Ora che la legge delega sull’assegno unico per i figli è stata pubblicata in Gazzetta Ufficiale, siamo in attesa dei provvedimenti attuativi del Governo per conoscere nel dettaglio questo nuovo strumento di sostegno al reddito delle famiglie con figli. In effetti, in questo momento il quadro degli aiuti alle famiglie risulta assai frammentato sul territorio e l’applicazione concreta della riforma dell’assegno unico e universale è dunque quanto mai attesa. Peraltro, questa frammentarietà contrasta con il bisogno crescente di nuove misure di sostegno economico verso le famiglie, in considerazione della crisi da pandemia e la perdita – nell’ultimo periodo – di tantissimi posti di lavoro.
Vero è che i tempi sono stretti e l’avvio del nuovo assegno unico universale è stato previsto per il primo luglio, ma – come detto – i decreti attuativi alla legge n. 46 del 2021 debbono essere ancora approvati, con alcuni nodi ancora da sciogliere.
Aspettando quelli che saranno i dettagli pratici che consentiranno alla riforma dell’assegno unico di dispiegare tutti i suoi effetti, vediamo di seguito la mappa degli importi in base all’Isee, così come ricostruita da uno studio della Fondazione Consulenti del lavoro (che alleghiamo a fondo pagina). Vediamo quindi a chi conviene l’assegno unico e universale per i figli e chi sarà di fatto avvantaggiato dai nuovi contributi ai nuclei familiari con figli a carico. Facciamo chiarezza.
Assegno unico per le famiglie: cos’è e come funziona
Come detto, l’assegno unico e universale è una prestazione economica, che intende sostenere le famiglie con figli, per tutto quanto attiene alle spese basilari quotidiane.
Più nel dettaglio, l’assegno unico consisterà in un contributo mensile o un credito d’imposta, del quale i nuclei familiari potranno avvalersi per ogni figlio a carico da 0 (settimo mese di gravidanza) fino ai 21 anni di età. In ipotesi di maggiore età del figlio, potrà essere erogato in via diretta al figlio maggiorenne. Sarà di importo compreso tra un minimo di 100 euro un massimo di 250 euro circa (con una maggiorazione prevista per i disabili, tra il 30% e il 50%).
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Secondo il progetto, l’assegno in questione dovrebbe scattare a partire da inizio luglio 2021, con l’obiettivo ulteriore di fare chiarezza nell’intricato mondo delle misure di sostegno alle famiglie. Infatti, la sua introduzione effettiva comporterebbe la cancellazione e la sostituzione degli attuali sussidi familiari, ossia bonus bebè; bonus mamma; fondo di sostegno alla natalità; assegni al nucleo familiare. Ecco perchè è stato denominato ‘unico‘: accorperà in un unico benefit, tutti le misure di sostegno ora attive.
L’assegno unico è altresì detto ‘universale’ perchè di fatto sarà assegnato a tutte le famiglie con almeno un figlio a carico. Ma attenzione: l’importo non sarà fisso, bensì variabile sulla scorta del principio di progressività.
Assegno unico per i figli, a chi spetta?
Come accennato all’inizio, siamo al momento in attesa dei provvedimenti attuativi che definiranno tutti i dettagli pratici per l’applicazione del nuovo assegno unico. Tuttavia, è già possibile fare alcune considerazioni fondate.
Come detto, l’importo potrà toccare un massimo di 25o euro per figlio a carico; l’ammontare dell’assegno sarà definito sulla scorta degli ultimi dati Isee aggiornati, e diviso in parti identiche tra i genitori. Oltre che per i figli disabili, è prevista una maggiorazione del contributo, in ipotesi di figli successivi al secondo (o al terzo). E’ previsto un aumento anche per le madri con meno di 21 anni.
Quali sono i requisiti dell’assegno unico
L’assegno unico sarà universale perchè appunto andrà potenzialmente a tutte le famiglie, inclusi incapienti, autonomi e partite Iva. Ci riferiamo a soggetti finora esclusi perché buona parte degli attuali sostegni alle famiglie sono correlati al contratto di lavoro di tipo subordinato, o a detrazioni – queste ultime non spettano con livelli di reddito al di sotto della cosiddetta no tax area. Ma detto contributo spetterà anche ai genitori single con figli fiscalmente a carico.
Attenzione però ad alcuni requisiti, pochi ma essenziali. Per ottenere il diritto a percepire l’assegno, occorre appunto essere lavoratori cittadini italiani.
Mentre per quanto riguarda i soggetti cittadini UE o Extra UE è obbligatorio essere in possesso del permesso di soggiorno (per soggiornanti di lungo periodo o per ragioni di lavoro o di ricerca di durata almeno pari a 12 mesi); pagare l’Irpef in Italia; vivere con i figli a carico nella penisola; essere stato o essere residente in Italia per non meno di un biennio, anche non continuativo; oppure essere in possesso di un contratto di lavoro a tempo indeterminato o di durata almeno biennale.
Assegno versato direttamente al neo-maggiorenne
Come detto, l’assegno unico spetta per figli fino ai 21 anni di età. In attesa di imminenti chiarimenti sul punto, pare che dai 18 anni di età, il nucleo familiare potrebbe avere diritto a una somma minore rispetto all’assegno anteriore, che verrebbe accreditata direttamente al figlio laddove quest’ultimo sia:
- un tirocinante;
- uno studente universitario;
- iscritto ad un corso professionale;
- un lavoratore a basso reddito;
- in un periodo di servizio civile.
Quanto spetta con il nuovo assegno unico
In base ad alcune stime, recentemente svolte dalla Fondazione studi Consulenti del lavoro, è già possibile dare un quadro di massima, circa gli importi dell’assegno unico nuclei familiari con figli a carico.
Come sopra ricordato, in ogni caso l’importo dell’assegno unico sarà legato all’Isee. Pertanto, secondo le simulazioni effettuate dei consulenti del lavoro, questo è quanto risulta nell’approfondimento sopra citato:
“La previsione prevede l’universalismo dei beneficiari con un moderato grado di selettività: considera un importo dell’assegno costante pari a 1.930 euro all’anno (161 euro al mese) per ciascun figlio minorenne e a 1.158 euro all’anno (97 euro al mese) per ciascun figlio maggiorenne fino ad un livello di ISEE pari a 30.000 euro (oltre alle maggiorazioni).
A partire dai 30.000 euro di ISEE il valore dell’assegno decresce in modo non lineare sino a 52.000 euro; con una concavità verso il basso che tende a tutelare maggiormente i nuclei con ISEE meno elevato. Oltre 52.000 euro di ISEE l’assegno resta costante a 800 euro all’anno (67 euro al mese) per ciascun figlio minorenne a carico e a 480 euro all’anno (40 euro al mese) per ciascun figlio“.
A chi conviene la riforma degli aiuti economici alle famiglie?
In chiusura, la domanda sorge spontanea: quali sono le categorie che si gioverebbero maggiormente del nuovo assegno unico alle famiglie? Ebbene, proprio l’Istat ha dato recentemente una risposta a riguardo.
Infatti, l’Istituto ha spiegato che l’introduzione dell’assegno unico dovrebbe aumentare il reddito per il 68% delle famiglie italiane. Ci si riferisce, in particolar modo, alle famiglie con figli dei lavoratori autonomi. Più in generale, tutti i redditi bassi trarrebbero un oggettivo vantaggio dalla riforma.
Sempre secondo l’Istat, per il 29,7%, delle famiglie gli aiuti economici calerebbero e per il 2,4% non cambierebbe praticamente niente. In sintesi, la riforma nuocerebbe dunque a quattro tipologie di famiglie:
- le famiglie molto numerose;
- le famiglie con figli over 21 a carico dei genitori, tagliati fuori dalla riforma assegno unico;
- i nuclei familiari che hanno un patrimonio mobiliare e immobiliare;
- le coppie di fatto, che al momento per il calcolo degli assegni nucleo familiare (ANF) possono fare riferimento al solo reddito del richiedente; mentre usando l’Isee dovrebbero considerare i redditi di ambo i genitori.
Concludendo, restiamo tuttavia in attesa dei decreti attuativi, che dovranno essere certamente ultimati entro breve tempo, per permettere alla riforma di essere pienamente efficace dal primo luglio 2021.
Approfondimento della Fondazione Studi Cdl
Alleghiamo infine l’approfondimento della Fondazione Studi dei Consulenti del lavoro sull’assegno unico per le famiglie.
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