Chi avrebbe mai pensato che l’esclusione dal calcolo dell’Isee dei titoli di Stato italiani confermata nell’ultima Legge di Bilancio avrebbe creato prima di tutto della confusione. Doveva essere una novità importante, che avrebbe dovuto invogliare le famiglie italiane ad investire. In realtà chi è alle prese con l’aggiornamento dell’Isee si ritrova davanti non pochi problemi.
Ricordiamo che il governo Meloni, nell’ultima Manovra, ha introdotto una novità molto importante per le famiglie italiane. L’esclusione dal calcolo dell’Isee dei titoli di Stato italiani e degli altri prodotti finanziari di raccolta del risparmio con obbligo di rimborso assistito dalla garanzia di Stato. Il limite massimo di esenzione è pari a 50.000 euro.
Aggiornamento: l’INPS ha rilasciato il messaggio 165 del 12 gennaio 2024 recante ad oggetto “Esclusione dei titoli di Stato e dei prodotti finanziari di raccolta del risparmio con obbligo di rimborso assistito dalla garanzia dello Stato dal calcolo dell’ISEE” con il quale chiarisce che l’esclusione dei titoli di Stato dal computo non è immediata essendo subordinata all’approvazione delle modifiche al regolamento recante la disciplina dell’ISEE. Pertanto al momento, e fino a nuove disposizioni, permane l’obbligo di inserirli nell’ISEE 2024.
Titoli di Stato fuori dal calcolo Isee: i problemi
La normativa, almeno a livello ufficiale, permette alle famiglie di non prendere in considerazione i titoli di Stato per il calcolo Isee. Ma, stando a quanto riporta Il Fatto Quotidiano, la procedura non sarebbe stata ancora aggiornata dall’Inps. Spetta proprio a questo istituto effettuare i controlli e i successivi calcoli dell’Isee. Le attestazioni che sono state rilasciate nel corso di questi giorni continuano a riportare il patrimonio mobiliare delle famiglie, non prendendo in considerazione la franchigia prevista.
Un po’ tutti conoscono la storia. Nel 2023 gli Italiani hanno fatto incetta di Btp e buoni fruttiferi postali: resi più interessanti dalla promessa che sarebbero stati esclusi dal calcolo dell’Isee. Ora come ora, però, la franchigia promessa non viene calcolata ed i diretti interessati non possono aspirare ad ottenere più bonus.
La norma recita che i titoli di stato (Buoni del tesoro annuali o poliennali) e anche altri prodotti finanziari di raccolta del risparmio con obbligo di rimborso assistito dalla garanzia dello Stato non concorrono al calcolo dell’ISEE.
Si fa riferimento quindi a:
- Buoni ordinari del Tesoro (BOT )
- CTZ (Certificati del tesoro zero-coupon),
- Buoni del tesoro poliennali (BTP),
- Certificati di credito del Tesoro (CCT),
- buoni postali fruttiferi,
- libretti di risparmio postale,
Assegno unico e altre prestazioni legate all’ISEE
Sicuramente una delle prestazioni più ambite dalle famiglie è l’assegno unico universale per figli a carico. Ma non solo. I bonus a cui è possibile accedere grazie all’Isee sono molti e comprendono:
- il bonus asilo nido;
- la retta dell’università;
- la carta acquisti per la spesa;
- il bonus sociale luce e gas per le bollette;
- l’Assegno di inclusione (Adi).
Proprio quest’ultima misura risulta essere di particolare importanza, perché proprio dal 2024 è andata a sostituire – assieme al Supporto Formazione e Lavoro per gli Occupabili – il reddito di cittadinanza.
Pertanto l’ISEE più o meno alto può comportare l’aumento delle prestazioni (assegno unico figli) oppure addirittura il diritto o meno a riceverle (assegno di inclusione).
A cosa serve l’Isee
L’Isee è uno strumento che serve a misurare il livello economico di un determinato nucleo familiare. Vengono considerate tutte le voci più importanti, tra le quali ricordiamo la ricchezza attribuibile ad ogni singolo componente. Per determinare questa voce si prendono in considerazione le proprietà immobiliari, le rendite finanziarie e i vari redditi.
Senza dubbio questo meccanismo è conosciuto da tutte le famiglie, che puntualmente, all’inizio di ogni anno, devono presentare l’Isee per continuare ad usufruire delle varie prestazioni agevolate.
Nel 2024 il meccanismo, purtroppo, si è inceppato. Il rischio è quello che vengano bloccate molte pratiche. La procedura dell’Inps non risulta essere aggiornata. Il rilascio del modello Isee non comprende le ultime novità e quindi all’interno dell’attestazione fanno rientrare nel calcolo anche i Btp.
Al momento non è ancora dato sapere quando possa diventare operativo il nuovo aggiornamento.
Il problema si ribalta sugli operatori del settore
I problemi che stanno sorgendo con la compilazione dell’Isee, in questo momento, vengono gestiti dagli operatori del settore. Nei giorni scorsi si è riunita la Consulta Nazionale dei Caf, che ha richiesto un formale chiarimento al ministero del Lavoro e all’Inps. A questo punto importanti sono le tempistiche con le quali il problema sarà risolto.
La consulta ha dato precise indicazioni ai Caf, che dovranno continuare ad inserire all’interno di tutte le dichiarazioni i valori mobiliari – quindi anche quelli dei Titoli di Stato – nel loro valore intero. Si confida in una successiva modifica effettuata direttamente dall’Inps.
La decisione, però, non collima con quanto deciso da Poste Italiane, che nella propria documentazione, sta fornendo ai clienti come indicazione l’esclusione dei titoli di Stato.
Un dubbio, a questo punto, sorge lecito. Qual è l’efficacia di una misura, dato che famiglie con in portafoglio molti titoli di Stato potrebbero non rispettare i limiti per ottenere le agevolazioni. E che magari sono state incentivate a fare questo investimento proprio con il miraggio di potervi accedere.