Tornano i buoni spesa per le famiglie in difficoltà economica, come disposto dal Decreto Ristori ter, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale del 23 novembre. Per far fronte a questa seconda ondata di contagi da Covid-19 il Governo ha stanziato delle risorse da inviare ai Comuni, a sostegno dei nuclei familiari in crisi a seguito della pandemia. Non si tratta di una novità, poiché siamo in presenza di una misura già pensata per far fronte alla prima fase di emergenza sanitaria.
I requisiti per accedere ai buoni spesa famiglia, volti all’acquisto di beni alimentari e di prima necessità (si pensi a prodotti farmaceutici o per l’igiene personale), restano invariati rispetto a quanto previsto nella scorsa primavera. Anche per ciò che concerne la procedura per ottenerli non dovrebbero esserci dei grossi cambiamenti. Saranno i Comuni, anche in questo caso, ad erogare il buono spesa (fino a 500 euro).
Vediamo più nel dettaglio a chi spettano e a quali condizioni, quali siano le regole per l’erogazione dei buoni spesa dei comuni per le famiglie e se vi saranno dei criteri di priorità nell’assegnazione del bonus.
Buoni spesa per famiglie, cosa sono
Il bonus spesa per famiglie consiste in un fondo dell’ammontare di 400 milioni di euro che verrà distribuito ai Comuni. A fronte dell’effetto positivo riscontrato nella prima fase di pandemia, il Governo Conte ha rinnovato la misura con il Decreto Ristori ter (all’articolo 2 dedicato alle “Misure urgenti di solidarietà alimentare”).
Le risorse stanziate a favore dei Comuni saranno distribuite entro il termine di 7 giorni dall’entrata in vigore del provvedimento e dovranno servire per erogare il buono spesa alle famiglie che presenteranno i necessari requisiti. La somma stanziata dal Governo viene suddivisa tra i vari Comuni in base al numero di abitanti o all’indice di povertà degli stessi.
I buoni spesa sono utilizzabili unicamente per acquistare generi alimentari o prodotti di prima necessità presso esercizi commerciali il cui elenco verrà pubblicato dal singolo Comune sul proprio sito. Non si potrà effettuare l’acquisto presso negozio o centro non specificatamente individuato. L’ente territoriale, in alternativa al buono spesa, potrà decidere di consegnare direttamente la spesa al domicilio del beneficiario.
Buoni spesa famiglia, quali sono i requisiti
Sarà il Comune a definire i criteri di ammissione al bonus spesa per le famiglie tenendo conto di quanto riportato nella nota di indirizzo dell’ANCI (associazione nazionale dei Comuni Italiani) che richiama l’Ordinanza della Protezione civile n. 658 citata nel Decreto Ristori.
In base alla predetta Ordinanza la competenza per definire gli aventi diritto al bonus, così come le modalità di fruizione, è assegnata all’Ufficio dei servizi sociali di ciascun Comune.
Come si identifica la platea di beneficiari e il relativo contributo? L’obiettivo del Comune è, in generale, quello di soddisfare le necessità più urgenti ed essenziali. Gli elementi da prendere in considerazione per determinare l’accesso alla misura di sostegno sono:
- la residenza presso il Comune;
- il numero dei componenti il nucleo familiare e se ci sono figli;
- il patrimonio immobiliare;
- reddito dei componenti il nucleo familiare;
- la presenza di occupazione;
- il reddito Isee familiare.
I fondi a disposizione per questa misura sono consistenti (400 milioni); ma purtroppo non basteranno per tutti coloro che necessitino di un aiuto per la spesa alimentare.
Certamente e giustamente la priorità andrà a chi non riceve alcuna forma di sostegno pubblico al reddito; ad esempio non percepisce Reddito di Cittadinanza, Rem, Naspi o cassa integrazione guadagni.
Come ottenere i buoni spesa famiglie
Al fine di ottenere l’erogazione del bonus spesa per le famiglie si dovrà fare riferimento alle modalità stabilite dal Comune di residenza che predisporrà un modulo di autocertificazione del quale avvalersi per presentare la domanda.
Dopo l’assegnazione del buono e dei generi alimentari di primaria necessità il Comune provvederà ad appurare la veridicità di quanto dichiarato sul modulo.
L’erogazione avverrà fino ad esaurimento delle risorse messe a disposizione al Comune e la cifra varierà da 300 euro fino ad un massimo di 500 euro. L’importo si stabilisce tenendo conto del numero di componenti il nucleo familiare e per le famiglie di cinque o più persone si erogherà l’importo più elevato.