Il decreto MISE 122 del 7 giugno 2017 pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale del 10 agosto 2017, stabilisce che dal 9 settembre 2017 le regole sui buoni pasto cambieranno.
Il DM del MISE contiene il regolamento recante disposizioni in materia di servizi sostitutivi di mensa, in attuazione dell’articolo 144, comma 5, del decreto legislativo 18 aprile 2016, n. 50.
Qui di seguito tutti i dettagli sull’utilizzo dei buoni pasto in base alle nuove regole approvate.
Buoni Pasto, Decreto Mise 122 del 7 giugno 2017: come utilizzarli
Come detto sopra, dal 9 settembre 2017 i possessori dei buoni pasto avranno maggiore possibilità di effettuare la spesa e pagare ristoranti.
La precedente normativa prevedeva il divieto di accumulare i buoni pasto da parte dei possessori, questa direttiva però difficilmente veniva rispettata, quindi il MISE ha deciso di introdurre appunto nuove regole da rispettare per utilizzare correttamente i Ticket.
La nuova direttiva che entrerà in vigore il 9 settembre, prevederà il cumulo di massimo 8 buoni pasti e potranno essere spesi anche in agriturismi, mercatini e spacci industriali.
Le nuove regole oltre ad estendere la possibilità di utilizzo, prevedono anche dei limiti abbastanza chiari.
I buoni pasto dal 9 settembre dovranno essere obbligatoriamente nominativi, quindi essi potranno essere utilizzati esclusivamente dal titolare e il loro utilizzo è ammesso soltanto per acquisti di prodotti alimentari.
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Chi può avere i buoni pasto
La nuove legge stabilisce che, solo i lavoratori dipendenti oppure collaboratori con contratto full-Time oppure contratti Part-time, possono avere diritto nel ricevere i Ticket dal proprio datore di lavoro. Inoltre, possono avere diritto solo i lavoratori che si trovano a una distanza che rende difficile raggiungere la propria abitazione nella pausa pranzo.
Sicuramente non tutti gli esercizi commerciali sono obbligati a ricevere come pagamento i Ticket dei lavoratori. Infatti il nuovo decreto stabilisce che, il buono pasto potrà essere utilizzato solo presso:
- Mense aziendali;
- Attività commerciali di bevande e alimenti;
- supermercati;
- locali di produzione dei prodotti alimentari;
- vendita al dettaglio sul posto di prodotti alimentari;
- agriturismo;
- Ittiturismo;
I ticket non potranno essere ceduti, commercializzati oppure convertiti in denaro.
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Come riconoscere buoni pasto falsi
Molto spesso c’è il rischio di ricevere Ticket che non sono conformi all’originale. Ma come si riconoscono buoni pasto falsi?
Per riconoscere dei Ticket falsi è davvero molto semplice, infatti su di essi devono essere presenti alcuni particolari fondamentali, ossia: Inchiostro fluo, Codeline univoci, anno di validità, micro scritture.
Sul Ticket, dovranno essere presenti alcuni dati fondamentali tra cui:
- codice fiscale oppure nome dell’azienda;
- ragione sociale e il codice fiscale della società di emissione;
- il valore del Ticket;
- data di scadenza;
- Uno spazio per la firma dell’utilizzatore, per la data di utilizzo e uno spazio per il timbro dell’attività commerciale dove il buono pasto viene utilizzato.