Le rate del mutuo a tasso variabile si stanno rivelando insostenibili per un crescente numero di cittadini e famiglie, gravate al contempo da un caroprezzi senza precedenti – legato all’inflazione e alle turbolenze internazionali. Tuttavia recentemente l’Associazione bancaria italiana – ABI ha redatto un utile memorandum che si prefigge lo scopo di segnalare – con chiarezza ed immediatezza – le possibilità attualmente disponibili per attutire l’impatto dell’aumento dei tassi di interesse sui mutui a tasso variabile.
Non solo. Oltre al citato memorandum del 9 luglio scorso, l’Associazione bancaria italiana ha fornito alcune anticipazioni sulle novità in fatto di aiuti, per coloro che non riescono più a far fronte all’aumento dei costi delle rate dei mutui ipotecari. Vediamo più da vicino e cerchiamo in sintesi di ricostruire la situazione.
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Rate del mutuo troppo alte: l’ultima iniziativa ABI
Come appena accennato, ABI sta mettendo a punto un’iniziativa nuova di zecca per sostenere i nuclei familiari in difficoltà con le rate del mutuo ipotecario in crescita. Detto intervento si collega e consegue alla guida con raccomandazioni allo scopo di allungare la durata dei mutui a tasso variabile, dando di fatto più ‘ossigeno’ per i pagamenti. Il memorandum con i consigli si applica a clienti in regola con i versamenti.
La nuova iniziativa ABI, al momento al vaglio del Ministero dell’Economia, attiene invece alle famiglie che si trovano in ritardo con le scadenze delle rate. Peraltro, secondo quanto emerge dalle più recenti indiscrezioni, l’attuale intervento vale soltanto se il mancato pagamento non oltrepassa i 90 giorni.
Non c’è ancora un testo ufficiale dell’Associazione bancaria italiana a riguardo, ma – tra le misure proposte – la maggiore atterrà alla possibilità di stoppare l’ammontare della rata a tasso variabile per un certa quantità di mesi, estendendo così la durata temporale del mutuo e spalmando in un maggior arco di tempo il costo del debito su chi ha sottoscritto il contratto. Non solo. ABI intende anche agevolare il ricorso a surroga e rinegoziazione mutui ipotecari, favorendo dunque il passaggio da tasso variabile a tasso fisso.
Proprio l’Associazione ha recentemente dichiarato agli organi di informazione che sta lavorando alacremente con il MEF, per agevolare i cittadini alle prese con i mutui che rischiano di diventare insostenibili. E ciò pur nell’ambito delle severe regole che l’autorità bancaria europea, EBA, impone.
Come abbassare le rate del Mutuo: il memorandum ABI
Detto documento ha rilievo perché si rivolge a coloro che hanno problemi derivanti dalle scelte di mutui a tasso variabile e dall’aumento dei tassi di interesse legato alle decisioni BCE. Di fatto il testo fornisce alcuni utilissimi consigli e sollecita il mutuatario a rivolgersi alla propria banca al primo campanello d’allarme in fatto di pagamenti.
Il memorandum del 9 luglio indica che il titolare del contratto di mutuo può:
- concordare con la propria banca l’estensione della durata del proprio mutuo. Ciò permetterebbe di diluire nel tempo l’effetto dell’aumento dei tassi d’interesse sulla rata;
- domandare (ed ottenere) una revisione di altre condizioni del prestito;
- compiere la cd. portabilità / surroga dei mutui, vale a dire la possibilità di trasferire senza spese e costi il proprio mutuo ipotecario in un’altra banca, cambiandone le relative condizioni di contratto;
- fare riferimento al Fondo di solidarietà per i mutui prima casa, ovvero il “Fondo Gasparrini”, che consente di ‘congelare’ il pagamento della rata del mutuo ipotecario per l’acquisto dell’abitazione principale fino ad un anno e mezzo. Ciò chiaramente estendendo il piano di ammortamento per il lasso di tempo della sospensione e nelle specifiche ipotesi di eventi quali, ad esempio, la perdita del posto di lavoro, il taglio dell’orario di lavoro (cd. cassa integrazione) o il calo del fatturato per i lavoratori autonomi;
- passare da mutuo da tasso variabile a tasso fisso.
Sull’ultimo punto è importante notare che l’ultima manovra ha stabilito che gli istituti di credito siano obbligati alla trasformazione, in ipotesi di domanda del titolare del mutuo che non sia in ritardo nei rimborsi, per i mutui di ammontare fino a 200mila euro e con l’ISEE del mutuatario che non deve oltrepassare i 35mila euro annui.
Tasso fisso o tasso variabile?
E’ noto che l’incremento dei tassi di interesse deciso dalla BCE non è una misura di per sé ‘vessatoria’, ma piuttosto disposta per contrastare l’aumento dell’inflazione e, dunque, proprio quel carovita percepibile da tutti nei supermercati e negozi.
Di fatto però detto aumento dei tassi influenza il costo dei mutui e dunque l’ammontare delle rate da versare. Proprio i mutui a tasso variabile sono quelli che finiscono nel mirino dell’incremento dei tassi: in particolare l’aumento della rata avviene sia per i mutui già in essere, sia per quelli da stipulare.
Ecco perché, oggi più che mai, la scelta tra mutuo a tasso fisso o mutuo a tasso variabile ha un’importanza cruciale. Il maggior costo del tasso fisso costituisce il prezzo da versare per non incappare nel rischio di vedere aumentare esponenzialmente la rata, al crescere dei tassi.
Infatti la caratteristica principale di un mutuo a tasso fisso è che il tasso di interesse stabilito all’inizio del contratto resta tale e quale per l’intera durata del mutuo. E questo vuol dire che al di là di come si muovono i tassi di interesse di mercato o delle decisioni della BCE, il tasso di interesse del mutuo sarà uguale nel tempo. Insomma, sia la rata mensile del mutuo che l’ammontare totale del debito da ripagare non cambieranno lungo tutto l’arco del contratto di finanziamento. Ecco perché oggi vi è un rinnovato interesse proprio in tema di tasso fisso.
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