Ne abbiamo già parlato più volte su queste pagine: il reddito di cittadinanza è destinato ad essere archiviato per essere sostituito da nuove misure di sostegno economico contro povertà e disoccupazione. Ci riferiamo a quanto previsto nel decreto Lavoro dello scorso primo maggio: al posto del RdC avremo il cosiddetto ‘assegno di inclusione’ per i nuclei familiari che abbiano al loro interno un disabile, un minore o una persona con più di 60 anni di età e il ‘supporto per la formazione e lavoro’ – se a richiedere la misura di sostegno sarà una famiglia con una persona che può lavorare (di età compresa tra i 18 e i 59 anni).
Se non una cancellazione integrale del reddito di cittadinanza, sicuramente una trasformazione o rivoluzione dell’intero meccanismo e secondo specifici requisiti ISEE da rispettare. Ma attenzione perché, a ben vedere, il reddito di cittadinanza potrebbe venire in qualche modo sostituito a livello locale. Vi sono infatti alcune Regioni che hanno scelto la strada dell’arginamento del taglio alle spese da parte dell’Esecutivo attraverso l’addio al reddito di cittadinanza.
Di seguito parleremo proprio delle alternative regionali, che si profilano a costituire delle alternative al RdC prossimo all’archiviazione. Ecco che cosa si sa al momento a riguardo.
Le alternative al reddito di cittadinanza in arrivo
L’odierna maggioranza di governo non ha mai dato una valutazione positiva del reddito di cittadinanza, che infatti di per sé non è mai stato uno strumento ‘bipartisan’ di sostegno al reddito e contro la povertà. Tante le divisioni a riguardo, sia tra i partiti che a livello di opinione pubblica, anche alla luce dei numerosi abusi avutisi nel corso degli anni.
In particolare i partiti della maggioranza di governo hanno sostenuto finora che il reddito di cittadinanza non abbia davvero sollecitato i suoi beneficiari che potevano lavorare, a farlo in concreto – divenendo di fatto un diretto concorrente dei lavori meno pagati.
La prospettiva oggi è di certo non rosea per chi finora aveva contato su questo contributo mensile per far fronte alle spese e necessità quotidiane ma è vero, come accennato sopra, che non mancano le Regioni che intendono offrire una soluzione alternativa per evitare l’addio ‘tout court’ al reddito di cittadinanza.
L’iniziativa del Comune di Roma
Oltre alle Regioni pronte a intervenire, di cui tra poco diremo, abbiamo in primis il Comune di Roma, che intende spingere su alcune novità per far fronte ai tagli del Governo e per aiutare le famiglie povere. Al momento abbiamo tre bandi approvati da parte della giunta della Capitale, per un finanziamento corrispondente a 240mila euro.
Si tratta di una serie di aiuti economici rivolti a chi finora ha incassato il reddito di cittadinanza per un periodo di copertura nei mesi maggio-dicembre 2023. In ballo dunque tre affidamenti diretti a tre cooperative allo scopo di venir incontro economicamente a quei nuclei che percepiscono oggi il reddito di cittadinanza, ma che in futuro non lo incasseranno più.
Sono in particolare i progetti OrientaMente, Ti aiuto io e Costruire percorsi a costituire l’ossatura dell’iniziativa capitolina, che vuole essere una sorta di compensazione alla rivoluzione reddito di cittadinanza, ma fornendo anche e soprattutto servizi mirati di orientamento professionale, formazione e reinserimento lavorativo.
Il progetto della Campania: ecco cos’è il MIR
Tra le Regioni attive sul fronte delle misure di sostituzione del RdC c’è la Campania, che proporrebbe infatti il cd. Mir, sigla di Misura Integrativa Regionale. Anche qui siamo al momento sul piano delle proposte e questa in particolare, su impulso della Regione, mira a varare un contributo economico nuovo di zecca per le famiglie in gravi difficoltà economiche o comunque prossime alla povertà o sotto la relativa soglia.
La Campania vorrebbe agire in modo preventivo, in modo da anticipare l’addio al reddito di cittadinanza. Ecco perché nell’ottica di questa nuova misura trova spazio anche una petizione popolare a carattere regionale, presentata al presidente del consiglio regionale della Campania.
L’iniziativa in oggetto va letta nel quadro della campagna nazionale “Ci vuole un reddito“, ovvero una rete nazionale di organizzazioni di volontariato, associazioni, spazi sociali, sindacati, comitati di quartiere, creata per per difendere il reddito di cittadinanza.
L’iniziativa della Toscana
Anche le istituzioni locali della regione Toscana hanno indicato una linea precisa in tema di politiche sociali. Se è vero che al posto del reddito di cittadinanza viene istituito l’assegno di inclusione e diversi strumenti di supporto per la formazione e il lavoro, è altrettanto vero anche che detti meccanismi escluderanno i nuclei famigliari e i singoli beneficiari che non rispetteranno i requisiti desiderati – ben più rigidi di quelli finora applicati con il Rdc.
Ecco perché anche in questa regione abbiamo la presentazione di misure ad hoc, che i promotori auspicano siano accolte nel più breve tempo. Il rischio altrimenti sarebbe quello di veder escluse circa 3.800 persone dal prossimo luglio e 26mila dal prossimo anno dai sostegni sostitutivi al reddito di cittadinanza. Ci riferiamo alle stime Irpet, l’istituto Regionale Programmazione Economica della Regione Toscana.
Conclusioni
Nella stessa ottica registriamo iniziative anche in Emilia Romagna e Puglia, e non è escluso che altre realtà regionali si sommino nel prosieguo. I progetti sono evidentemente accomunati dalla volontà di offrire soluzioni calibrate per le esigenze specifiche di quelle parti di comunità locali in difficoltà economica. Si tratterebbe in altre parole di misure utili ad integrare il quadro degli aiuti voluti dall’attuale Governo (assegno di inclusione e supporto formazione lavoro).
In ogni caso, per saperne di più sui vari dettagli delle misure (ad es. importi, requisiti e modalità di domanda) e sul loro effettivo varo, dovremo però attendere i prossimi mesi, che tra l’altro rappresentano proprio quelli di transizione dal reddito di cittadinanza al nuovo assetto.
Assegno di Inclusione
L’Assegno di inclusione è la misura sostitutiva del precedente Reddito di Cittadinanza e sarà attivo dal 2024. Ecco la nostra video guida.
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