Cos’è e come dovrebbe funzionare il nuovo assegno unico per figli a carico? Il Consiglio dei Ministri, nella riunione dell’11 giugno scorso, passata un po’ sotto banco per via dei problemi legati al covid, ha approvato il disegno di legge delega “recante misure per il sostegno e la valorizzazione delle famiglie”, ribattezzato “Family act”.
Utilizzando la forma della legge delega si incarica il Governo ad adottare entro determinate tempistiche e nel rispetto di una serie di paletti, più decreti legislativi per attuare in concreto le seguenti misure:
- istituzione di un assegno universale per le famiglie con figli a carico (assegno unico);
- sostegno all’educazione dei figli;
- disciplina dei congedi parentali e di paternità;
- incentivare il lavoro delle madri e l’armonizzazione dei tempi;
- incentivare l’autonomia e il protagonismo giovanile.
Attualmente il testo del Family Act è in discussione a Montecitorio in attesa dell’approvazione definitiva e il passaggio al Senato. Tra le principali novità del testo, la delega all’esecutivo (articolo 2) ad adottare entro il 30 novembre 2020 un decreto sull’istituzione di un assegno universale unico per il riordino delle misure di sostegno economico alle famiglie con figli a carico.
Iniziamo a conoscere i nuovi assegni familiari.
Assegno unico 2021: cos’è e come funziona
La volontà del “Family act” è quella di “fare ordine” nella molteplicità di misure di aiuto economico alle famiglie (assegni familiari, bonus bebè, bonus baby sitter ecc.) , raccogliendole in un’unica prestazione, denominata appunto “assegno universale”.
La misura è stata accompagnata dalle parole della Ministra per le pari opportunità Elena Bonetti, la quale ha affermato che, all’esecutivo, stanno lavorando “affinché l’assegno universale unico per i figli fino a 21 anni arrivi dal prossimo anno”.
L’articolo 2 del ddl incarica il Governo ad adottare entro il 30 novembre 2020, su proposta del Ministro con delega alla famiglia e dei ministri lavoro ed economia, un decreto legislativo che istituisca, si legge nel testo, un “assegno universale recante il riordino delle misure di sostegno economico per le figlie e i figli a carico”.
Assegno universale per le famiglie: età dei figli
Stando alle parole della Ministra Bonetti, l’assegno riguarderebbe i genitori di figli fiscalmente a carico fino al compimento del ventunesimo anno di età.
Assegno unico figli: quanto spetta
Il ddl non fornisce cifre sull’importo dell’assegno unico, posto che la definizione delle somme necessita di un’attenta valutazione da parte dei tecnici dei ministeri coinvolti, considerata la platea di prestazioni e agevolazioni che l’assegno unico dovrà andare a sostituire.
Il testo contiene tuttavia alcune importanti indicazioni. Innanzitutto l’importo dell’assegno sarà variabile in funzione del numero di figli a carico (il ddl riporta “diciotto anni di età” nonostante le successive dichiarazioni del Ministro Bonetti).
In aggiunta all’importo “base”, è prevista una quota variabile in funzione dell’Indicatore della situazione economica equivalente (il cosiddetto “ISEE”). Il valore sarà definito in base allo scaglione in cui si colloca l’ISEE dell’interessato. Ad esempio, 50 euro di quota variabile per chi ha un ISEE compreso tra 15.000 e 20.000 euro (si precisa che sono valori puramente ipotetici con solo fine di far comprendere la filosofia della norma).
Sono previste infine maggiorazioni per:
- Ogni figlio / a successivi al secondo (maggiorazione del 20%);
- In presenza di figli portatori di handicap.
Da ultimo, l’importo dell’assegno sarà variabile anche in funzione dell’età del figlio.
Le somme percepite a titolo di assegno unico non sono imponibili ai fini INPS e IRPEF; non concorrono pertanto alla formazione del reddito complessivo fiscale del beneficiario. Le stesse saranno compatibili con lo svolgimento di attività di lavoro dipendente, autonomo o parasubordinato.
Clausola di salvaguardia
Nel caso in cui l’importo dell’assegno sia inferiore rispetto alle prestazioni riconosciute al nucleo familiare prima dell’entrata in vigore del “Family act”, viene riconosciuta un’apposita integrazione a titolo di clausola di salvaguardia che, si presume, porterà l’ammontare dell’assegno in linea con quanto percepito in precedenza.
Decorrenza
L’assegno viene riconosciuto a partire dal settimo mese di gravidanza, fino al compimento del diciottesimo / ventunesimo anno di vita del figlio. Ricordiamo che come previsto dal ddl, l’ammontare del contributo sarà proporzionato all’età del figlio.
Assegno unico figli a carico: chi paga
In merito alle modalità di corresponsione dell’assegno, il ddl lascia aperte due possibilità:
- erogazione diretta in denaro;
- compensazione a titolo di credito d’imposta.
Nel primo caso l’iter sarà probabilmente:
- domanda all’INPS;
- accredito mensile delle somme con il metodo di pagamento scelto dal beneficiario in sede di inoltro della richiesta.
Nel secondo caso invece il riconoscimento dell’assegno avverrebbe in sede di presentazione della dichiarazione dei redditi; portando l’ammontare in riduzione delle tasse da pagare o già pagate all’Erario.
In questo frangente la gestione operativa passerebbe in capo all’Agenzia delle entrate, ente deputato alla ricezione e al controllo delle denunce fiscali.
Assegno unico, quando arriva?
Dalle parole della Ministra Bonetti oltre che dalla scelta di emendare un provvedimento già alla Camera per velocizzare l’approvazione della norma, traspare la volontà dell’esecutivo di rendere l’assegno operativo già da gennaio 2021.
In caso di erogazione diretta si dovrà attendere l’implementazione delle piattaforme per l’inoltro delle richieste.
Qualora invece dovesse passare invece l’idea della compensazione come credito d’imposta, le somme saranno oggetto di recupero in sede di dichiarazione fiscale 2022 riguardante i redditi anno 2021.