Lo SPID, ovvero il Sistema Pubblico di Identità Digitale, è stato ideato per costituire la chiave di accesso facile, rapida e sicura ai servizi digitali delle amministrazioni locali e centrali. Tuttavia non ha convinto tutti e non sono mancati infatti coloro che hanno lamentato una certa difficoltà nell’ottenerlo a causa della complessità del processo di registrazione. Altri invece hanno criticato la mancanza di uniformità tra i servizi, perché è vero che alcuni servizi web non supportano ancora lo SPID come metodo di autenticazione e ciò può dare luogo a confusione o incertezza tra gli utenti, che devono ricordare le varie credenziali di accesso per ciascun servizio. Altri ancora hanno lamentato invece rischi in tema di sicurezza dei dati personali e la questione costi collegati all’ottenimento dello SPID.
Ecco perché di certo non sorprendono le ultime novità in materia, ma in verità già preannunciate da tempo. La carta d’identità elettronica – CIE prenderà il posto dello SPID: ma come funzionerà in concreto? E cosa cambierà per l’utente? Ecco i dettagli.
Leggi anche: bonus sociale 2023, ultime novità per il voucher bollette luce e gas. La guida rapida
La CIE alternativo allo SPID: una novità attesa
Oggi sono 33 i milioni di italiani in possesso dello SPID e oltre 32 quelli che hanno attivato la carta di identità elettronica – CIE. L’intenzione era ed è quella di far convergere i due strumenti verso un’identità digitale unica, ed ora siamo innanzi al primo vero passo avanti in tal senso.
Abbiamo appena detto che la CIE sostituirà lo SPID: ebbene, questa è una novità ufficiale se pensiamo che in questi giorni il Ministero degli Interni ha attivato nuove funzionalità per la carta d’identità elettronica, le quali consentono di accedere ai siti della Pubblica Amministrazione anche, semplicemente, con la CIE.
Leggi anche: come fare lo SPID di Poste Italiane
Di fatto però un percorso alternativo e non propriamente sostitutivo (i servizi SPID rimangono), e adatto dunque a chi non ha familiarità con lo SPID – preferendo usare la carta d’identità elettronica.
Ecco perché è importante notare che SPID e CIE non vogliono essere strumenti antagonisti tra loro, ma piuttosto spingere a costituire un solo strumento di identità digitale, unico e valido in tutto il territorio italiano. Infatti in riferimento al Sistema Pubblico di Identità Digitale e alla Carta d’Identità Elettronica l’Esecutivo stava lavorando da tempo a una specie di unificazione, un percorso di uniformazione mirato al lancio dell’Identità Nazionale Digitale, con all’orizzonte il rinnovo delle convenzioni in scadenza il 23 aprile con le società – in gergo identity provider – coinvolte.
Carta d’identità Elettronica con 3 livelli di autenticazione (senza NFC)
Ricordiamo che la Carta di Identità Elettronica (CIE) consiste in quel documento d’identità dei cittadini italiani, emesso dal Ministero dell’Interno e prodotto dal Poligrafico e Zecca dello Stato, che – in virtù delle sue caratteristiche di sicurezza e anticontraffazione – consente l’accertamento dell’identità del possessore e l’accesso ai servizi web delle PA.
Peculiarità della carta di identità elettronica è che, oltre ad accertare l’identità del titolare, essa è caratterizzata altresì da una componente elettronica la quale – grazie all’adozione delle più moderne tecnologie disponibili e in conformità alla normativa UE – rappresenta l’identità digitale del cittadino e, proprio per questo, coloro che ne sono muniti possono accedere ai servizi web aderenti con le credenziali CIE.
Leggi anche: Identità Digitale Nazionale, cos’è e come funziona il probabile sostituto di SPID
In particolare, in relazione allo specifico servizio richiesto di volta in volta dal cittadino, l’autenticazione può compiersi con 3 livelli a sicurezza crescente:
- livello 1, l’accesso tramite una coppia di credenziali (username e password);
- livello 2, l’accesso implica, in aggiunta alle credenziali di livello 1, l’uso di un secondo fattore o meccanismo di autenticazione che acclari il possesso di un dispositivo (codice temporaneo OTP, scansione QR code);
- livello 3, il quale impone l’uso di lettore o uno smartphone dotato di tecnologia NFC – Near Field Communication per la lettura della CIE.
La novità significativa è che oggi sono sufficienti le mere credenziali di livello 1 e 2 e non più quelle di livello 3, semplificando non poco le attività ai cittadini. In altre parole, con il possesso della CIE e i livelli 1 e 2 si potrà accedere più facilmente ai maggiori servizi della PA.
Alcuni ulteriori chiarimenti sulla semplificazione CIE
Ricapitolando, lLunedì 27 marzo il Ministero degli Interni ha pubblicato sul sito www.cartaidentita.interno.gov.it gli ultimi significativi aggiornamenti e perciò:
- basteranno le credenziali di livello 1 e 2, collegate alla CIE, èper accedere in modo più facile e veloce ai servizi online della PA e a quelli dei privati aderenti e dotati del pulsante “Entra con CIE“;
- come accennato sopra non serve più fare ricorso al livello 3 con la carta d’identità elettronica, per utilizzare i servizi della PA. Il livello 3 se da un lato offre il massimo della sicurezza, dall’altro però è poco pratico perché impone però la presenza di un lettore di smart card (per il pc) o di uno smartphone dotato di tecnologia NFC (Near Field Communication).
Grazie agli ultimi aggiornamenti, che non archiviano lo SPID ma che rendono di fatto la CIE alternativa ad esso, tutti i cittadini in possesso di carta d’identità elettronica potranno accedere facilmente ai servizi web della PA da ogni dispositivo. Basterà infatti attivare una coppia di credenziali (username e password) o, se richiesto dal particolare servizio, un secondo fattore di autenticazione (codice temporaneo OTP, scansione QR code). Non solo. Se il cittadino non avrà in mano la carta d’identità, potrà comunque digitare il codice PUK e il numero di serie della CIE consegnati dal Comune in fase di richiesta della carta.
Come attivare le credenziali
Attenzione però ad un ulteriore dettaglio, perché al fine di poter usare le credenziali, il Ministero degli Interni ha inteso chiarire che occorre prima attivarle con una procedura web. Per attivarle basta:
- aver fatto richiesta di emissione della carta d’identità elettronica – CIE;
- aver dato i propri contatti (numero di cellulare ed e-mail).
Da notare, peraltro, che l’interessato può attivare le credenziali di sicurezza anche anteriormente alla consegna della carta inserendo il proprio codice fiscale, il numero di serie della CIE e alcune cifre della prima metà del codice PUK – che compaiono sulla ricevuta rilasciata a chi richiesto la carta. Questo permetterà di proseguire con facilità nella procedura di attivazione.
Il ‘potenziamento’ della CIE rispecchia le richieste dell’Unione Europea
Concludendo, la novità di cui abbiamo parlato in questo articolo risponde alle richieste di Bruxelles perché se è vero che la linea del Governo è quella di concedere al solo Stato la possibilità di erogare e disporre di certificati di identità anche digitali – superando dunque l’ottica di SPID che utilizza identity provider privati (con una oggettiva minor sicurezza) – è altrettanto vero che ciò è perfettamente conforme alle indicazioni dell’UE. In sintesi: l’Unione richiede per l’identità elettronica un livello di sicurezza che oggi solo la CIE è in grado di garantire.
Per tutti gli ulteriori dettagli, di riferimento è il sito ad hoc sulla carta d’identità elettronica, accessibile in questa pagina.