La nostra analisi dei bonus, incentivi ed agevolazioni continua, senza tralasciare il cosiddetto bonus sanificazione 2021. Legato al delicato periodo di contrasto al coronavirus, abbiamo innanzi una misura connessa agli obblighi di ordine sanitario, gravanti sui datori di lavoro. Come è ben noto la salute dei lavoratori è un bene primario oggi più che mai; e di certo non stupisce che vi siano state spese molto consistenti da parte delle aziende, anche nei mesi di giugno; luglio e agosto 2021, mirate alla sanificazione degli ambienti e all’acquisto dei dispositivi di protezione individuale.
Tra le misure introdotte dall’attuale Governo abbiamo appunto il bonus sanificazione, di cui si trova traccia nel decreto Sostegni bis. Si tratta di un credito d’imposta del 30% sulle spese compiute tra giugno e agosto di quest’anno, allo scopo di sanificare gli ambienti, e per i dispositivi di protezione. Comprese anche le spese per la somministrazione dei tamponi ai lavoratori.
Attenzione però: infatti, per ottenere l’agevolazione non c’è molto tempo.
Vediamo allora qualche interessante dettaglio sul beneficio in questione, per non farselo sfuggire.
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Bonus sanificazione 2021: chi sono i destinatari della misura? I limiti
E’ importante fare chiarezza su quelli che sono i destinatari della misura in questione. Eccoli di seguito in sintesi:
- soggetti esercenti attività d’impresa, arti e professioni, enti non commerciali, compresi gli enti del terzo settore;
- enti religiosi civilmente riconosciuti;
- strutture ricettive extra-alberghiere a carattere non imprenditoriale.
Il meccanismo adottato – lo abbiamo accennato – è quello del credito d’imposta, corrispondente al 30% delle spese sopportate nei mesi di giugno; luglio e agosto 2021 per la sanificazione degli ambienti e degli strumenti usati; per comprare dispositivi di protezione individuale e ulteriori dispositivi mirati alla tutela del bene primario rappresentato dalla salute dei lavoratori e di tutti coloro che siano stati a contatto con i primi.
Tuttavia, è da notare che beneficio del credito d’imposta richiesto non può superare il limite di 60.000 euro. Inoltre, se le domande oltrepasseranno l’ammontare di stanziamenti previsti per garantire la misura – ossia circa 200 mln di euro per quest’anno – l’Amministrazione finanziaria ha già annunciato che determinerà la quota percentuale dei crediti effettivamente fruibili, in base alle risorse utilizzabili in concreto.
Bonus sanificazione 2021: come fare domanda
Poco sopra abbiamo accennato al fatto che non vi sono molti giorni a disposizione per fare domanda per il bonus sanificazioni. Infatti, manca meno di un mese alla scadenza del termine: il 4 novembre è l’ultimo giorno utile.
Fino a quel giorno, il contribuente interessato o un intermediario scelto dal primo, possono fare domanda ad hoc secondo le modalità ormai diventate abituali. Vale a dire con il servizio web di cui all’area riservata del sito delle Entrate, o attraverso i tradizionali canali telematici dell’Amministrazione finanziaria.
Per visualizzare il modello da presentare occorre cliccare qui Imprese – Modello e istruzioni – Agenzia delle Entrate.
Nel lasso di tempo in cui si può fare domanda (4 ottobre – 4 novembre), l’interessato deve inoltre sapere che è possibile presentare:
- una nuova comunicazione che sostituisce del tutto quella già trasmessa;
- la rinuncia integrale al credito d’imposta precedentemente comunicato.
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L’Agenzia delle Entrate, dopo aver ricevuto la domanda ed entro cinque giorni dalla presentazione della stessa, sarà tenuta ad emettere una ricevuta specifica. In essa sarà indicata:
- la presa in carico della domanda, al fine di assicurare l’assegnazione del credito di imposta;
- oppure il rigetto della stessa, con l’indicazione delle cause che hanno condotto alla risposta negativa.
Infine, il beneficiario si potrebbe domandare come fare ad utilizzare in concreto il credito d’imposta collegato al bonus sanificazioni citato. Ebbene, detto credito d’imposta può essere usato nella dichiarazione dei redditi collegata al periodo d’imposta di sostenimento della spesa oppure anche in via di compensazione attraverso il noto modello F24, presentato solo con i servizi web dell’Amministrazione finanziaria.