Come già annunciato più volte dal Governo, questi sono gli ultimi mesi di erogazione del reddito di cittadinanza. In un’ottica di revisione dei costi per lo Stato, infatti, il contributo economico mensile contro la povertà e la disoccupazione sarà presto archiviato, ma senza lasciare un vuoto al suo posto. Infatti l’obiettivo è lanciare entro il prossimo autunno un nuovo sussidio ad hoc, denominato Misura di Inclusione Attiva – MIA, di cui già sono emerse alcune interessanti caratteristiche, che indicano nitidamente le linee fondamentali del nuovo progetto.
In virtù della riforma del reddito e della pensione di cittadinanza – quest’ultima di fatto inglobata nella MIA – l’Esecutivo intenderebbe risparmiare un totale di almeno 2-3 miliardi l’anno, rispetto ai 7-8 spesi annualmente per il RdC.
Nel corso di questo articolo vogliamo dunque parlare proprio di questa nuova Misura, delineandone i punti chiave, alla luce delle ultime indiscrezioni emerse. I dettagli.
Misura di Inclusione Attiva: che cos’è in breve
Il meccanismo del reddito di cittadinanza ha attirato finora non poche polemiche perché, dati alla mano, non è riuscito a favorire davvero la nuova occupazione in Italia. Ma al contempo ha rappresentato una spesa non indifferente per le casse dello Stato: ecco allora che si profila l’addio certo al reddito di cittadinanza, per varare al suo posto la citata MIA – Misura di inclusione attiva.
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In questi giorni i testi con le nuove regole, redatti su impulso del ministero del Lavoro, saranno letti con attenzione dal MEF in modo da dare una valutazione di massima sulla sostenibilità del nuovo meccanismo. Mentre attorno alla metà del mese di marzo è atteso a Palazzo Chigi il testo del decreto legge per la riforma del reddito di cittadinanza.
Quali sono le principali novità in arrivo
A seguito dei lavori in proposito da parte del Ministero, possiamo già fare un elenco delle principali novità che ci attendono. La nuova Misura di Inclusione Attiva prevede infatti:
- una minor durata del nuovo sostegno;
- la differenziazione del bacino degli aventi diritto, grazie alla divisione in due categorie con quote a scalare. Saranno in particolare distinti i soggetti non occupabili, che incasseranno circa 500 euro al mese di contributo Mia, da quelli occupabili che, invece, prenderanno circa 375 euro mensili;
- la riduzione del tetto Isee e controlli più pervasivi, onde evitare irregolarità o abusi;
- il requisito della residenza in Italia dovrebbe scendere da 10 a 5 anni;
- oltre ai centri pubblici per l’impiego, il coinvolgimento delle agenzie private del lavoro. Esse conseguiranno un incentivo per ciascuna persona occupabile per la quale riusciranno a far firmare un contratto di lavoro.
Rimarchiamo che la Misura di Inclusione Attiva dovrebbe debuttare proprio subito dopo l’addio al reddito di cittadinanza, ovvero a seguito dei 7 mesi di proroga previsti a favore dei beneficiari del RdC con la legge di Bilancio 2023. Ecco perché, secondo gli osservatori più attenti, sarà possibile richiedere la MIA da agosto o – più probabilmente – dal prossimo 1° settembre.
Quali saranno i criteri per stabilire la congruità dell’offerta di lavoro
Un punto molto importante attiene alle cd. offerte congrue, che hanno dato spazio finora ad un vivace dibattito. Ebbene, onde migliorare l’incrocio tra domanda e offerta di lavoro – nel quadro della Misura di Inclusione Attiva sarà istituita una piattaforma nazionale e digitale, guidata dal Ministero del Lavoro, in cui gli occupabili dovranno iscriversi e nella quale potranno ricevere le offerte congrue di lavoro.
Attenzione però, perché l’interessato che ne rifiuterà anche una sola decadrà subito dalla prestazione. Secondo le ultime indiscrezioni emerse sui lavori in tema di riforma del reddito di cittadinanza, l’offerta sarà ritenuta congrua se compatibile con la profilazione della persona occupabile e se la sede di lavoro sarà nell’area della provincia di residenza del beneficiario o delle province vicine.
Chi saranno i nuovi beneficiari
Insomma, tutto in linea con quanto previsto nell’ultima legge di Bilancio, che ha inteso anche mirare alla razionalizzazione delle spese per lo Stato per quanto riguarda i sussidi verso chi è senza lavoro. In particolare, i potenziali beneficiari della Misura di Inclusione Attiva – MIA saranno divisi in due insiemi:
- famiglie povere senza persone occupabili, nelle quali c’è almeno un minorenne o un anziano over 60 o una persona con handicap acclarato. I nuclei formati da poveri senza possibilità di inserimento nel mercato del lavoro proseguiranno ad incassare un sussidio il cui importo base (per un single) dovrebbe essere di circa 500 euro mensili. Ovviamente le cifre, come accade anche ora, dovrebbero essere poi quantificate sulla scorta della effettiva composizione della famiglia. Prevista l’assegnazione per 18 mensilità;
- famiglie con occupabili nelle quali non ci sono queste situazioni ma almeno un soggetto tra 18 e 60 anni d’età. Gli occupabili saranno tenuti a stringere un Patto per il Lavoro tramite i Centri per l’Impiego, proprio come succede oggi con il reddito di cittadinanza. In caso di persone occupabili l’assegno in oggetto sarà con tutta probabilità ridotto a non più di 375 euro. Minore anche la durata, la quale sarà non maggiore di un anno. Ma attendiamo conferme anche su questo punto.
In sintesi gli occupabili, che ancora percepiscono il reddito di cittadinanza per 7 mesi nel 2023, dopo l’archiviazione della misura attuale potranno fare richiesta della Misura di Inclusione Attiva – MIA. Tuttavia per gli occupabili il sussidio sarà fortemente ridimensionato in quanto ad importo e avrà una durata minore rispetto al reddito di cittadinanza e anche alla MIA rivolta alle famiglie senza persone occupabili.
Nuova quota per affitto o mutuo
Attenzione anche ad un altro aspetto: al momento è aperta la discussione sul tema dei 280 euro previsti come quota ulteriore per l’affitto, da aggiungersi al reddito di cittadinanza. Detta quota potrebbe essere tagliata, alleggerita o rimodulata sulla scorta dei componenti del nucleo familiare.
Come già per il reddito di cittadinanza, anche per la MIA la richiesta potrà essere effettuata più di una volta ma per i rinnovi saranno disposti numeri di mensilità più bassi.
Come funzioneranno il tetto Isee e i relativi controlli
Per quanto riguarda i requisiti Isee di accesso alla misura, attese ulteriori novità. Infatti la soglia massima dell’Isee dovrebbe calare dagli attuali 9.360 euro a 7.200 euro annui. Si tratta di un taglio non indifferente e pari a più di 2mila euro dell’indicatore della ricchezza di un nucleo familiare, e tale da escludere non pochi beneficiari dalla nuova misura.
Tuttavia le prospettive ci indicano anche che, con la Misura di Inclusione Attiva – MIA, rispetto al reddito di cittadinanza, sarà invece rivista la cd. ‘scala di equivalenza’, ovvero quel meccanismo che fa crescere l’ammontare della prestazione mensile sulla scorta del numero dei componenti della famiglia, per favorire l’assistenza ai nuclei numerosi.
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La richiesta della nuova Misura di Inclusione Attiva deve essere fatta online, ma attenzione: la prestazione sarà di fatto erogata soltanto dopo che saranno stati eseguiti i controlli incrociati sul possesso dei requisiti patrimoniali e reddituali d’accesso.
Concludendo, entro un paio di settimane al massimo il decreto legge al quale sta lavorando il Ministero del Lavoro dovrebbe arrivare in Consiglio dei Ministri. Perciò non mancheremo di aggiornarvi sulle prossime novità ufficiali.