Non senza intoppi e rallentamenti, ma anche con il problema dello scarso tempo a disposizione per discutere il provvedimento in tutta la sua articolazione, la legge di Bilancio 2023 ha trovato nei giorni scorsi il via libera del Senato, che ha permesso di evitare l’esercizio provvisorio. Proprio così: con l’ok definitivo alla manovra, approvata dal Consiglio dei ministri lo scorso 21 novembre, termina l’iter di approvazione da parte del Parlamento di questo fondamentale testo – dal 29 dicembre in GU.
Tantissimi gli elementi di interesse, come è facilmente comprensibile in un provvedimento di tale rilievo. Di seguito però vogliamo soffermarci su una specifica agevolazione, un bonus che ha la forma del credito d’imposta e che intende favorire la tutela dell’ambiente. Si tratta del bonus raccolta differenziata, il quale di fatto non è una novità assoluta – essendo una misura già prevista negli anni 2019 e 2020. Ora nuovi stanziamenti per il 2023 e 2024, pari a circa 10 milioni di euro su precisa volontà dell’attuale Governo.
In buona sostanza lo Stato vuole assegnare una sorta di “un premio” alle imprese più virtuose, che dimostrano di avere a cuore la protezione del pianeta e, dunque, mirano a produrre i propri imballaggi partendo dai rifiuti e non sfruttando nuove risorse.
Vediamo dunque come fare ad accedere al bonus raccolta differenziata 2023 e quali sono i punti chiave di un’agevolazione che ritorna, grazie al varo della legge di Bilancio in vigore dal primo gennaio di quest’anno. I dettagli.
Bonus raccolta differenziata: di che si tratta? Gli elementi essenziali dell’agevolazione
Il bonus raccolta differenziata, come accennato in apertura, non è una vera novità. Negli anni passati è già stato operativo, nella finalità di accrescere il riciclaggio delle plastiche miste e degli scarti non pericolosi, alternativamente al recupero energetico.
Detta agevolazione fin dal suo lancio era espressamente mirata a ridurre l’impatto ambientale degli imballaggi e il livello di rifiuti non riciclabili, che derivano da materiali da imballaggio. In particolare, nel 2023 detto bonus:
- si rivolge a tutte le aziende che usano imballaggi riciclati per i propri prodotti;
- ha lo scopo di ridurre l’impatto ambientale ma anche la quantità di rifiuti non riciclabili e provenienti da distinte tipologie di materiale usato per l’imballaggio;
- consiste in un credito d’imposta, che infatti il Governo garantisce a favore delle aziende ‘virtuose’ sul piano dell’acquisto e dell’utilizzo dei prodotti riciclati che giungono direttamente dalla raccolta differenziata.
Come funziona il requisito delle spese documentate per accedere al bonus
Essendo in gioco un credito d’imposta, le regole sono piuttosto chiare: onde accedere al bonus raccolta differenziata, l’azienda interessata dovrà provare l’effettuazione delle spese – documentando tutti i costi sostenuti per l’acquisto di prodotti provenienti dalla raccolta differenziata stessa.
Pertanto nessun dubbio a riguardo: le imprese che compreranno prodotti realizzati con la differenziata degli imballaggi in plastica (biodegradabili e compostabili) o derivati dalla raccolta differenziata della carta, dell’alluminio e del vetro, avranno la possibilità di sfruttare per il biennio 2023-2024 un credito d’imposta nella misura del 36% sul totale delle spese compiute – nel limite massimo di 20mila euro – e, appunto, documentate in relazione ai citati acquisti.
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In sintesi, l’impresa che vuole beneficiare di questo sgravio fiscale deve acclarare di aver comprato imballaggi che provengono da materiale riciclato in virtù della raccolta differenziata. Perciò si tratta di imballaggi biodegradabili e compostabili per il confezionamento dei propri prodotti e, in particolare, i materiali oggetto dell’agevolazione sono la plastica, l’alluminio, la carta e il vetro.
Chi potrà sfruttare il bonus raccolta differenziata?
Lo abbiamo accennato ma giova ribadirlo: il bonus raccolta differenziata consiste in una sorta di “premio” per le imprese, che decidono di usare materiali e prodotti della lavorazione della raccolta differenziata, per dare una mano all’ambiente nell’esercizio delle loro attività.
Pertanto bisogna rimarcare che detto bonus, che più correttamente andrebbe chiamato credito d’imposta raccolta differenziata, non sarà sfruttabile dai singoli cittadini – che dunque non ne potranno fare domanda – ma piuttosto si rivolge alle sole imprese.
Queste ultime potranno beneficiare del bonus raccolta differenziata grazie alla compilazione di un modello F24 e l’utilizzo dei meccanismi connessi all’operatività dell’Amministrazione finanziaria. In buona sostanza onde conseguire il credito d’imposta, questo dovrà essere inserito nella dichiarazione dei redditi e fatto valere per il tramite dell’Agenzia delle Entrate. Altrimenti non sarà possibile ottenere l’agevolazione in tema di prodotti riciclati e imballaggi. Il modello F24 che si trova a disposizione sul sito web delle Entrate.
Concludendo, ricordiamo altresì che i criteri di applicazione e fruizione del credito d’imposta saranno a breve definiti nel dettaglio. Il Ministero dell’ambiente e della sicurezza energetica, quello delle imprese e del made in Italy e quello dell’economia e delle finanze dovranno infatti elaborare un decreto ad hoc, in maniera da indicare chiaramente sia i requisiti tecnici che le certificazioni idonee, obbligatorie per provare l’effettiva eco-sostenibilità dei prodotti usati.
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