Negli ultimi mesi abbiamo parlato diffusamente dell’assegno unico, chiarendo che si tratta di una misura che ha inteso accorpare e razionalizzare le misure di sostegno alla natalità e genitorialità. Le novità però non sono finite: infatti, i beneficiari dell’assegno unico e universale figli a carico – a partire dal 2023 – potranno contare sul riconoscimento automatico della prestazione, laddove i requisiti che ne consentono il versamento, restino tali e quali. Un taglio della burocrazia molto gradito e che è stato di fatto anticipato dal direttore dell’Inps, ovvero l’istituto che materialmente si occupa di erogare la somma ai nuclei familiari aventi diritto.
Aggiornamento: l’INPS ha rilasciato la circolare 132/2022 con la quale fornisce le istruzioni complete circa l’assegno unico automatico dal 2023. Coloro che hanno già beneficiato dell’Assegno unico nel corso del 2022 continueranno a riceverlo anche tra il 1° marzo 2023 ed il 28 febbraio 2024. Per non subire una riduzione dell’importo occorrerà comunque aggiornare la DSU entro il 30 giugno 2023. Pertanto non ci sarà bisogno di inviare una nuova domanda se l’AUU è già in corso di percepimento da parte del soggetto interessato e se il nucleo familiare dello stesso non ha subito variazioni. Se rispetto allo scorso anno si sono verificate delle variazioni (es. nascita di figli, variazione o inserimento della condizione di disabilità del figlio ecc.), i richiedenti dovranno modificare l’istanza già inviata, adeguandola alle nuove circostanze.
Vediamo allora più da vicino come funziona l’automatismo, senza dimenticare alcuni dettagli utili sul meccanismo della misura di sostegno al reddito delle famiglie.
Assegno unico e universale: cos’è in breve
L’assegno unico e universale figli a carico ha sostituito le precedenti misure di supporto alla famiglia, pensiamo ad es. al premio alla nascita o per l’adozione del minore, al fondo di sostegno alla natalità o ancora all’assegno di natalità (cd. bonus bebè). Mentre dal primo marzo 2022 le detrazioni fiscali per figli a carico valgono solo per i figli di età pari o maggiore di 21 anni.
Il contributo è assicurato a tutte le famiglie, al di là della loro condizione di reddito. Ricordiamo altresì che una novità importante di questa estate ha come data di riferimento il primo luglio: infatti da quel giorno, gli aventi diritto – pur facendo domanda – non possono più chiedere le mensilità arretrate.
Non dimentichiamo inoltre che l’ammontare dell’assegno unico cambia in base all’Isee valido al momento della domanda, tuttavia i genitori che non abbiano a disposizione il documento possono comunque beneficiarne – seppur nella misura minima. E proprio l’Isee è una variabile fondamentale al fine dell’automatismo della prestazione in oggetto.
In particolare, l’automaticità del riconoscimento della prestazione sarà possibile nelle circostanze nelle quali Isee e composizione del nucleo familiare restino identici. Questo snellimento della burocrazia sarà sicuramente molto apprezzato dai percettori della misura di sostegno al reddito, in quanto non vi sarà più alcun obbligo di invio preventivo della domanda all’Inps. Dunque nessun pericolo che – tra mille scadenze sul calendario – ci si dimentichi proprio dell’obbligo e dunque si vada incontro ad una decurtazione della prestazione.
Assegno unico automatico: come funziona in concreto
In termini pratici, per il nucleo familiare l’automatismo avrà i seguenti effetti:
- dal 1° marzo 2023 l’Inps verserà il sussidio ripetendo le stesse modalità e gli importi di quest’anno, laddove non siano segnalate variazioni da parte del nucleo familiare beneficiario;
- l’istituto così accrediterà la somma in via automatica sullo stesso IBAN già indicato dall’avente diritto;
- ma gli importi potranno eventualmente cambiare in un momento successivo, solo se gli utenti interessati segnaleranno cambiamenti a livello di Isee (reddito o patrimonio del nucleo) o del numero dei figli a carico.
- in ogni caso la nuova DSU dovrà essere presentata entro il 30 giugno 2023 per non subire una decurtazione degli importi.
D’altronde, per quanto riguarda l’assegno unico automatico nel 2023, non vi sarebbe motivo di agire diversamente: l’Inps già sa qual è la situazione reddituale di un certo nucleo familiare in base all’Isee indicato e quindi, in queste condizioni, conservare l’obbligo di far domanda anche per il 2023 avrebbe rappresentato una inutile complicazione burocratica. E ciò proprio in un periodo in cui le istituzioni – anche e soprattutto grazie all’apporto delle nuove tecnologie – stanno cercando di semplificare il più possibile i rapporti con i cittadini e i contribuenti.
Chi deve fare domanda di assegno unico?
La domanda di Assegno Unico invece deve essere presentata da:
- chi non ha mai beneficiato della prestazione
- chi ha presentato domanda sino al 28 febbraio 2023, ma la domanda stessa si trova in uno dei seguenti stati: “Respinta”, “Decaduta”, “Rinunciata” o “Revocata”.
Come per il 2022 anche nel 2023 si può presentare entro il 30 giugno con diritto agli arretrati maturati dal 1° marzo 2023. Per le domande presentate dal 1° luglio 2023 la prestazione, invece, decorre dal mese successivo a quello della domanda stessa.
Ricapitolando quindi:
- chi sta già ricevendo l’assegno a febbraio 2023 e il nucleo familiare non è variato nel frattempo non deve presentare una nuova domanda, ma dovrà presentare l’ISEE entro il 30 giugno 2023;
- chi sta già ricevendo l’assegno unico a febbraio 2023 e il nucleo familiare è variato deve adeguare la domanda già presentata e dovrà presentare l’ISEE entro il 30 giugno 2023;
- chi non sta già ricevendo l’assegno unico a febbraio 2023:
- deve presentare una nuova domanda entro il 30 giugno 2023 per ricevere arretrati da marzo 2023;
- oppure se presenta la domanda di AUU dal 1° luglio 2023 la prestazione decorre dal mese successivo a quello della domanda stessa e quindi non ha diritto agli arretrati.
Importi assegno unico 2023 incrementati a causa dell’inflazione
Quanto detto finora si combina con un altro dettaglio degno di nota: dal primo gennaio del prossimo anno i beneficiari della misura avranno nuovi importi aumentati, per effetto della rivalutazione al nuovo tasso dell’inflazione.
L’incremento, seppur di pochi euro, intende costituire una (parziale) risposta all’aumento del costo della vita e al rischio di forte diminuzione del potere di acquisto delle famiglie. Previsti anche adeguamenti delle soglie Isee rispetto alle variazioni del costo della vita. Pertanto, l’importo dell’assegno unico sarà indicizzato all’inflazione, così come stabilito nel provvedimento che di fatto lo ha istituito, ovvero il d. lgs. n. 230 del 2021.