Trovare o mantenere una casa in affitto può essere una sfida, soprattutto per chi ha un reddito basso, è costretto a trasferirsi per lavoro o per studio, oppure vive in città dove i canoni sono particolarmente elevati. Per questo motivo, anche nel 2025 lo Stato e gli enti locali hanno previsto una serie di agevolazioni economiche pensate per dare un sostegno concreto a chi vive in locazione.
Si tratta di misure diverse tra loro, che possono tradursi in una detrazione fiscale, un contributo diretto o un rimborso erogato dal datore di lavoro. Alcuni bonus sono validi su tutto il territorio nazionale, altri invece sono legati a iniziative regionali o comunali. In questa guida vediamo quali sono le principali agevolazioni attive nel 2025 per chi vive in affitto, come funzionano e chi può beneficiarne.
Detrazione per affitti a canone libero: importi e limiti di reddito
Chi vive in affitto con un contratto stipulato nel libero mercato (cioè non a canone concordato) può beneficiare di una detrazione IRPEF se il proprio reddito complessivo annuo non supera i 30.987,41 euro. Nello specifico, l’importo della detrazione è di 300 euro se il reddito non supera 15.493,71 euro, e scende a 150 euro per i redditi compresi tra 15.493,71 e 30.987,41 euro. Nessuna detrazione è prevista oltre questa soglia.
Questa agevolazione si applica anche ai contratti in corso da prima dell’entrata in vigore della legge 431/1998, purché siano stati prorogati automaticamente e si intendano quindi rinnovati secondo le regole della stessa legge. Anche in assenza del riferimento esplicito alla normativa nel testo contrattuale, il bonus è riconosciuto se il contratto rientra nei requisiti.
Esempio pratico: Francesca ha un contratto di affitto a canone libero, firmato nel 2021, e ha dichiarato un reddito complessivo di 14.000 euro. Può richiedere una detrazione di 300 euro nella sua dichiarazione dei redditi.
Consiglio utile: Verifica sempre che il contratto sia registrato e controlla il tuo reddito complessivo nell’ultima certificazione unica. Anche piccoli importi in più possono farti perdere il diritto alla detrazione maggiore.
Bonus affitto con contratto concordato: quanto spetta in base al reddito
In caso di contratto a canone concordato, stipulato secondo gli accordi territoriali tra associazioni di inquilini e proprietari, le detrazioni sono più elevate rispetto ai contratti a canone libero. Chi rientra nei requisiti ha diritto a una detrazione di 495,80 euro se il reddito complessivo non supera i 15.493,71 euro, oppure di 247,90 euro se il reddito è tra 15.493,71 e 30.987,41 euro.
Questi contratti, spesso sottoscritti in città ad alta tensione abitativa, prevedono canoni più contenuti e offrono una doppia convenienza: affitti più bassi e detrazioni fiscali più elevate. Inoltre, in alcuni Comuni è possibile accedere anche a contributi locali integrativi.
Esempio pratico: Marco vive in affitto con un contratto concordato a Roma e ha un reddito di 17.000 euro. Potrà portare in detrazione 247,90 euro nella sua dichiarazione dei redditi.
Consiglio utile: Se stai per stipulare un nuovo contratto, valuta con il proprietario la possibilità di optare per il canone concordato: potresti risparmiare sia sul canone che sulle tasse.
Bonus per chi si trasferisce per lavoro (bonus affitto lavoratori fuori sede)
Nel 2025 è prevista una detrazione potenziata per chi è costretto a trasferirsi in un altro Comune per motivi di lavoro. L’agevolazione è pensata per i lavoratori dipendenti che spostano la residenza ad almeno 100 km di distanza e in una regione diversa da quella di origine.
In questo caso, la detrazione è più alta:
- circa 991 euro per chi ha un reddito fino a 15.493 euro;
- circa 496 euro per chi guadagna tra 15.493 e 30.987 euro.
Vale solo per i primi tre anni dalla data del trasferimento e va anch’essa indicata nella dichiarazione dei redditi.
Esempio pratico: Anna, 28 anni, si è trasferita da Lecce a Bologna per un nuovo lavoro. Vive in affitto in centro e ha un reddito annuo di 18.000 euro. Può richiedere una detrazione di 496 euro per l’anno fiscale in corso.
Detrazione affitto studenti universitari fuori sede
Un altro caso molto frequente riguarda gli studenti universitari che si trasferiscono per studiare in una città diversa. Anche nel 2025, chi è iscritto a un corso di laurea e vive ad almeno 100 km di distanza dalla residenza familiare può portare in detrazione il 19% delle spese per l’affitto, fino a un massimo di 2.633 euro all’anno (quindi circa 500 euro di sconto fiscale).
Il contratto di affitto deve essere intestato allo studente e regolarmente registrato. L’università deve trovarsi in una provincia diversa rispetto a quella di residenza.
Consiglio utile: se il contratto è cointestato ai genitori, è possibile che lo sconto spetti a uno di loro. In ogni caso, è fondamentale conservare ricevute di pagamento e contratto registrato.
Rimborso per neoassunti a tempo indeterminato
Una novità particolarmente interessante per il 2025 riguarda i lavoratori assunti a tempo indeterminato. Chi firma un nuovo contratto e si trasferisce in un’altra città, può beneficiare di un rimborso esentasse fino a 5.000 euro per le spese sostenute per l’affitto.
Il rimborso non arriva dallo Stato ma direttamente dal datore di lavoro, che può decidere (entro un certo tetto) di coprire anche spese di manutenzione dell’immobile o spese accessorie. È una forma di “benefit” detassato, molto utile per incentivare la mobilità lavorativa.
Esempio: Federico, 30 anni, viene assunto a tempo indeterminato a Milano. Lascia la casa dei genitori in Calabria e affitta un bilocale. L’azienda, nel quadro dei rimborsi previsti per i nuovi assunti, gli riconosce un rimborso di 4.200 euro annui, non tassati né per lui né per l’azienda.
Contributi locali per l’affitto
Oltre ai bonus nazionali, molte amministrazioni locali – in particolare nelle grandi città – mettono a disposizione fondi per sostenere il pagamento dell’affitto. I contributi possono variare molto da Comune a Comune, sia in termini di importi che di requisiti.
Tra i beneficiari rientrano spesso:
- giovani sotto i 35 anni con contratti precari;
- famiglie con figli a carico;
- nuclei familiari con disabili o anziani;
- persone con ISEE medio-basso.
Ad esempio, in alcune città il contributo può arrivare a 2.000 euro l’anno, mentre in altri casi si prevede un sostegno triennale per le giovani coppie con figli.
Suggerimento: tieni d’occhio il sito web del tuo Comune di residenza o iscriviti alle newsletter municipali. I bandi spesso hanno una finestra temporale limitata e le domande si esauriscono in fretta.
Quota affitto dell’Assegno di Inclusione
Un altro importante sostegno per le famiglie che vivono in affitto arriva dall’Assegno di Inclusione, la misura attiva dal 2024 che ha sostituito il Reddito di Cittadinanza. Oltre alla quota base destinata al sostegno del reddito (chiamata quota A), il beneficio può comprendere anche una quota aggiuntiva legata all’affitto, denominata quota B.
Questa componente è destinata esclusivamente ai nuclei familiari che pagano un canone di locazione per l’abitazione principale, a patto che il contratto sia regolarmente registrato.
A quanto ammonta?
La quota B può arrivare fino a 3.360 euro all’anno, cioè 280 euro al mese, e si somma all’importo base dell’Assegno. L’importo esatto viene calcolato in base al canone annuo pagato e alla composizione del nucleo familiare.
Esempio pratico: una famiglia con due figli minorenni, che percepisce già la quota A dell’Assegno di Inclusione, paga 400 euro al mese di affitto. Se il contratto è intestato a uno dei componenti del nucleo e correttamente registrato, può ricevere fino a 280 euro mensili in più, proprio per coprire in parte le spese dell’alloggio.
Attenzione alla documentazione
Per ottenere la quota affitto è fondamentale che:
- il contratto sia intestato a un componente del nucleo familiare beneficiario;
- sia registrato regolarmente presso l’Agenzia delle Entrate;
- il canone venga effettivamente corrisposto, meglio se con metodi tracciabili.
Inoltre, l’importo riconosciuto può variare se nel frattempo cambia la composizione del nucleo o il valore dell’ISEE.
Detrazione per giovani in affitto fino a 31 anni: requisiti e novità
I giovani tra i 20 e i 31 anni non compiuti possono beneficiare di una detrazione specifica se vivono in affitto con contratto regolarmente registrato, adibiscono l’immobile a propria residenza principale e hanno un reddito non superiore a 15.493,71 euro. La detrazione è valida per i primi quattro anni del contratto e può essere pari a 991,60 euro, oppure – se più vantaggioso – al 20% del canone annuo, fino a un massimo di 2.000 euro.
È importante sapere che la detrazione spetta anche se si affitta una sola parte dell’abitazione (ad esempio una stanza), a condizione che vi si trasferisca la residenza. Questa misura è pensata per sostenere i giovani che si staccano dal nucleo familiare e iniziano un percorso di autonomia abitativa.
Esempio pratico: Chiara ha 23 anni, un reddito annuo di 14.500 euro e ha affittato una stanza a Bologna con un contratto regolare da 400 euro al mese. Il 20% del canone annuo (4.800 euro) è pari a 960 euro, quindi potrà portare in detrazione l’importo standard di 991,60 euro, essendo più conveniente.
Consiglio utile: Quando presenti la dichiarazione dei redditi, verifica quale tra i due importi è più alto: la soglia fissa di 991,60 euro o il 20% del canone. Se affitti solo una stanza, puoi comunque ottenere il bonus, purché tu abbia la residenza all’indirizzo dell’immobile affittato.
Riepilogo bonus affitto 2025
Bonus | Importo massimo | Destinatari principali |
---|---|---|
Detrazione IRPEF redditi medio-bassi | Fino a 495 €/anno | Inquilini con reddito < 31.000 € |
Trasferimento per lavoro | Fino a 991 €/anno | Lavoratori che cambiano città e regione |
Studenti universitari fuori sede | Fino a 500 €/anno | Studenti con affitto registrato a oltre 100 km |
Rimborso neoassunti | Fino a 5.000 €/anno | Assunti a tempo indeterminato fuori sede |
Contributi comunali | Fino a 2.000 €/anno o più | Famiglie con ISEE basso, giovani, disabili |
Quota B Assegno di Inclusione | Fino a 3.360 €/anno | Nuclei beneficiari ADI in affitto |
Bonus affitto giovani | Fino a 2.000 €/anno | 20-30enni con reddito < 15.493,71 € |
Conclusioni
Nel panorama attuale, caratterizzato da costi abitativi spesso difficili da sostenere, i bonus affitto rappresentano una risorsa fondamentale per moltissime persone. Non si tratta solo di detrazioni fiscali, ma di vere e proprie forme di sostegno pensate per alleggerire il peso dell’affitto mensile, migliorare l’accesso alla casa e incentivare la mobilità lavorativa o lo studio fuori sede.
Che tu sia un lavoratore, uno studente, un giovane in cerca di autonomia o una famiglia in difficoltà, conoscere queste opportunità può fare la differenza. Verifica i requisiti, raccogli la documentazione necessaria e, se serve, chiedi supporto a un CAF o a uno sportello del tuo Comune. Un piccolo contributo può davvero aiutarti a respirare un po’ di più.
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