La Legge di Bilancio 2020 ha rimodulato l’importo del cosiddetto “Bonus Renzi”, ossia il bonus Irpef di 80 euro in busta paga irpef varato per la prima volta dal Governo Renzi nel 2014; vediamo le origini di questo credito, le modifiche intervenute nel corso del tempo ma soprattutto cosa cambierà nel 2020. Il bonus irpef trae origine dal Dl 24 aprile 2014, n. 66 (Misure urgenti per la competitività e la giustizia sociale), convertito in legge 23 giugno 2014, n. 89 con lo scopo di diminuire il cuneo fiscale.
Il bonus viene erogato ai lavoratori dipendenti in possesso di determinati requisiti oggettivi legati al reddito percepito nell’anno. Lo scorso 23 gennaio il Consiglio dei ministri ha dato il via libera al Decreto attuativo che modifica, allargando sia la platea dei beneficiari e sia gli importi del credito, sin dalla busta paga di luglio 2020.
Bonus 80 euro in busta paga: le regole attuali
Stante i requisiti reddituali necessari per beneficiare di questo importo, pari a 960,00 Euro annui, la regola originale prevedeva che fosse corrisposto in modo intero per i redditi fino a 24.000 Euro, in proporzione se oltrepassavano i 24.000 Euro ed entro il 26.000 Euro, mentre al superamento di tale cifra non veniva concesso.
Con le L. 205/2017 viene introdotta una prima modifica, ampliando le fasce di reddito.
La nuova formula prevede:
- fino a euro 24.600 erogazione dell’intero importo pari a Euro 960,00;
- oltre euro 24.600 e fino a euro 26.600, il credito si riduce in virtù del rapporto tra l’importo di euro 26.600, diminuito del reddito complessivo, e l’importo di euro 2.000;
- oltre euro 26.600 nessuna concessione.
La modifica di quest’anno interesserà di nuovo le fasce reddituali ma anche l’importo del credito.
Il sostituto d’imposta eroga il bonus Irpef in busta paga; questi può essere il datore di lavoro o l’INPS nel caso di disoccupazione o altri ammortizzatori a pagamento diretto. Per questo motivo rimangono esclusi i lavoratori domestici considerando che il datore di lavoro non riveste la qualifica di sostituto d’imposta.
Novità Bonus Irpef da luglio 2020
La modifica entrerà in vigore da luglio 2020, al momento in modo sperimentale fino alla fine di quest’anno, dato che per il prossimo anno sono stanziati 5 miliardi ma l’idea è una più complessiva riforma riguardante l’Irpef.
Rimangono invariati i destinatari, ossia:
- i titolari di reddito di lavoro subordinato con esclusione dei pensionati;
- i titolari di redditi assimilati a quello da lavoro dipendente di cui all’articolo 50, comma 1, lettere a), b), c), c-bis), d), h-bis) e l), dello stesso Tuir.
Rimane ferma la regola che al fine di percepire l’importo del bonus IRPEF il reddito percepito deve essere di importo superiore a quello della detrazione spettante ai sensi dell’articolo 13, comma 1, del citato testo unico.
Bonus Irpef in busta paga: novità importo e fasce di reddito
L’importo, passa dagli attuali Euro 80,00 ad Euro 100,00 e le nuove regole di calcolo sono le seguenti:
- redditi compresi tra gli 8174 euro e i 28.000 euro lordi il credito mensile sarà pari a Euro 100,00 (i soggetti ricadenti nella fascia tra 26.600 e 28.000 erano esclusi);
- per i redditi a partire da 28.000 Euro l’importo decresce fino ad arrivare a 80 Euro con un reddito di 35.000 Euro lordi;
- più di 35.000 Euro lordi l’importo del beneficio continua a decrescere, si azzera raggiungimento di un reddito pari a 40.000 Euro.
Quindi l’ampliamento delle fasce reddituali comporta un’estensione della platea dei beneficiari, che con le precedenti regole rimanevano escluse.
Con le attuali regole di calcolo, quindi rimangono comunque esclusi i soggetti ricadenti nelle fasce reddituali inferiori a 8.174 euro, considerati incapienti; in quanto fondamentale per il riconoscimento del credito di cui sopra è che vi sia imposta da versare.
Bonus Irpef 100 euro: aspetti operativi
Di norma il datore di lavoro riconosce il bonus direttamente e mensilmente in busta paga ai lavoratori in presenza delle condizioni economiche riportate.
In sede di conguaglio fiscale nella busta paga di dicembre, o in caso di cessazione del rapporto di lavoro, il sostituto verificherà la permanenza dei requisiti. Qualora il dipendente non abbia più i requisiti, perché superato il limite reddituale, lo stesso sostituto d’imposta provvederà a trattenere quanto non dovuto.
Ricapitolando quindi i lavoratori troveranno un aumento, fermo restando il possesso dei requisiti reddituali a partire dal mese di luglio; pertanto anche i lavoratori che fino al mese di giugno sono esclusi potrebbero avere una piacevole sorpresa.