Pur con i significativi tagli annunciati dall’attuale Governo, la stagione dei bonus non è ancora finita ed anzi il cd. trattamento integrativo sull’Irpef in busta paga, quello che in passato prendeva il nome di bonus Renzi – poi riveduto e modificato dai precedenti Esecutivi – ha trovato nuovo spazio con la proroga nel testo della manovra 2024, in una nuova formulazione.
Oggi il beneficio ha diversi nomi, ovvero bonus Irpef, bonus 100 euro, ex bonus Renzi, o anche trattamento integrativo, e conserva il pregio di rendere più consistente la busta paga dei lavoratori subordinati, sia pubblici che privati, ma con un reddito entro il tetto dei 28mila euro annui.
Di seguito faremo il punto sull’agevolazione in oggetto e vediamo nel dettaglio chi può usufruire dell’ex bonus Renzi anche nel 2024. I dettagli.
Leggi anche: assegno di inclusione 2024, domande dal 18 dicembre con ISEE vecchio
Bonus Irpef 100 euro: come funziona l’ex bonus Renzi
Quali sono le caratteristiche del beneficio in oggetto, che permettono di identificarlo con precisione e di non confonderlo con qualche altra agevolazione? Ebbene, la lista delle caratteristiche distintive del bonus Irpef è quella che segue, in quanto il contributo:
- consiste in uno sconto sull’Irpef, riconosciuto mese dopo mese a tutti i lavoratori subordinati;
- può raggiungere un tetto massimo di circa 1.200 euro per tutto l’anno (per questo è anche denominato bonus 100 euro);
- è stabilito sulla scorta del reddito del singolo beneficiario (entro un tetto massimo);
- prevede un anticipo della somma da parte del datore di lavoro in busta paga o un versamento da parte dell’Inps.
Tuttavia detta somma si può recuperare altresì con la dichiarazione dei redditi, per il tramite di una richiesta di rimborso ad hoc rivolta alle Entrate.
Chi sono i beneficiari
Dando un’occhiata alle categorie che si gioveranno anche nel 2024 del bonus Irpef, secondo le regole aggiornate, si scopre che a percepirlo saranno:
- i lavoratori subordinati del settore pubblico e privato;
- gli stagisti e borsisti;
- i soci lavoratori delle cooperative;
- i lavoratori in cassa integrazione;
- i lavoratrici in maternità per congedo obbligatorio;
- i lavoratori socialmente utili;
- i lavoratori atipici e con contratto co. co. co.;
- disoccupati percettori di indennità mensile di disoccupazione Naspi.
Come vedremo tra poco, però, a rilevare per l’attribuzione o meno del bonus Irpef 2024, sarà anche l’entità del reddito da lavoro.
Chi è escluso dal Bonus Irpef
Il bonus Irpef 2024 non sarà accessibile invece alle seguenti categorie:
- pensionati;
- lavoratori autonomi;
- incapienti.
Non tutti i pensionati sono però esclusi, in verità. Fanno eccezione infatti i pensionati lavoratori. Chi incassa una pensione ma prosegue a lavorare alle dipendenze, potrà ancora accedere al bonus Irpef 2024, in quanto dalle norme la pensione non viene considerata parte del cd. reddito limite, necessario per conseguire il beneficio fiscale.
D’altra parte il limite di reddito per godere del trattamento integrativo è stato tagliato da 28.000 a 15.000 euro lordi, dopo l’ultima riforma fiscale. In termini pratici, ciò significa che è necessario che il reddito da lavoro dipendente si collochi tra i 15.000 euro e gli 8.174 euro, al di sotto dei quali si è considerati incapienti e dunque non beneficiari di agevolazioni fiscali, perché non è soddisfatto il requisito minimo di reddito.
Come ottenerlo
Diverse sono le modalità di ottenimento del bonus Irpef 2024. Vediamole in elenco:
- versamento in busta paga mensile (la voce nel cedolino paga che lo riguarda prende il nome di ‘trattamento integrativo’).
- con conguaglio a fine anno da parte del datore di lavoro;
- con il 730.
Tuttavia nel primo caso il rischio è quello di dover ridare indietro la somma percepita qualora, a seguito di verifiche, emerga l’insussistenza del diritto al contributo in oggetto. Per detto bonus, comunque, non è necessaria una domanda ad hoc.
Le limitazioni
Non tutti possono avvalersi, in modo pieno, del bonus Irpef ed infatti, anche nel 2024, varrà un limite al reddito pari a 15mila euro. Lo rimarca il testo dell’ultima legge di Bilancio.
In sostanza i 1.200 euro versati in busta paga per 12 mensilità sono confermati soltanto a chi ha un reddito fino a 15mila euro. La riforma fiscale, infatti, interviene sull’art. 1 del decreto 3/2020, disponendo che al lavoratore subordinato sia:
riconosciuta una somma a titolo di trattamento integrativo, che non concorre alla formazione del reddito se il reddito complessivo non è superiore a 15mila euro.
Chi invece è nella fascia 15mila-28mila (quest’ultima sarà la soglia massima per conseguire il bonus Irpef 2024), per incassare il bonus Irpef dovrà avere una somma delle detrazioni al di sopra dell’imposta lorda dovuta. In caso contrario, non sussisterà il diritto al trattamento integrativo in busta paga.
Per chi in quest’ultima fascia, fermo restando il limite massimo a 1.200 euro annui, l’ammontare del bonus Irpef sarà rappresentato dalla differenza tra le detrazioni e l’imposta lorda. Tra le detrazioni considerate dall’Inps, onde individuare il corretto importo da versare ogni mese, ad es. quelle per redditi da dipendente, per familiari a carico o per spese sanitarie – e di cui si trova menzione nel TUIR.
Ribadiamo altresì che la riforma fiscale ha eliminato il bonus per i redditi sopra i 28mila euro annui.
Ecco perché, in base alla tipologia di contratto e al reddito, è possibile che il dipendente percepisca un beneficio minore del corso dell’anno.