti, la prestazione assistenziale è in qualche modo ‘congelata’ fino alla fine del rapporto di lavoro. Dopo, potrà nuovamente essere erogata.