E’ noto che il reddito di cittadinanza rappresenta una misura di politica attiva del lavoro e di contrasto alla povertà, alla disuguaglianza e all’esclusione sociale. Il RdC ha ricevuto nuovi stanziamenti negli ultimi anni, a seguito dei nefasti effetti prodotti dall’accoppiata pandemia-lockdown sul mercato del lavoro e sull’occupazione in generale.
Proprio in riferimento al sussidio, è stata recentemente pubblicata un’indagine Inps su un campione dei beneficiari di questa misura di sostegno. Dalle analisi effettuate, è emerso che – grazie al RdC – nelle isole vi è stato maggiore ricorso a beni di consumo, rispetto alle regioni settentrionali e le altre meridionali.
Non solo: più di 2 percettori su 3 dichiarano di essere in posizione debitoria e quindi fortemente ‘dipendenti’ dall’erogazione di questo sussidio. Vediamo allora alcuni ulteriori dettagli sull’interessante indagine Inps in materia.
Reddito di cittadinanza, come viene speso? Ecco alcuni interessanti dati dell’indagine INPS
Ci riferiamo in particolare allo studio svolto dalla direzione centrale studi e ricerche dell’Inps, in collaborazione con le direzioni inclusione sociale-invalidità civile e organizzazione comunicazione interna dello stesso Istituto di previdenza.
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In molti – anche tra coloro che non hanno i requisiti per ottenerlo – potrebbero chiedersi come di fatto viene utilizzato il reddito di cittadinanza, da parte dei relativi percettori e da chi sono composti questi ultimi.
Ebbene, alla luce dell’indagine Inps emergono le seguenti percentuali:
- il 41,5% dei beneficiari lo ha utilizzato principalmente per i consumi;
- i percettori del sussidio indebitati sono circa il 72,6 % del totale degli aventi diritto a questa forma di sussidio;
- il 39,4% dei beneficiari indebitati ha dichiarato di essere riuscito a saldare completamente il debito o almeno a ridurlo;
- il 58,1 della platea dei destinatari del Rdc è favorevole al pagamento del contributo su carta prepagata elettronica.
Insomma, non pochi percettori hanno usato il sussidio non soltanto per l’acquisto di beni e servizi necessari alla propria vita quotidiana e a quella della famiglia, ma anche per risolvere situazioni debitorie in cui versavano. Pensiamo ad es. alle spese accumulate e relative ai canoni di affitto o al mutuo.
Indagine Inps sull’uso del reddito di cittadinanza: consumi, differenze geografiche e per età
In base a quanto emerso dall’indagine Inps, pare che il RdC abbia avuto un effetto consistente:
- sulla riduzione dei vincoli di consumo legati a condizioni di estrema povertà
- e sul miglioramento della qualità della vita,
anche se una percentuale pari al 58,5% dei percettori afferma di disporre di un reddito insufficiente alle proprie necessità.
In ragione di ciò, per essi – si rileva nel dossier – non emerge un sostanziale aumento dei consumi, a differenza di percettori con una situazione economica meno fragile. Anzi, i consumi migliorano e sono più frequenti specialmente nelle categorie dei percettori meno ‘svantaggiati’: in linea generale ci riferiamo a uomini, nuclei familiari con un reddito sufficienti alle spese fondamentali, persone over 35.
Come accennato in precedenza, nell’analisi effettuata si fa notare che i beneficiari del RdC delle Isole (ma non nel Centro e nel Sud) hanno una più marcata propensione a dichiarare un incremento dei consumi, rispetto a chi risiede nelle regioni settentrionali.
Interessante notare anche che i maggiori consumi sono riconducibili in particolare a coloro i quali hanno un diploma o una laurea.
Grazie all’indagine Inps sul reddito di cittadinanza, si può altresì scoprire che una oggettiva crescita dei consumi è rintracciabile nelle fasce anagrafiche:
- tra i 35 e 59 anni
- e tra chi ha più di 59 anni
rispetto alle persone under 35.
Emerge inoltre che le donne sono meno spinte a collegare il sussidio a un aumento dei consumi, rispetto ai soggetti di sesso maschile.
Beni di prima necessità e miglioramento della qualità della vita
Il dossier Inps ci indica che reddito di cittadinanza ha prodotto degli effetti di allentamento dei vincoli al consumo di beni di prima necessità; tuttavia non è riuscito ad allentare i vincoli al consumo di beni non strettamente necessari.
In altre parole, emergerebbe che il RdC ha avuto un effetto significativo sulla riduzione dei vincoli di consumo legati a condizioni di estrema povertà.
Ma è pur vero che emerge che i percettori hanno un miglioramento nelle relazioni familiari e sociali e nel benessere psicologico e della propria salute.