Il nuovo Governo ha più volte spiegato che la sua ottica è quella di segnare un cambio di rotta rispetto alla gestione precedente, che ha visto al centro dell’agenda il ruolo di una fitta serie di bonus ed agevolazioni, le quali hanno finora rappresentato una voce di costo notevole per le finanze dello Stato.
Ebbene, anche e soprattutto alla luce della crisi energetica che non appare prossima ad una risoluzione, del boom dell’inflazione e delle rinnovate difficoltà economiche di non pochi cittadini, famiglie ed imprese, nell’Esecutivo guidato da Giorgia Meloni si è fatta strada l’idea che per trovare risorse finanziarie da destinare a ben precisi obiettivi, sia necessario abbandonare almeno parte dei bonus che ci hanno accompagnato in quest’ultimo periodo.
Vediamo allora insieme, nel corso di questo articolo, quali sono le agevolazioni a rischio di sparire nel 2023. Che cosa dobbiamo aspettarci da qui ai prossimi mesi sul fronte bonus e incentivi? I dettagli.
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Bonus ed agevolazioni a rischio? Gli obiettivi del Governo in vista del 2023
Obiettivo primario per il Governo è trovare le risorse economiche per aiutare i cittadini italiani a fronteggiare il problema del carovita e delle bollette energetiche fuori controllo. Terreno per introdurre novità non potrà che essere la legge di Bilancio in cantiere: previsto un possibile taglio all’indennità di disoccupazione, la riforma del reddito di cittadinanza ed, appunto, la modifica o cancellazione di vari bonus edilizi – allo scopo di rafforzare le casse statali in vista di nuovi aiuti, maggiormente calibrati sulle necessità di chi di più sta patendo la crisi energetica.
Proprio la Premier Giorgia Meloni, intervenuta via web, ha indicato che le risorse a disposizione non saranno ulteriormente usate per assegnare “bonus inutili“, ma invece per “aiutare gli italiani a far fronte ai costi dell’energia“. Parole molto chiare quelle del Presidente del Consiglio, che indicano la precisa volontà del Governo di abbassare le spese energetiche per famiglie ed imprese, tramite il taglio di bonus ed agevolazioni.
Secondo le previsioni, dei 30 miliardi di euro a disposizione, 9,1 miliardi saranno utilizzati per il prossimo decreto bollette nella direzione della conferma degli aiuti già previsti dal Governo Draghi, e per tagliare le accise sui carburanti fino alla fine del 2022. I rimanenti 21 miliardi di euro circa confluiranno in dote nella prossima manovra.
I bonus che rischiano di sparire nel 2023
Secondo i principali osservatori e i quotidiani nazionali più noti, nel bersaglio del Governo sarebbero in primis i bonus 150 euro e 200 euro una tantum. In buona sostanza, ora come ora sarà ben difficile vederli replicati per dicembre o inizio 2023.
Ma non solo. Sul tavolo del Governo c’è anche il destino del vasto quadro dei bonus famiglia: in scadenza a fine 2022 abbiamo in particolare il bonus asilo nido, ovvero un aiuto economico che comporta il versamento di un contributo di massimo 3mila euro per supportare i costi delle rette degli asili nido o dei servizi di assistenza domiciliare per minori con patologie. Gli importi sono variabili sulla scorta dello specifico ISEE del nucleo familiare. Confermato invece l’assegno unico ma con importi combinati alle novità sul fronte inflazione.
Per quanto attiene ai bonus casa, molto probabilmente sarà abbandonato il bonus facciate, in scadenza al 31 dicembre 2022. Si tratta infatti di una detrazione d’imposta al 60% che potrebbe avere le settimane contate e non essere rinnovata per il prossimo anno.
Possibili invece le conferme per il bonus benzina, il bonus bollette esteso nei limiti ISEE e il taglio delle accise sui carburanti, anche se per averne l’ufficializzazione dovremmo ancora attendere. Le probabilità di una loro riproposizione nel 2023 sono comunque alte, a fronte dell’aumento dei prezzi e dell’inflazione.
Tagli in vista invece per reddito di cittadinanza e Naspi, le cui risorse risparmiate potrebbero essere usate per finanziare la riforma pensioni o nuovi aiuti contro il caro bollette.
Come potrebbe cambiare il superbonus 110
In particolare è il discusso Superbonus ad essere oggetto di una rivisitazione in vista del prossimo anno, o almeno questo è quanto traspare dalle intenzioni del Governo. Ma si sta discutendo in verità anche di un’unica agevolazione per includere e razionalizzare tutti i bonus edilizi.
In particolare, la detrazione per i lavori di ammodernamento, messa in sicurezza e efficientamento energetico degli edifici potrebbe essere ridotta rispetto all’attuale Superbonus 110%. Non solo: nuove chance di agevolazione edilizia per le villette o edifici unifamiliari, che secondo le regole attuali sarebbero invece tagliati fuori dall’incentivo.
Come accennato, in programma vi è la revisione della maxi agevolazione dell’edilizia, proprio ora che siamo non lontani alla stesura definitiva della legge di Bilancio, da approvare entro fine anno per evitare l’esercizio provvisorio. Insomma, l’occasione buona per varare una sorta di ‘revisione straordinaria’ dell’incentivo, che si basa anzitutto su una riduzione dell’aliquota dal 110% – per ora garantita ai condomini anche nel 2023 – al 90%.
Il Superbonus potrebbe essere nuovamente valevole anche per le villette, ma a precise condizioni:
- l’abitazione unifamiliare è prima casa;
- soglia massima di reddito pari a 15mila euro (ma non è escluso che la soglia salga sulla scorta del numero dei membri del nucleo familiare).