Una nuova iniziativa per rilanciare il lavoro femminile è quella collegata all’introduzione del bando RiParto, pubblicato dal Dipartimento per le politiche per la famiglia. Previsto un finanziamento di 50 milioni di euro per favorire misure e azioni di welfare aziendale e facilitare il rientro al lavoro delle madri, incrementare le nuove nascite e spingere verso un miglior bilanciamento tra lavoro e vita privata. Sono certamente obiettivi di cui oggi si sente ancor più l’importanza, in considerazione della delicata situazione socio-economica nel paese nella fase post pandemia e in un periodo in cui l’inflazione e l’aumento del costo della vita si fanno sentire come non mai.
Proprio sul sito web ufficiale del Dipartimento per le politiche per la famiglia compare in questo periodo un Avviso pubblico, appunto denominato “#RiParto”. Esso comporta il finanziamento di iniziative di sostegno alla genitorialità e al lavoro femminile, da parte delle aziende.
Di seguito intendiamo dunque dare qualche ulteriore informazione sul bando RiParto, per capire come funziona in concreto e quali sono i tangibili vantaggi dell’iniziativa. I dettagli.
Bando RiParto: cos’è in breve
Il bando RiParto (#RiParto) consiste in una misura che, tramite finanziamenti agevolati, intende promuovere la realizzazione di progetti di welfare aziendale, con lo scopo di favorire il rientro a lavoro delle lavoratrici madri – favorendo l’armonizzazione dei tempi di lavoro e dei tempi di cura della famiglia.
L’iniziativa mira perciò al coinvolgimento della realtà delle imprese nel cambiamento operativo, ed in particolare culturale, avente ad oggetto la partecipazione femminile al mercato del lavoro, in combinazione con le necessità familiari e genitoriali.
Il testo del bando rappresenta dunque l’attuazione pratica di quanto indicato nella legge n. 32 del 2022, cd. Family Act, e rispecchia quanto è tra gli obiettivi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza.
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Bando RiParto: qual è la finalità dell’iniziativa?
In particolare, l’avviso pubblico RiParto mira ad incidere positivamente sulla vita professionale delle lavoratrici dopo il parto o l’adozione, offrendo loro gli strumenti per armonizzare le esigenze lavorative con quelle della cura dei nuovi figli e figlie – anche nell’ottica di una più equa condivisione del tempo di cura tra i genitori e di una consapevole assunzione del ruolo di genitore.
Finalità del bando è infatti la spinta allo sviluppo di progetti che possano servire a fornire un sistema integrato di strumenti come benefit, facility e servizi alla persona, utili alla risoluzione di problematiche comuni alle lavoratrici madri dopo la nascita di un figlio.
Bando RiParto: gli investimenti e le aree di intervento delle aziende
Non vi sono dubbi: il bando RiParto pubblicato recentemente dal Dipartimento per le politiche della famiglia continua nel cammino intrapreso con il Family Act, il PNRR e la Strategia per la parità di genere – al fine di sostenere la genitorialità e favorire la conciliazione famiglia-lavoro. In gioco vi è lo stanziamento complessivo di 50 milioni di euro per finanziare le progettualità delle aziende che immettono azioni e strumenti, allo specifico scopo di armonizzare le esigenze lavorative delle neomamme.
In particolare, il citato bando indica tre aree di intervento nell’ambito delle quali le aziende possono definire la loro linea d’azione, eccole di seguito:
- azioni in materia di armonizzazione della vita privata e lavorativa;
- incentivi economici mirati al rientro al lavoro dopo il parto o l’adozione;
- piani aventi ad oggetto la formazione e l’aggiornamento per l’accompagnamento al rientro al lavoro dopo il parto o l’adozione.
Finanziamenti agevolati e progetti finanziabili
I progetti o proposte di piano di welfare aziendale, presentati nell’ambito del bando RiParto, dovranno dunque essere caratterizzati da alcuni aspetti chiave. L’iniziativa in oggetto infatti concede finanziamenti agevolati soltanto alle aziende che mettono in pratica eleborati progetti di welfare aziendale rivolti alle mamme lavoratrici.
Non ci sono dubbi sul punto: insieme alla domanda di finanziamento, l’azienda interessata a fruire del bando RiParto deve anche e soprattutto proporre il progetto finanziabile. Esso potrà includere piani di accompagnamento psicologico, azioni di conciliazione lavoro – vita genitoriale, incentivi economici per il rientro a lavoro e altro.
Nel quadro dell’iniziativa RiParto, imprese, consorzi e gruppi di società potranno presentare un progetto ad hoc, anche in rete tra loro. Prevista la possibilità di costituire un’associazione temporanea di scopo (ATS), un’associazione temporanea d’impresa (ATI) o di firmare un contratto di rete. In questi ultimi casi, tuttavia, le imprese e consorzi dovranno però presentare un’unica domanda di finanziamento, un unico progetto ed un unico piano finanziario.
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Risorse e budget
Le imprese interessate debbono ricordare che le risorse, che potranno essere richieste, cambiano sulla scorta del numero di collaboratori in ufficio. Il budget può infatti variare da 15mila euro a 50mila per le imprese con meno di 10 dipendenti; ma potrà toccare anche il milione di euro per quelle con più di 250 lavoratori in organico.
Da notare che il Dipartimento per le politiche della famiglia ha subito cercato di coinvolgere anche le micro e piccole imprese. Ben si comprende il perché della scelta: la composizione del sistema economico e produttivo italiano, fatto per oltre il 95% da organizzazioni con meno di 50 dipendenti, non poteva che imporre un orientamento come questo. Le aziende debbono infine ricordare che c’è tempo fino al prossimo 5 settembre – ore 12 – per presentare il progetto.
La PEC di riferimento è la seguente: avvisoRiParto@pec.governo.it mentre il bando RiParto è consultabile qui.